Pentastellati dell’Ars avanti con le riforme - QdS

Pentastellati dell’Ars avanti con le riforme

Carlo Alberto Tregua

Pentastellati dell’Ars avanti con le riforme

sabato 16 Maggio 2015

I partiti abituati a ingannare

Ammoniva Giulio Raimondo Mazzarino (1602-1661), cardinale ma non prete (obbligo assunto con il diritto canonico voluto da Papa Benedetto XV nel 1918), e primo ministro del Re Sole, nel suo Breviario dei politici: Mentite, mentite, mentite, tanto i cittadini non si ricorderanno delle vostre menzogne.
Sembra un monito scritto ai nostri tempi. Se si avesse un po’ di pazienza e si rileggessero i programmi degli uomini politici di questo settantennio, si troverebbe che tutti o quasi hanno fatto promesse e assunto impegni regolarmente non mantenuti. Ciò perché sconoscono o ignorano volutamente i princìpi etici che dovrebbero informare la Politica, quella vera e non quella che sono abituati ad esercitare i politicanti.
La conseguenza è che i cittadini hanno capito che non si possono più fidare della Classe politica e hanno cominciato a disertare le urne, unico modo per protestare silenziosamente. Addirittura, nell’ultima tornata di elezioni locali di domenica 10 maggio, vi sono stati Comuni nei quali ha votato meno della metà degli aventi diritto, con la conseguenza che la tornata elettorale è stata dichiarata non valida.

In questo quadro vi è stata una vera novità: la formazione politica del Movimento 5 Stelle, che ha attirato le proteste di coloro che prima non avevano votato e che così avevano sperato di dare una svolta al quadro politico.
Centinaia di parlamentari sono entrati nelle Camere e tantissimi nei Consigli regionali e comunali. Ovviamente si tratta di giovani e meno giovani che non avevano esperienza, né preparazione sulle attività istituzionali. Ma, piano piano, si stanno facendo le ossa e cominciano a diventare protagonisti della vita nazionale e locale.
Abbiamo spesso criticato le iniziative di Grillo e Casaleggio e gli eccessi di giovani parlamentari che si sono fatti prendere la mano, uscendo decisamente dai canoni istituzionali. Tuttavia, molte delle loro proposte legislative vengono incontro alla necessità di diffondere equità nella Comunità nazionale.
Quella più eclatante riguarda il reddito di cittadinanza. Se questa legge fosse approvata, a ogni cittadino, per il fatto stesso di essere tale, dovrebbe essere elargito un assegno di 780 euro al mese, in attesa che trovi lavoro.
 

La questione è iperbolica per almeno due motivi. La prima, perché l’attuale bilancio dello Stato, che ha l’obbligo del pareggio ai sensi dell’art. 81 comma 4 della Costituzione, non consentirebbe l’enorme aggravio di spesa corrente, stimata in oltre venti miliardi. La seconda, riguarda la non convenienza ad aumentare la spesa corrente, sottraendo tali risorse agli investimenti e alle opere pubbliche.
Il nodo della situazione economica e occupazionale del Paese è proprio qui: eccesso di spese correnti, scarsa quantità di risorse agli investimenti.
Se a quanto precede si aggiunge il peso finanziario conseguente alla recente sentenza della Corte costituzionale, che impone la rivalutazione e, quindi, la restituzione di quanto precedentemente tolto ai pensionati, fa comprendere come la situazione sia diventata insostenibile per l’equilibrio di bilancio.
Ci auguriamo che anche in questa occasione i responsabili istituzionali e i partiti che li sostengono non continuino a ingannare i cittadini, dicendo invece loro la verità, senza mezzi termini.

E veniamo alla Sicilia. I quattordici consiglieri-deputati pentastellati dell’Ars si sono dimezzati lo stipendio, ma non sono riusciti a farlo dimezzare ai loro colleghi, che resistono fieramente per mantenere privilegi che non hanno i consiglieri delle altre Regioni.
Hanno presentato ddl per l’accelerazione della spesa dei fondi europei e dei fondi di sviluppo e coesione. Hanno proposto di ridurre la spesa corrente e di accelerare gli investimenti. Ma la loro azione non trova spazio su quotidiani e televisioni regionali, con la conseguenza che i siciliani non sanno quasi nulla di ciò che essi fanno.
Alcune delle loro proposte coincidono con la linea editoriale del QdS, con la conseguenza che saranno oggetto di attenzione, per informare i cittadini che c’è qualcuno che ha a cuore i loro interessi.
Dobbiamo sottolineare che vi sono tanti altri consiglieri-deputati dell’Ars che perseguono la linea del rigore e dell’equità. A tutti costoro daremo spazio per l’informazione.

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