Il vino siciliano si allea con il karaoke per conquistare i consumatori cinesi - QdS

Il vino siciliano si allea con il karaoke per conquistare i consumatori cinesi

Liliana Rosano

Il vino siciliano si allea con il karaoke per conquistare i consumatori cinesi

martedì 19 Maggio 2015

Un nuovo progetto portato avanti da 14 aziende siciliane che nel triennio 2015/17 investiranno 4,6 mln €. Il nettare dell’Isola servito durante le Ktv, le competizioni di canto amatoriale in voga nel Paese

PALERMO – Il vino siciliano sbarca alla conquista della Cina. L’obiettivo è quello della promozione e valorizzazione mirata all’apertura di nuovi mercati commerciali in Oriente.
Si tratta di un nuovo progetto portato avanti da 14 aziende siciliane che fanno riferimento alla Pro.Vi.Di. Sicilia e che, nel triennio 2015/2017, investiranno 4,6 milioni di euro nella creazione di nuove relazioni commerciali con l’Est asiatico in cui esportare vini siciliani Doc, ad indicazione geografica tipica e Docg.
Oggi, in Cina, dove comunque esiste una buona e antica tradizione nella produzione del vino, stanno mostrando grande interesse e curiosità verso il vino italiano.
Il mercato cinese – secondo dati del 2013 – è considerato il settimo mercato al mondo per consumo di vino, con una stima di 1,26 miliardi di bottiglie vendute, e un trend di crescita che, dal 2009, fa registrare un  +32%. Prevale il consumo di vino rosso, con una preferenza per i vini fruttati e robusti. Al momento dominano i vini francesi, cileni, argentini ed australiani.
L’azione che svolgerà Pro.Vi.Di., grazie ai contributi Ocm (Organizzazione Comune di Mercato) che la Regione Siciliana e l’Unione Europea finanziano nella misura dell’80%, sarà quella di valorizzare il vino attraverso una capillare conoscenza della Sicilia a 360 gradi.
Per questo, è stato pensato un progetto che leghi turismo ed enogastronomia e che richiami paesaggi e territori siciliani.
Il programma opererà contemporaneamente su più fronti; comunicazione, organizzazione degustazioni, incontri con i ristoratori e operatori locali, fiere di settore.
Tra le attività in cantiere, la competizione Ktv “Fly to Sicily”. Le Ktv sono delle sale in cui si svolge il karaoke, uno dei passatempi più apprezzati dal pubblico cinese che in quella sede fa abbondante consumo di cibo e bevande.
Le competizioni nelle quali verrà servito vino siciliano si svolgeranno all’interno di una delle quattro maggiori catene del settore. Il vincitore verrà premiato con un viaggio in Sicilia ed un reportage di viaggio che illustrerà i luoghi visitati.
Altra attività pensate in vista di questo progetto sono “Italian Lyrics for Sicily”, che vuole legare l’immagine del vino siciliano alla grande tradizione lirica italiana, particolarmente amata ed apprezzata in Cina.
 

 
Negli Stati Uniti. I “Millenials” i maggiori estimatori del vino italiano
 
Secondo un’indagine condotta dall’Osservatorio Business Strategies di Nomisma, il vino italiano sta conquistando un target nuovo e molto interessante: i “millenials” americani, vale a  dire i giovani di età compresa tra 20 e 35 anni. La ricerca è stata realizzata su un campione di 3.800 giovani residenti negli Stati di New York, Illinois, California, Miami e Oregon. Secondo il direttore agroalimentare di Nomisma, Denis Pantini, “gli Usa non sono un mercato maturo per i vini italiani. Il vino incide per appena il 10% tra le bevande alcoliche, con la birra all’80%. Il brand Italia è fortissimo presso i nuovi consumatori americani, specie nella categoria dei ‘millenials’, che rappresenta il più grande gruppo demografico (21%  della popolazione) dopo i baby boomers (50-68 anni, 24% della popolazione)”. Al vino italiano vengono riconosciute eleganza (20%) e versatilità  (15%), ma soprattutto qualità (29%). Il 44% dei giovani consumatori americani ritiene i vini italiani qualitativamente superiori a quelli francesi, preferiti da appena 3 consumatori su 100. La Toscana, con il 27% è la regione vinicola più conosciuta, seguita da Veneto e Sicilia (16%) e Piemonte (12%). Il Prosecco è il vero must della Generazione Y con il 42% delle preferenze, sostituito spesso dallo  Champagne o da altri spumanti  italiani (39%).

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