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Catania – “Mecenatismo, la legge c’è ma nessuno si fa avanti”

Giorgia Lodato

Catania – “Mecenatismo, la legge c’è ma nessuno si fa avanti”

martedì 12 Maggio 2015

L’assessore comunale alla Cultura, Orazio Licandro, analizza il recepimento in città della legge “Art bonus” . Benefici e agevolazioni fiscali, associazioni “disponibili” ma non sembrano pronte

CATANIA – In un momento storico drammatico in cui tutti dicono che non c’è un euro per la cultura, un ruolo fondamentale viene svolto nella nostra città dalle associazioni culturali che si muovono sempre di più per il recupero territoriale e sociale di Catania. Privati che si avvicinano al patrimonio culturale dunque, anche grazie alla legge Art Bonus proposta dal ministro dei Beni e delle Attività culturali, Dario Franceschini, che prevede la deducibilità del 65% delle donazioni devolute per il restauro di beni culturali pubblici e agevolazioni fiscali nel settore turistico.
“Abbiamo comunicato la presenza di questo nuovo strumento ma ancora non c’è stata nessuna offerta – dice l’assessore alla Cultura, Orazio Licandro -. A Catania ci stiamo impegnando per stare al passo con lo standard europeo, la città è piena di turisti e sono tornate le scolaresche. Alcune statistiche indicano come, nonostante i tanti problemi ancora da risolvere, la reputazione della città sia migliorata”.
Le associazioni catanesi si dicono disponibili a prendersi cura dei patrimoni che la città offre, anche se resta chiaro che nessuno può essere depositario di qualcosa in questo senso. “Troveremo gli strumenti giuridici e non – conclude l’assessore – per garantire innanzitutto il godimento dei beni a tutti”.
L’associazione culturale Gammazita è accanto al Castello Ursino. Questa posizione consente un avvicinamento del quartiere alla cultura, anche grazie ad iniziative come ‘Piazza dei libri’, che ha trasformato un parcheggio abusivo in una biblioteca urbana dove ci si può fermare per leggere il giornale o un buon libro, con laboratori ed eventi di ogni tipo.
“Grazie ad attività come la scuola popolare di percussioni o quella di giocoleria – racconta Daniele Cavallaro – i bambini sono entrati in contatto con noi e ormai la loro presenza è costante. Piano piano sono arrivati anche i genitori che attraverso i figli hanno imparato a conoscerci. è un quartiere difficile dove il tasso di dispersione scolastica è altissimo e i ragazzi non hanno molte alternative alla strada, per questo nel nostro piccolo cerchiamo di offrire delle attività creative”.
Dal novembre del 2009 l’associazione Officine Culturali è impegnata nella valorizzazione del patrimonio culturale tangibile e intangibile e dal 2010 ha attivato una convenzione con l’Università di Catania. “Gestiamo i servizi di valorizzazione – spiega il presidente dell’associazione Francesco Mannino – cioè aiutiamo il pubblico a comprendere il patrimonio culturale. Un museo ha senso non solo quando è in grado di conservare materiali e collezioni ma anche quando sa comunicare un sito architettonico. Ed è qui che entriamo in gioco noi, con le visite guidate e con attività didattiche e ludiche dedicate ai bambini”.
 
L’associazione è nata con un budget ristretto e oggi conta 9 dipendenti che lavorano nel settore che per tutti è stato quello di formazione dell’Università. Questo è il risultato della collaborazione con questo ente, che permette di valorizzare il patrimonio e creare posti di lavoro. “L’idea alla base di Officine Culturali – continua Mannino – è che la cultura è patrimonio dell’umanità e appartiene a tutti. L’accesso ai contenuti è fondamentale e deve essere, oltre che di qualità, continuativo: infatti il nostro ufficio è aperto tutti i giorni tranne il 25 dicembre”.  Come vi aiutano le istituzioni? “Se parliamo dell’aspetto economico possiamo metterlo da parte perché gli aiuti arrivano solo in qualche rara eccezione. Chiediamo due cose alle pubbliche amministrazioni: da una parte vorremmo capire qual è la loro visione sul futuro della nostra città, se la immaginano più turistica o a misura di cittadini per esempio, dall’altra servono facilitazioni amministrative per le questioni burocratiche, che in alcuni casi abbiamo avuto”.
Si può dire che le associazioni culturali sostituiscono il lavoro delle istituzioni? “Direi che si affiancano più di prima. In Italia si parla molto di “secondo welfare” per indicare il fatto che il no profit con 5 milioni di volontari e 700 mila addetti pagati si sostituisce agli enti pubblici. Possiamo dire che loro mettono a disposizione i siti e il personale e le associazioni contribuiscono portando dentro i contenuti, quindi completando l’offerta”.
 

 
L’esperienza nel Bastione degli Infetti
 
CATANIA – Il Comitato popolare Antico Corso si dedica al recupero della parte vecchia della città, come il Bastione degli Infetti, cioè le mura cinquecentesche di Carlo V. “L’Antico Corso è il cuore della città – spiegano Salvo Castro, presidente del comitato, e Pippo Lanza – e siamo rimasti stupiti quando la zona è stata tagliata fuori dal Parco Archeologico. Quattro anni fa abbiamo cominciato a ripulire il Bastione e farlo visitare alle persone che scavalcavano per ammirare questo monumento”.
Il comitato, nato nel 2000, ha dimostrato un attaccamento tale a questo luogo che il Fai lo ha candidato alla campagna ‘I luoghi del cuore’. “Abbiamo realizzato una bella campagna in soli 2 mesi e siamo 33° sulla scala nazionale dei siti dismessi che hanno partecipato a questa iniziativa. Su base regionale siamo terzi e questo ci dà la possibilità di poter presentare una richiesta di finanziamento fino a 30mila euro per la ristrutturazione”.
Si lavora per il recupero dell’Antico Corso, ma il comitato aspetta ancora che si dia attenzione a questa parte della città. “Stiamo aspettando che l’Università di Catania ci chiami per una collaborazione che dia benefici a chiunque voglia fruire di quest’area. Spesso i giovani sembrano estranei a questa città e questo ci dispiace perché sono i primi che la vivono appieno”.

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