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Catania – Etna, c’è un titolo da mantenere. Il Patrimonio Unesco è di tutti

Giorgia Lodato

Catania – Etna, c’è un titolo da mantenere. Il Patrimonio Unesco è di tutti

giovedì 21 Maggio 2015

Marisa Mazzaglia (Ente Parco): “Il sistema di smaltimento rifiuti è carente, ma manca anche il senso civico”. Servono vigilanza e controllo, da anni richiesto un sistema di videosorveglianza

CATANIA – Rappresenta la Sicilia nel mondo. Il suo fuoco è distruzione e rinascita, forza e passione. Madre natura è stata generosa con lei, dando vita a uno spettacolo fatto di montagna e mare, sole e neve, che le ha fatto meritare il titolo di patrimonio dell’umanità.
Dal 2013 l’Etna è Patrimonio dell’Unesco e una stele in pietra lavica collocata sul vulcano un paio di mesi fa, ricorda adesso questa unione. Ma la bellezza da sola non basta e considerato che l’Unesco comunque potrebbe fare marcia indietro revocando il titolo, ci si deve impegnare per mantenerla pulita e curata, controllandola costantemente e rispettando i vincoli dettati dall’Unesco. 
In un paradiso del genere l’uomo cosa ci mette di suo?
“L’uomo ci mette tanto – commenta Marisa Mazzaglia, presidente del Parco dell’Etna – ci si sta impegnando per organizzare i servizi e semplificare la fruizione del Parco. C’è un’attenzione sempre maggiore nei confronti del turismo escursionistico e naturalistico, come dimostrano i tanti stranieri che passano dalla nostra sede per avere informazioni”.
L’area del parco è protetta, ma quella circostante spesso è ridotta a una discarica a cielo aperto. Come si interviene su questo?
“E’ una domanda che ci facciamo tutti e la questione riguarda tutta la Sicilia. Cerchiamo di mostrare un’immagine splendida dell’Isola, ma abbiamo un problema, che può sembrare banale ma non lo è: il sistema di raccolta e smaltimento dei rifiuti è estremamente carente perché manca l’impiantistica e non c’è la volontà di crearne una adeguata per lo smaltimento differenziato dei rifiuti. A questo si aggiunge lo scarso senso civico di molte persone. All’interno dell’area protetta il problema è limitato per la crescente attenzione dimostrata e per le iniziative di molti Comuni, che mettono a disposizione contenitori per la raccolta dei rifiuti, soprattutto nelle giornate più a rischio, cioè quelle di vacanza quando l’Etna invasa dalle persone che fanno pic-nic e scampagnate. Tra coloro che volontariamente ripuliscono l’area del parco e l’importante servizio svolto dalle forze dell’ordine questa battaglia sta cominciando a dare i suoi frutti”.
C’è un sistema di video sorveglianza?
“Credo che mettere delle telecamere sposti il problema di 100 metri e i Comuni che lo hanno sperimentato ne sono la prova più evidente. Non so se in un territorio di 59 mila ettari la videosorveglianza potrebbe risolvere il problema e sicuramente sarebbe un investimento enorme. E’ importante svolgere nel migliore dei modi il servizio di vigilanza e quello di repressione dei reati. Di solito nelle discariche si trovano le tracce per risalire alla persona che ha lasciato l’immondizia e si dovrebbero fare le indagini a cui dovrebbero seguire sanzioni”.
 
Un importante compito in questo senso lo svolge il Corpo Forestale, come racconta il comandante del nucleo operativo del Corpo forestale, Luca Ferlito. “Sull’Etna – dice – operano 50 uomini in 7 diverse aree, per curare l’ambiente nella sua accezione più ampia, controllare il territorio, prevenire e e reprimere gli illeciti. Non è facile cogliere sul fatto chi lascia la spazzatura per fare dei verbali e per questo da due anni chiediamo un sistema di videosorveglianza, perché per noi è impensabile vigilare un’area così vasta e con una pressione antropica così rilevante senza l’ausilio della tecnologia. L’abbandono dei rifiuti è ormai un fenomeno di allarme sociale”.
 

 
Sindaco Belpasso: “Ronde di volontari per segnalare reati”
 
CATANIA – Tra i Comuni alle pendici dell’Etna che utilizzano la videosorveglianza c’è quello di Belpasso, di cui il sindaco, Carlo Caputo, è tra i primi ad impegnarsi per fare in modo che quel territorio sia sempre pulito. “Spesso mettiamo telecamere itineranti e chiamiamo volontari che fanno ronde ambientali per segnalare eventuali reati. Si potrebbe fare molto di più, per esempio coordinando tutti i sindaci del Parco. Abbiamo molti problemi da affrontare nel centro urbano, ma ognuno potrebbe migliorare le condizioni del territorio dell’Etna”. Per Caputo bisognerebbe fare accordi con le associazioni di volontariato, mettere telecamere, pubblicare report con le multe effettuate. “Si può andare incontro – racconta il sindaco – a una situazione paradossale: in una strada controllata da due diversi Comuni può succedere che una delle due parti sia pulita e l’altra no. Mancando la figura della Provincia si rallentano le azioni. Anche se forse non ce ne rendiamo conto, da quando l’Etna è patrimonio dell’Unesco abbiamo una grande responsabilità”.

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