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Catania – Proposta unica programmazione per le Partecipate del Comune

Desiree Miranda

Catania – Proposta unica programmazione per le Partecipate del Comune

martedì 26 Maggio 2015

In Consiglio comunale discussione sul Piano operativo di razionalizzazione delle Spa. Failla :”Con gli appalti esterni le società costano più di quanto producono”

CATANIA – Il Piano operativo di razionalizzazione delle società partecipate è stato al centro della discussione del Consiglio comunale di Catania. Un provvedimento la cui delibera di giunta è stata approvata il 30 marzo scorso e che mira a creare un’unica programmazione per le Partecipate del comune di Catania che consenta di renderle produttive a livello economico. “Bisogna pensare le partecipate come mondi autonomi, ma occorre dare una visione di insieme”, Michele Failla, presidente della commissione consiliare permanente al ramo.
Hanno partecipato al civico consesso anche l’assessore al Bilancio e alle Partecipate Giuseppe Girlando e i presidenti o i rappresentanti dei vari Cda.
Una situazione complessa quella da risanare e per le cui scelte dell’amministrazione non occorre un voto del senato cittadino. “Secondo le direttive sono i sindaci (comma 612) a definire e approvare il Piano operativo di razionalizzazione delle società con modalità, tempi d’attuazione e dettaglio dei risparmi da conseguire e relazione tecnica. Il Piano deve essere trasmesso alla Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti e pubblicato sul sito istituzionale. Entro un anno dal varo deve essere stilata una relazione sui risultati conseguiti, sempre da inviare alla Corte dei Conti e da pubblicare on line”, comunicano dal Comune.
Tante e complesse le problematiche, anche se, come afferma ancora Failla “è forse la patata più bollente”. Failla, e come lui molti altri, è consapevole della necessità del piano della giunta, ma al contempo è preoccupato per il futuro dei lavoratori. “L’ingresso del privato è auspicabile per la liquidità che potrebbe portare. Così come sono queste aziende non possono stare. I sindacati che abbiamo ascoltato sono consapevoli della necessità di questa riorganizzazione, ma i dubbi tra i lavoratori che non vogliono diventare carne da macello”.
Un esempio negativo è costituito dall’azienda Sostare. “Il tipico esempio di come ci si possa fare del male da soli”, continua Failla. In molti sottolineano come i servizi erogati sono molto al di sotto degli standard, mentre i costi e soprattutto gli appalti esterni rendono le partecipate dei veri carrozzoni che costano più di quanto non producano. È il caso della Multiservizi ad esempio, ricorda ancora Failla. “Questo elemento è spiazzante – afferma – In Multiservizi c’è un contratto di solidarietà ma ci sono appalti esterni per milioni di euro”.
Altri casi sono rappresentati dall’Amt, che riceve 58 milioni l’anno di contributi ma non fornirebbe un servizio adeguato; dalla Sostare, passata negli anni dall’utile alla perdita; ma anche dall’Asec per il cui direttore D’Ippolito, non è stata effettuata una gara di evidenza pubblica. Evidenziato inoltre il parere dell’avvocatura di Stato secondo cui l’azione dell’Asec Spa appare difforme dalle regole. “Il Piano che abbiamo illustrato in aula rivolge grande attenzione alla riduzione dei costi, facendo segnare un’importante inversione di tendenza”, dichiara l’assessore Girlando. L’assessore spiega dunque che una volta adottato dalla Giunta, “tutte le azioni per la sua attuazione saranno vagliate dal Consiglio comunale che potrà apportare modifiche che andranno trasmettesse alla Corte dei Conti. Dunque, – conclude – nel momento in cui saranno portati in aula i singoli atti, sicuramente ci apriremo a nuovi apporti e contributi”.

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