È ancora bufera sulla #Buonascuola - QdS

È ancora bufera sulla #Buonascuola

Patrizia Penna

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giovedì 21 Maggio 2015

Il ddl della riforma incassa l’ok della Camera ma non si placano le polemiche

ROMA – “La Camera approva oggi una pessima riforma della scuola, che non solo non risolve le vere emergenze ma introduce anche norme vergognose”. È quanto ha dichiarato il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.
Non si placa, dunque, la polemica attorno alla riforma della scuola. Renzi, intanto, gongola e ancora una volta canta vittoria: “Grazie a deputati e deputate che hanno trasformato idee e riunioni sulla scuola al Nazareno in buona legge. Orgogliosi della vostra tenacia. Viva il Pd”. Questo il messaggio che il premier, insieme al vicecapogruppo Ettore Rosato e al presidente del Pd, Matteo Orfini, ha inviato ai deputati del Pd dopo l’ok al ddl sulla “Buona scuola” a Montecitorio.
Tra i punti salienti della riforma che sono stati oggetto di accesissimo dibattito, c’è sicuramente la chiamata diretta dei docenti che – spiega Meloni – “porterà  nella scuola il nepotismo e la lottizzazione che hanno già distrutto l’università”.
Ad essere messa gravemente a rischio sarebbe  la libertà di insegnamento sancita dalla Costituzione, perché si attribuisce ad un preside “il potere di licenziare dopo 3 anni un insegnante di cui magari non condivide le idee”.
Il governo sarebbe inoltre colpevole di aver dato troppa Zero assoluto sull’edilizia scolastica, che era la vera priorità da affrontare: Renzi promette gli stessi soldi già annunciati l’anno scorso e si comporta come Veltroni, che da sindaco di Roma inaugurava lo stesso parco 3 volte”.
La bocciatura della riforma, tuttavia, non è unanime.
“Il ddl scuola introduce tante novità, noi abbiamo contribuito in Commissione a modificarlo, inserendo alcune parti significative. Restano però delle criticità, motivo per cui oggi Forza Italia ha deciso comunque di votare contro il provvedimento”. Lo ha detto, a SkyTg24, la deputata e responsabile scuola e università di Forza Italia, Elena Centemero. “Spiace anche il no del governo alla nostra proposta di rendere obbligatorio l’insegnamento del diritto e dell’economia in tutte le scuole superiori”, ha concluso.
Molto critici i pentastellati. I parlamentari del M5S delle Commissioni Cultura di Camera e Senato, hanno parlato di un bluff in riferimento ai “ contentini di cui insegnanti e studenti non sanno che farsene: sono rimasti i punti più critici della riforma, è rimasto l’impianto generale che trasforma la scuola in un’azienda condizionata dai privati e dalla discrezionalità del super manager, non ci sono risorse in più. Per sanare questa frattura con il mondo della scuola, l’unica cosa sensata è ritirare questa riforma e andare avanti speditamente solo con le assunzioni”.
Il ddl ora passa al Senato.
Intanto, il Garante degli Scioperi, Roberto Alesse, in un comunicato ufficiale, fa sapere che lo sciopero indetto dalle sigle sindacali Unicobas, Cobas e Usb, verrà effettuato successivamente alla chiusura delle scuole. I predetti sindacati, conformandosi a quanto già dichiarato dall’Autorità – prosegue il comunicato – con riferimento all’articolo 3, lettera g, dall’Accordo sulla scuola del 1999, hanno esplicitamente escluso ogni forma di blocco degli scrutini per i cicli terminali del percorso scolastico (esami di terza media, maturità, abilitazioni professionali).

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