Rifiuti, esportazione complicata e costosa - QdS

Rifiuti, esportazione complicata e costosa

Rosario Battiato

Rifiuti, esportazione complicata e costosa

mercoledì 20 Maggio 2015

I costi del trasferimento stimati dal dipartimento regionale Acque e rifiuti: 200 euro a tonnellata in Italia e 160 all'estero. Il surplus da 2/3mila tonnellate al giorno potrebbe costare alla Sicilia fino a 120 mln di euro in più l'anno

PALERMO – L’unica certezza, al momento, è che all’assessorato si sta lavorando per evitare di portare i rifiuti all’estero, un’opzione che anche l’assessore Vania Contrafatto, intervistata nei giorni scorsi dal QdS, ha considerato come "soluzione estrema" perché sarebbe "molto costosa".
 
La Regione sta montando una resistenza tenace a colpi di ordinanze per modulare il traffico dei rifiuti, e così, ha spiegato l’assessore, è riuscita a mantenere "un po’ di autonomia" in attesa che il Governo nazionale consenta di inaugurare i nuovi impianti per poter così tornare a regime nel lungo periodo.
L’alternativa si chiama esportazione dei rifiuti. E la Regione non ha mai sottovalutato questa strada, così come confermato da una missiva del dipartimento Acque e rifiuti indirizzata al governatore e alla protezione civile nazionale per considerare che l’ipotesi del trasferimento dei rifiuti fuori dai confini regionale non è poi così lontana. Certo, i più maligni credono che la lettera sia un modo per mettere pressione a Roma che non ha voluto ancora accordare i poteri speciali alla Regione, ma il rischio concreto esiste soprattutto per l’assenza di una programmazione che poi si traduce concretamente nell’assenza del tanto atteso piano rifiuti che dovrebbe arrivare entro quest’anno.
Una stima dei costi l’aveva fatta proprio Domenico Armenio, attualmente dirigente del dipartimento Acque e rifiuti, in occasione della sua audizione della fine di marzo alla commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlate. "Mi sono accertato – ha spiegato il dirigente – sia dei costi di conferimento per un eventuale trasferimento all’estero, sia per quelli in Italia". E proprio qui sorge il grosso problema: "I costi di conferimento all’estero sono di circa 160 euro a tonnellata, mentre nell’ambito degli impianti regionali, da un incontro che ho avuto al ministero con operatori del settore, si parla addirittura di 200 euro a tonnellata".
 
Ricapitolando: 160 euro all’estero, 200 euro in Italia. Incluso il trasferimento. La media siciliana è di circa 100 euro a tonnellata. Bisogna considerare che l’articolo 35 dello Sblocca Italia prevede che i gestori degli impianti versino alla casse regionali un contributo nella misura massima di 20 euro per ogni tonnellata di rifiuto urbano indifferenziato di provenienza extraregionale per un fondo destinato "alla prevenzione della produzione dei rifiuti, all’incentivazione della rd, a interventi di bonifica ambientale e al contenimento delle tariffe di gestione dei rifiuti urbani".
La stima è stata realizzata in collaborazione con Federambiente, mentre per quanto riguarda l’estero, "ho fatto approfondimenti su Portogallo, Malta, Austria e Olanda e ci sono prezzi più convenienti, ma questo problema passa sempre per quel discorso del commissariamento". Infatti ci sono ancora questioni tecniche da sbrogliare: il trasporto all’interno della penisola, previsto dall’articolo 35 dello Sblocca Italia, "manca ancora di regolamento". E poi, senza dichiarazione d’emergenza, "non possiamo portare neanche fuori".
La situazione si delinea ben più complicata se si guarda anche lo stato finanziario dei comuni della Regione siciliana. "Sono tutti al dissesto finanziario – ha spiegato Armenio -, quindi, se si devono portare i rifiuti all’estero, bisogna portare i soldi in banchina perché la nave non parte se non si paga anticipatamente". Del resto anche le nuove Srr, le società che hanno sostituito almeno formalmente le vecchie Ato, non sono ancora partite, "e quindi non possono assumersi il carico di quest’operazione".
Non possiamo dire che ci siano ancora numeri ufficiale sul surplus che eventualmente la Sicilia dovrà esportare. Tuttavia è possibile fare una stima. A dicembre la Regione aveva stimato che a partire da marzo ci sarebbe stato un quantitativo quotidiano ingestibile di 2/3mila tonnellate di rifiuti al giorno, pericolo momentaneamente scongiurato. Se la situazione non dovesse sbloccarsi, tuttavia, questo surplus ci costerà parecchio.
 
Consideriamo che la media di conferimento nelle discariche siciliane oscilla intorno agli 80/90 euro a tonnellata, il sovrappiù da pagare sarebbe di 110 euro per l’Italia e di 60 euro per l’estero. Nel primo caso costerebbe 120 milioni di euro all’anno in più, nel secondo di circa 65 milioni di euro.

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