Imu agricola, alla ricerca di soluzioni - QdS

Imu agricola, alla ricerca di soluzioni

Chiara Borzi

Imu agricola, alla ricerca di soluzioni

venerdì 15 Maggio 2015

Promessa riduzione degli estimi catastali. Ancora nulla di fatto, la Regione se ne occuperà prima dell’estate. Intanto la Sicilia nominata coordinatrice della commissione Stato-Regione sulle politiche agrarie

PALERMO – La caparbietà con cui la Sicilia si è opposta al pagamento dell’Imu sui terreni agricoli ha prodotto risultati non indifferenti, ma non il blocco della nuova tassazione. Era stato lo stesso assessore all’Agricoltura Nino Caleca a dibattere più volte con il ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina cercando di fare comprendere allo stesso Martina come un pagamento dell’imposta municipale unica anche sui terreni agricoli avrebbe rappresentato un deterrente troppo forte per il primo settore siciliano in crisi.
Questa posizione e tutte le altre connesse sono mantenute da oltre 3 mesi dall’assessorato regionale, che chiede profonde riflessioni sul caso. “Chiediamo al Parlamento nazionale e al Governo nazionale di rivedere alcuni criteri. – aveva dichiarato da Catania Caleca – Le tasse si pagano e vanno pagate, ma noi chiediamo al Parlamento di considerare come l’applicazione del pagamento dell’Imu in Sicilia possa avere effetti catastrofici per la nostra economia. è una richiesta ragionevole e razionale. Prevediamo diverse soluzioni – ha continuato l’assessore – come la ridiscussione dei criteri. Ogni possibilità noi siamo disposti a considerarla, tuttavia, così com’è, l’Imu rappresenta per noi una catastrofe”.
A marzo l’Imu sui terreni agricoli è diventata comunque legge, scatenando le preoccupazioni e la rabbia del nostro comparto agricolo regionale. Il coordinamento Agrinsieme chiese un incontro al presidente della Regione Rosario Crocetta, da cui però non è giunta mai risposta. A Crocetta si chiedeva di impugnare la legge e battersi per il riconoscimento della sua incostituzionalità per via della condizione di insularità della Sicilia. Un passaggio ovvio che poteva essere utile ad esonerare la Regione dal pagamento.
Ulteriore proposta fatta dal coordinamento Agrinsieme è stata quella di spingere i sindaci dell’Anci a ricorrere in Commisione Tributaria, chiedendo di tener conto dell’aliquota minima prevista per legge nell’esercizio del bilancio provvisorio. La revisione degli estimi catastali e la costituzione di tavoli sulla fiscalità in agricoltura hanno costituito, infine, altri tipi di proposte che Agrinsieme decise di sostenere per fare almeno chiarezza e tassare consapevolmente il settore agricolo. Il mondo agricolo, come a marzo affermato dal presidente Cia Catania, Giuseppe Di Silvestro, si era detto pronto ad una “battaglia dura” che poteva spostarsi a maggio sino all’Expo di Milano. Ad oggi, però, questo non è avvenuto.
Tra queste proposte l’assessorato all’Agricoltura ha sposato quella riguardante gli estimi, promettendone una riduzione. Un provvedimento che può rendere più efficace il rapporto tra tassazione e il mondo agricolo a prescindere dall’Imu. In Sicilia si continua a rischiare, infatti, di corrispondere allo Stato del denaro dalla tassazione superiore o comunque non corrispondente al valore reale dei terreni. S’invoca spesso uno stesso aggiornamento degli estimi del Catasto e già da tempo si levano costanti lamentele da parte degli agricoltori, soprattutto da quando, negli anni del governo Monti, si decise l’aumento dei coefficienti. Come anticipato l’assessorato all’Agricoltura si era impegnato per abbassare gli estimi, ma ad oggi non si hanno notizie di azioni concrete.
 

 
Dall’Assessorato. Una battaglia che continueremo a portare avanti
 
“Non ce ne stiamo ancora occupando”. è questa la risposta che giunge dall’assessorato all’Agricoltura riguardo l’abbassamento degli estimi catastali. “Lo faremo però al più presto, prima dell’estate” è stato fatto sapere al Quotidiano di Sicilia, grazie alla sollecitazione fatta dallo stesso assessore all’Agricoltura Nino Caleca. è evidente il cambio di marcia all’interno dell’assessorato, ma non si riesce comunque ad agire tempestivamente sui problemi che interessano gli imprenditori agricoli siciliani. Un riconoscimento a questo nuovo concentramento positivo di forze è stato attribuito comunque, con merito, alla Sicilia dallo stesso ministero all’Agricoltura, che ha investito la nostra Regione del compito di coordinare la commissione Stato-Regioni sulle politiche agrarie. Istituzionalmente avremo il compito di avanzare proposte che dal 2016 potranno essere prese in considerazione dal dicastero romano per rivedere i criteri dell’Imu agricola. “Quella sull’Imu è una battaglia che continueremo a portare avanti in tutte le sedi – ha dichiarato l’assessore Caleca – Ci batteremo seguendo il principio di adeguamento delle norme comunitarie con le nazionali: in Europa siamo riconosciuti come regione svantaggiata e paghiamo l’imu ad un livello più alto rispetto le zone non svantaggiare. Inoltre siamo zona soggetta a spopolamento e un simile intervento potrebbe solo accelerare questo processo. Siamo estremamente determinati”.

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