Tutti in piazza a Catania contro la #Buonascuola - QdS

Tutti in piazza a Catania contro la #Buonascuola

Gianluca Reale

Tutti in piazza a Catania contro la #Buonascuola

martedì 05 Maggio 2015

Un successo lo sciopero indetto dai sindacati confederali insieme con Snals e Gilda. Nel pomeriggio la Flc Cgil dà anche le cifre: 20 mila in piazza, adesione allo sciopero del 90 per cento.

E’ stato un lungo serpentone colorato, pacifico ma arrabbiato quello che ha attraversato Catania stamattina per dire no al disegno di legge sulla “buona scuola” del governo Renzi. Un serpentone che ha visto sfilare assieme tantissimi docenti, personale della scuola e anche un po’ di studenti. Un successo lo sciopero indetto dai sindacati confederali insieme con Snals e Gilda, almeno a giudicare dalla partecipazione alla manifestazione. C’erano anche i Cobas, in coda al corteo. Nel pomeriggio la Flc Cgil dà anche le cifre: 20 mila in piazza, adesione allo sciopero del 90 per cento.
 
Sono venuti da mezza Sicilia, da Catania e provincia, da Siracusa, da Ragusa, da Enna e Caltanissetta anche grazie all’organizzazione dei sindacati che hanno organizzato una trentina di pullman e fornito fischietti a tutti. In tanti si sono accodati senza appartenere ad alcuna sigla, però. Perché il dissenso con quello che sta combinando il governo è forte. E sono tantissime le donne, le insegnanti, ormai circa il 90% del corpo docente delle scuole siciliane come italiane. Tutte in prima fila, tra striscioni colorati e slogan, con la consapevolezza che oggi è il giorno in cui bisogna esserci, il giorno in cui far sentire la voce di chi la scuola la fa tutti i santi giorni e sa cosa significa non avere un rotolo di carta igineica, doversi pagare le fotocopie per fare i compiti in classe, avere lim, computer e tablet e non avere nessuna assistenza tecnica, non avere palestre, mense e poter offrire il tempo pieno. D’altronde, dice l’ex preside di un liceo prestigioso di Catania: “La riforma della scuola si fa dando alla scuola le risorse economiche”.
 
Professori arrabbiati, dunque e anche preoccupati per il metodo e il contenuto del ddl che è in discussione in commissione alla Camera dei Deputati e che il 14 approderà in aula.
 
Il carico il carico di responsabilità che la riforma accollerebbe ai presidi potenziando la figura del dirigente scolastico, gli albi territoriali che non si sa come saranno formati, l’azzeramento dei punteggi faticosamente conquistati nelle graduatorie, il punto interrogativo delle “chiamate” da parte dei presidi. E anche la questione delle assunzioni dei precari, più un atto dovuto che una decisione del governo. In piazza si tema che ci sia un preciso progetto di smantellamento della scuola pubblica. E fanno ancor più paura le deleghe che su molte materie (ben 13) il ddl assegna al governo, che così resterebbe il solo a decidere come struttura la scuola. Per questo la voce dei docenti, da quelli della primaria a quelli delle superiori, è univoca: la “buona scuola scuola siamo noi”, gridano, “Renzi ascoltaci”. 
 
 
 
E mentre in mezzo ai docenti – e diversi genitori venuti a manifestare – la deputata 5 Stelle Maria Marzana solidalizza con i professori che protestano, si giunge in piazza Roma, che ospita i comizi finali, con gli interventi di Giusto Scozzaro segretario generarle Flc Cgil Sicilia, Antonella Distefano, segretario generarle Flc Cgil Catania, Rosa Mongillo per la Cisl nazionale, Giuseppina Digiacomo, per lo Snals nazionale e Filippo Tortorici, per Gilda nazionale. E poi, i segretari di categoria provinciali Giuseppe Denaro, Cisl Scuola, Salvo Mavica, Uil Scuola con Giacomo Parisi, segretario generale Uil, e Giovanni Tempera Snals.

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