A 68 anni dallo Statuto si parla ancora di attuazione - QdS

A 68 anni dallo Statuto si parla ancora di attuazione

Raffaella Pessina

A 68 anni dallo Statuto si parla ancora di attuazione

martedì 26 Maggio 2015

Incontro svoltosi ieri a Palazzo dei Normanni con scarsa partecipazione. Mentre lo Stato valuta di avvalersi del commissario dello Stato

PALERMO – L’attualità dello Statuto siciliano è stata al centro di un incontro che si è tenuto ieri a palazzo dei Normanni, in occasione del 68° anniversario della prima seduta del Parlamento regionale. Non molti per la verità i partecipanti, tra i quali era presente il sindaco di Palermo e presidente dell’Anci Sicilia, Leoluca Orlando.
 
I lavori si sono aperti con i saluti del presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone e del presidente dell’Associazione ex parlamentari dell’Ars, Rino La Placa. Sono seguiti gli interventi di Giuseppe Verde, direttore del dipartimento di Scienze giuridiche dell’Università di Palermo, e di Giacomo D’Amico, associato di Diritto costituzionale dell’Università di Messina. Ardizzone ha anche sottolineato che entro giugno l’Ars licenzierà una legge con la quale si istituisce una commissione parlamentare per l’attualizzazione dello Statuto siciliano. “L’opinione pubblica siciliana – ha detto la prima carica di Palazzo dei Normanni – non è favorevole a riconoscere l’attualità dello Statuto siciliano. Oggi – ha proseguito – c’è in atto un attacco da parte delle regioni a Statuto ordinario che accusano quelle a Statuto speciale di essere state sprecone”.
 
Ardizzone ha insistito sulla necessità di mantenere lo Statuto siciliano, attualizzandolo, dichiarando che lo Stato già aveva provato ad abolirlo, con la riforma del titolo V della Costituzione, inserendo una norma che aboliva le specialità. Ha aggiunto che è necessario un momento di riflessione sul sistema di controllo delle leggi in Sicilia. Esiste infatti la possibilità che sia soppresso in Sicilia il Consiglio di giustizia amministrativa, che svolge le funzioni proprie del Consiglio di Stato: “Dovremmo aprire su questo argomento un momento di profonda riflessione, anche alla luce delle numerose sentenze contrastanti del Consiglio di Stato e della Corte di Cassazione”.
Ardizzone si è detto contrario alla possibilità di istituire nuovamente un’Alta Corte inizialmente prevista nella prima versione dello Statuto siciliano. Giacomo D’Amico ha avanzato l’ipotesi di ridisegnare la carta statutaria alla luce di un’autonomia competitiva. “Oggi -ha affermato D’Amico-  il regionalismo italiano può sopravvivere solo se competitivo tra le singole regioni con una negoziazione paritaria con lo Stato centrale”. Giuseppe Verde, costituzionalista e  presidente della commissione paritetica Stato-Regione ha ribadito la necessità che la classe politica siciliana “metta subito mano ad una legge statutaria che definisca le competenze dell’esecutivo e stabilisca i tempi di approvazione delle leggi”.
Intanto lo Stato centrale starebbe valutando la possibilità di avvalersi dell’ufficio del commissario dello Stato (prefetto Carmelo Aronica) per la fase istruttoria delle relazioni sulle leggi esitate dall’Ars fermo restando che il potere di richiesta o meno di impugnativa delle norme regionali rimarrebbe in capo alla Presidenza del Consiglio, come sentenziato dalla Corte costituzionale. Intanto il Parlamento riprenderà i lavori d’Aula solamente il prossimo 9 giugno e a tal proposito ieri Ardizzone ha dichiarato che il disegno di legge sui tagli ai sindaci approderà nell’aula per tale data.

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