Bilancio falso, ancora clientelismo - QdS

Bilancio falso, ancora clientelismo

Carlo Alberto Tregua

Bilancio falso, ancora clientelismo

martedì 05 Maggio 2015

Senza investimenti, Pil negativo

Per il flop della Regione a Expo 2015, il bravo Presidente si è arrabbiato per cui tremano le colonne d’Ercole. Il suo buuuu ha fatto terrorizzare i dirigenti dell’Expo che hanno consegnato gli spazi alla Regione il 30 di aprile, per cui è stata stanziata la modica somma di dieci milioni. Come mai Crocetta non si è preoccupato di farsi consegnare gli spazi il primo e non il 30 di aprile? La risposta alle persone di buon senso.
A metà mattina del primo maggio, i grandi lavoratori dell’Assemblea regionale hanno approvato finanziaria e bilancio 2015, salvandosi così dall’autolicenziamento. Una finanziaria qualsivoglia approvata più per mettere in salvo i loro stipendi che non i 379 mila disoccupati siciliani ed il milione di poveri.
L’assenza del presidente in Assemblea è stata sintomatica, anche se il buon samaritano Baccei ha detto di essere stato aiutato. Dalla sua assenza?

Ecco alcuni dei principali rilievi di fronte a questa finanziaria bluff. Il primo riguarda i residui attivi di crediti incerti della Regione, che sono semplicemente carta straccia. Questa posta doveva essere semplicemente eliminata perché in nessun bilancio, pubblico o privato, si possono riportare crediti inesigibili.
Altro grave rilievo riguarda l’avere cancellato 680 milioni del Fondo sviluppo e coesione, Fsc (ex Fas), destinati a investimenti e girati, invece, alla copertura della spesa corrente: un modo economicamente deficiente per continuare a far precipitare Pil e occupazione in Sicilia.
Altro rilievo riguarda il nuovo mutuo da assumere, che, tradotto, significa accollare alle generazioni successive ulteriori debiti ammontanti, per tutti gli enti siciliani, a 19,1 miliardi (17,4 miliardi cui si sono aggiunti 1,7 miliardi di disavanzo 2014).
Un ulteriore rilievo grave riguarda la mancata previsione di cofinanziare i fondi europei del Po 2007/13, per cui le spese non certificate entro l’8 dicembre di quest’anno, cioè tra sette mesi, comporteranno l’annullamento da parte dell’Ue di tali fondi a favore della Sicilia.
Ancora più grave è non avere previsto nella finanziaria il cofinanziamento del Po 2014/20 per cui, a distanza di un anno e mezzo, ancora non si sono formulati progetti e aperti i cantieri.
 

Sembra del tutto paradossale che l’elenco dei progetti pronti e già finanziati per opere pubbliche pari a 3,76 miliardi, per 476 lavori pubblici attivabili e mai avviati, restino ancora nel cassetto. Nessuna norma per procedere rapidamente in tal senso.
Del tutto inefficace è la manovra che riguarda i dipendenti regionali perché non viene determinata, attraverso il Piano aziendale anticorruzione, la quantità degli esuberi stimati dal QdS in oltre diecimila, anzi non si sa con quale criterio si preveda l’assunzione di un centinaio di nuovi dipendenti.
Del tutto ridicola è la questione che riguarda i pensionati. Infatti i privilegiati regionali potranno ancora andare in pensione con le regole pre-Fornero, per tutto il corrente anno, nel 2016, con un’ulteriore finestra nel periodo 2017-2020.

Per conseguenza, le pensioni saranno equiparate a quelle degli statali oltre tale periodo. La questione delle pensioni della Regione siciliana dovrebbe essere oggetto di vignette di Forattini! Che senso ha pensionare i dipendenti, quando questa operazione non arreca alcun alleggerimento del bilancio, dal momento che si tratta di un semplice trasferimento da un capitolo all’altro dello stesso?
Caro Alessandro Baccei, Lei viene definito il custode del rigore, ma è come se rigore possa definirsi il buffetto di un insegnante nei confronti di un allievo, che gli ha sputato in faccia!
Di quale rigore si va parlando, quando l’Assemblea regionale continua a costare 158 milioni contro i 62 del Consiglio della Lombardia? Quando si continuano a mantenere a contratto duemila unità tra dirigenti della Regione e dirigenti dell’Ars, che percepiscono stipendi che oscillano tra 90 e 240 mila euro? Quando non c’è un euro per gli investimenti?
Ma come dovrebbero aumentare, occupazione e Pil in Sicilia, senza aprire i cantieri, senza fare investimenti, senza sostenere efficacemente le centinaia di migliaia di piccole e medie imprese artigianali, agricole, commerciali e industriali?
“Crocetta è sugli scudi” titolava un giornale. Sì, ma si tratta di scudi falsi.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017