Guido Nicolò Longo: "La nuova criminalità attacca l’economia" - QdS

Guido Nicolò Longo: “La nuova criminalità attacca l’economia”

Gaia Perniciaro

Guido Nicolò Longo: “La nuova criminalità attacca l’economia”

sabato 09 Maggio 2015

Forum con Guido Nicolò Longo, Questore di Palermo

In cosa è cambiata Palermo rispetto a come l’aveva lasciata quando era alla Sezione Antimafia?
“Palermo è cambiata come è cambiato il mondo, è omologata alla situazione italiana, europea e mondiale. Ho lasciato una città in lacrime dopo le stragi e ho colto una popolazione che adesso vive le problematiche tipiche di qualunque megalopoli: le attività commerciali e imprenditoriali vanno a esaurirsi e la crisi accentua una situazione quotidiana fatta di difficoltà sociali ed economiche. Noto inoltre una corruzione abbastanza generalizzata”.
A livello di sicurezza sul territorio cosa è cambiato maggiormente?
“Non esiste più la ‘Cosa Nostra’, ma bisogna stare attenti perché di questa girano ancora i soldi, come girano i personaggi di antica memoria. Adesso combattiamo una criminalità organizzata più simile alla Camorra, che non si evidenzia più come patto di sangue, ma cerca altre soluzioni e agisce sul piano economico”.
Cosa si può fare per dare maggiore sicurezza al territorio?
“I cittadini devono capire che bisogna prendere precauzioni. Con una situazione di bisogno generalizzato è ovvio che i reati contro il patrimonio vanno ad aumentare, ne scopriamo parecchi, la polizia si impegna molto e la magistratura li condanna, ma è chiaro che il cittadino dovrebbe attrezzarsi maggiormente ed essere vigile e celere nel dialogo con le forze di polizia in caso di eventi e personaggi sospetti”.
Cosa l’ha colpita di questa città?
“La cittadinanza si sta misurando con problematiche nuove, prima sconosciute, come l’immigrazione, eppure stimo facendo fronte all’emergenza in maniera egregia. Mi ha commosso la capacità d’accoglienza straordinaria del popolo siciliano, stiamo dando una grande testimonianza al mondo. La Questura si sta muovendo bene sia sul piano dell’assistenza, con gli altri organi istituzionali come la Prefettura, gli Enti Locali, le associazioni di volontariato, le Asp e la Croce Rossa, sia sul piano repressivo, con un vero pool di magistrati sul piano investigativo. Vero è che il problema immigrazione non è solo nostro, che l’Europa deve darci una grossa mano, come pure gli organismi internazionali, con azioni politiche nei confronti di paesi che stanno perdendo quasi per intero la popolazione”.
Di quanti uomini e mezzi disponete? Giudica idoneo l’apparato che governa?
“Disponiamo di 3.800 uomini tra Palermo e provincia. Dedichiamo maggiore impegno al comparto giudiziario e alle misure di prevenzione, ovvero il controllo del territorio, incluso l’ordine pubblico. Non abbiamo criticità particolari, forse se fossimo di più e avessimo più mezzi sarebbe meglio per tutti, però già così riusciamo a fare fronte anche a parecchie situazioni insolute di tipo economico-sociale. Il nostro è un mestiere che purtroppo vive di emergenze, ma data la natura della mia esperienza ho impostato la questura sul piano investigativo perché credo fortemente all’azione non solo repressiva, ma preventiva. Se si capisce bene, si agisce bene, al di là dell’impatto della problematica. Ritengo necessario capire le ragioni che vi stanno dietro”.
Qual è il suo rapporto con il personale?
“Sono vicino alle persone del mio organico e verso loro ho un occhio di riguardo, il nostro è un rapporto estremo di fiducia reciproca e vicinanza. Ho colto grande soddisfazione da parte del personale per il mio arrivo, conoscevo parecchia gente che ancora lavora e che sa perfettamente chi sono, come sono e quali sono i miei ritmi di lavoro e i miei metodi”.
 
Come giudica il rapporto con la società civile? Avete in mente progetti per migliorare il rapporto?
“Il rapporto con la cittadinanza è ottimo. In questi mesi siamo riusciti a sventare parecchi furti e qualche rapina proprio grazie alle segnalazioni di cittadini riguardo a persone sospette. Per crescere ulteriormente in termini di sicurezza partecipata comunque alcuni retaggi del passato andrebbero rimossi. Intendo stringere nuovi rapporti con le scuole per far conoscere ai giovani i fatti del passato, che ho vissuto come testimone”.
Cosa suggerirebbe al popolo siciliano?
“Dobbiamo avere più fiducia nel futuro. Ci troviamo in un momento di difficoltà generalizzato, ma abbiamo un grande cuore, forza di volontà e soprattutto grandi capacità individuali, non sprechiamole. Abbiamo fatto fronte a problematiche altrettanto importanti, qui si è combattuta una guerra civile negli anni ’80 contro il terrorismo, negli anni 80’ e 90’ si è combattuta la grande criminalità, ora non possiamo arrenderci: dobbiamo impegnarci e non aspettare che le soluzioni piovano dall’alto. Siamo un grande popolo e dobbiamo riprenderci”.
State portando avanti qualche un progetto innovativo?
“Ho trovato avviato, e spero di portare a compimento, l’informatizzazione degli uffici per assicurare al cittadino un servizio più rapido e sicuro”.

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