Scandalo gettonopoli, Ars alla resa dei conti - QdS

Scandalo gettonopoli, Ars alla resa dei conti

Raffaella Pessina

Scandalo gettonopoli, Ars alla resa dei conti

martedì 12 Maggio 2015

Licenziamento Ufficio Stampa Regione, la Corte d’Appello di Palermo dà ragione ai giornalisti. Si discute oggi il ddl sulla riorganizzazione dei consigli comunali

PALERMO – Ricomincia oggi finalmente, dopo una settimana di riposo, l’attività dell’Assemblea regionale siciliana, con la seduta d’Aula prevista per le ore 16. All’ordine del giorno il ddl sulla riorganizzazione dei consigli comunali. Come prevedibile gli animi si sono già scaldati da ieri, soprattutto quelli dei componenti del gruppo del Movimento Cinque Stelle all’Ars.
 
I grillini infatti hanno detto di attendere al varco gli altri partiti quando si comincerà la discussione sul ddl in oggetto, per il quale proprio il movimento di Grillo aveva presentato diversi emendamenti che servirebbero “ad archiviare la stagione di gettonopoli esplosa negli ultimi mesi” è scritto in una nota.
 
“Vedremo – ha detto il capogruppo Salvatore Siragusa – chi si schiererà a favore della casta per mantenere i privilegi dei consiglieri o chi a favore dei cittadini. Lo scandalo gettonopoli che il Movimento ha tirato fuori un po’ ovunque in Sicilia ha dimostrato, ove ce ne fosse stato bisogno, che le commissioni consiliari erano diventate una sorta di stipendificio, senza peraltro recare in tantissimi casi nessun ritorno positivo per la collettività”.
 
Gli emendamenti prevedono l’erogazione di un solo gettone al giorno per tutte le sedute di commissione e dei consigli comunali, la previsione di un tetto massimo all’importo dei gettoni di presenza e al loro numero mensile (che non potra’ superare i venti), e la riduzione del numero dei componenti dei consigli. “Se l’Aula non sarà in grado di mettere fine a questo malcostume – ha detto  il deputato Francesco Cappello – allora l’Anci si attivi presso i suoi associati perchè i consigli si autoriducano i gettoni e si ponga fine alle pratiche dei ‘furbetti’”.
 
Intanto è difficile pensare che il ddl possa essere licenziato in tempi brevi, poiché il partito del Presidente della Regione, il Partito Democratico, dopo gli ultimi sviluppi che hanno portato a forti fratture al suo interno, dovrà dimostrare di essere riuscito a ritrovare quell’unità utile per la approvazione dei documenti legislativi in Aula e poi perché, sia per la mancanza cronica dei rappresentanti del Governo a Sala d’Ercole, più volte lamentata sia dal Presidente dell’Ars Ardizzone, che dai deputati di maggioranza ed opposizione, sia per la sporadicità delle sedute parlamentari, i lavori  potrebbero procedere a rilento.
 
Intanto, procede la vicenda dei giornalisti dell’ufficio stampa della Presidenza della Regione e licenziati nel 2012 dal Governatore Crocetta e in particolare dei giornalisti Gregorio Arena e Giancarlo Felice, la Corte di appello della sezione di Palermo, pur confermando, che il rapporto di lavoro tra i due giornalisti e la Regione era di “natura subordinata”, la Corte ha ritenuto di dovere trasmettere gli atti alla Corte Costituzionale affinchè si pronunci sulla legittimità della procedura di assunzione che risale al 1991 e al ‘92 e che prevedeva una modalità di selezione tra coloro che possedevano determinati requisiti professionali, suggellata di legittimità anche dal visto della Corte dei conti.

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