Lettura, quel piacere dimenticato. Siciliani ultimi per consumo di libri - QdS

Lettura, quel piacere dimenticato. Siciliani ultimi per consumo di libri

Serena Giovanna Grasso

Lettura, quel piacere dimenticato. Siciliani ultimi per consumo di libri

venerdì 01 Maggio 2015

Istat: nel 2014 solo il 26,2% degli isolani ha letto almeno un testo, la media nazionale è del 41%. Su internet non va meglio: il 6,2% ha scaricato un e-book, 1 su 4 legge riviste online

PALERMO – Assai spesso sentiamo parlare di povertà materiale, quel male che specialmente nel Mezzogiorno limita l’accesso al paniere di beni e servizi considerati essenziali. Mentre, molto più raramente si parla di povertà d’animo e conseguentemente anche d’intelletto, morbo altrettanto capillarmente diffuso al Sud e nelle Isole. A determinare quest’ultimo “stato di povertà”, o forse faremmo meglio a considerarla vera e propria aridità, è l’esiguo tempo speso nel consumare il cibo dell’animo, ovvero nella lettura di libri, ma anche quotidiani. Solo pochi giorni fa, si è celebrata la giornata mondiale del libro e dei diritti d’autore, ed eccoci qui pronti a fare i conti in merito all’andamento dell’attività.
Purtroppo i dati che emergono sono a dir poco sconfortanti, in particolar modo per quel che riguarda l’Isola. Infatti, secondo quanto diffuso dall’Istituto di statistica lo scorso febbraio all’interno del rapporto “Noi Italia 2015”, la Sicilia è la regione in cui si leggono meno libri: appena il 26,2% dei siciliani dai sei anni in su ha letto almeno un libro nel corso del 2014, contro una media nazionale pari al 41,4%. Non va di certo meglio per quel che riguarda la lettura di quotidiani: infatti, la Sicilia continua a ricoprire i piani bassi della classifica, attestandosi al terz’ultimo posto con un tasso di lettori di quotidiani in una settimana pari al 34,3% (a seguire solo Campania e Basilicata); contro una media nazionale stavolta pari al 47,1%.
Se da una parte rileviamo come la Sicilia anche in quest’ambito continui a detenere l’indiscusso titolo di Cenerentola d’Italia, d’altra parte non è neppure possibile vantare brillanti risultati a livello nazionale. Certamente la crisi avrà inciso in modo non indifferente sui consumi culturali: in base agli ultimi dati Istat, aggiornati al 2012, le famiglie siciliane hanno riservato alle spese culturali appena il 5,8% delle spese per consumi finali; inutile dirlo, ma anche in questo caso uno dei valori più bassi a livello nazionale (la media italiana è stata pari al 7,1%). Si pensi che il valore siciliano è inferiore al dato medio rilevato in Lituania (6,3%), Lussemburgo (6,6%) ed uguale rispetto alla Romania (5,8%).
D’altra parte, potremmo ipotizzare che la repentina diffusione della tecnologia abbia contribuito alla contrazione della diffusione e consumo di libri e quotidiani in formato cartaceo. Ipotesi che dati alla mano si rivela errata: infatti, secondo i dati Istat solo il 6,2% dei siciliani ha letto nel 2014 libri online o e-book; stessa cosa dicasi per la lettura di quotidiani e riviste su internet (25,5%).
Dunque, senza dubbio il ridotto potere d’acquisto delle famiglie e la fruizione tecnologica delle informazioni spesso gratuita (nel caso dei quotidiani) hanno fatto sì che il consumo di libri, quotidiani e riviste si contraesse notevolmente, ma non si tratta certamente delle uniche ragioni. Spesso si va ben oltre, trattandosi della perdita di valori prettamente culturali. Sembra quasi aver dimenticato l’importanza formativa dei libri, quella che ci amplia gli orizzonti raccontandoci storie reali o ai confini dell’immaginazione, quelle che storie che ci fanno viaggiare e ci fanno percorrere tragitti che mai sogneremo di intraprendere. Ma non è tutto.
L’Istat dona una forse esaustiva definizione dell’importanza della lettura: “La lettura di libri gioca un ruolo importante nel processo di crescita individuale, fin dalle più giovani fasce di età. Più gli individui leggono, più riescono a mantenere aggiornate, efficienti e flessibili le loro conoscenze, ossia il loro capitale umano”.
Negli stessi termini si è espresso il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il quale durante la cerimonia al Quirinale per la giornata mondiale del libro ha dichiarato: “Leggere è una ricchezza per la persona e per la comunità. È una porta che ci apre alla conoscenza, alla bellezza, a una maggiore consapevolezza delle nostre radici, ai sentimenti degli altri che spesso ci fanno scoprire anche i nostri sentimenti nascosti”.
Dunque, si tratta di risvegliare il latente piacere della lettura, di sensibilizzare i non lettori ad intraprendere quest’attività che nutre di nuova linfa l’anima. Proprio un’attività di sensibilizzazione è stata quella svolta in tutta Italia dai “messaggeri del libro”, ovvero volontari che lo scorso 23 aprile, giornata mondiale del libro, si sono fatti carico di consigliare e distribuire gratuitamente circa 240 mila libri, con l’obiettivo di convincere alla causa della lettura anche i più recalcitranti. Ulteriore iniziativa che potrebbe incentivare la lettura è quella proposta dalla Federazione della filiera della carta e della grafica, consistente nel rilascio di un bonus libri ai ragazzi di età compresa tra i 18 e i 25 anni. Il bonus imporrebbe al lettore l’esclusivo pagamento del 25% del valore dei libri o quotidiani acquistati, mentre il restante 75% sarebbe a carico dello Stato, per un valore massimo di 100 euro. Specifichiamo che si tratta solo di una proposta e non di un’attività in corso.
In conclusione, auspichiamo la buona riuscita delle seguenti attività e proposte dal notevole valore, così da ritornare a nutrirci del cibo dell’anima.

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