Se il tempo è denaro, tanto vale metterlo in banca - QdS

Se il tempo è denaro, tanto vale metterlo in banca

Rossella Fallico

Se il tempo è denaro, tanto vale metterlo in banca

mercoledì 27 Maggio 2015

In Sicilia sono ben 21 questi particolarissimi “Istituti di credito”. Intervista a Marcella Franchino di Catania. Sempre più diffuse le associazioni dove si scambiano saperi e competenze

CATANIA – C’è chi offre lezioni di inglese, chi consulenze finanziarie e, ancora, chi si presta come baby sitter: unico comune denominatore offrire le proprie competenze gratuitamente, il tempo è l’unico valore di scambio.
è questo il principio della Banca del Tempo, un’associazione senza scopo di lucro, che si basa esclusivamente sullo scambio gratuito di tempo, saperi e competenze. Nel momento in cui l’utente si iscrive alla Banca, l’idea di scambio prevede che possa offrire e ricevere prestazioni: se, per esempio, l’utente si offre come insegnante di inglese a un altro utente per un’ora, questa automaticamente verrà addebitata nella Banca. Successivamente, in qualsiasi momento, quell’ora gli verrà rimborsata in relazione al servizio di cui necessita: se avrà bisogno di un falegname, quest’ultimo arriverà direttamente a casa sua. Il costo? Zero. Questo tipo di associazione è presente in tutto lo Stivale: stando agli ultimi aggiornamenti la Lombardia si piazza sul podio, con 92 Banche del tempo; a seguire il Piemonte, con 35 e al terzo il Lazio con 34. La Sicilia è collocata al quarto posto con ben 21 Banche del tempo dislocate a Messina, Palermo, Siracusa, Ragusa, Trapani, Enna e Catania. Proprio a Catania ci sono due Banche del Tempo e una terza è stata appena inaugurata a Sant’Agata Li Battiati.
Abbiamo intervistato Marcella Franchino, presidente de “La Banca del Tempo – Il tempo che vuoi” di Catania.
A distanza di tre anni dalla nascita de “La Banca del Tempo” può farci un resoconto? Si ritiene soddisfatta dei risultati ottenuti?
“Sì, sono soddisfatta  e con una passione immutata per la realizzazione di questa idea. Pensi che quando abbiamo iniziato, in ottobre 2012, i pareri degli amici erano pressoché concordi nel considerarla un’utopia. La frase prevalente era: ‘Al Nord funziona; ma in Sicilia qualsiasi forma di aggregazione muore sul nascere, perché non ci fidiamo di nessuno’. I due principi fondamentali della Banca del Tempo sono lo scambio di tempo (cioè ore di attività) senza utilizzo di denaro e l’assegnazione di pari valore a ciascuna attività (a titolo esemplificativo, un’ora di stiratura vale quanto un’ora di informatica). Questo genera la possibilità di relazioni solidali e paritarie. Abbiamo così constatato che quando non ci sono di mezzo il denaro e  il potere, ciascuno manifesta le doti migliori: nel nostro caso, la generosità e la solidarietà. Di fatto da 7 soci iniziali, siamo passati a 70 iscritti, quasi cinquanta attivi e di questi, almeno 30 costituiscono il fulcro ideativo/operativo dell’Associazione. Abbiamo scambiato circa 3.000 ore di attività in tre anni e realizzato una serie innumerevole di attività di gruppo ed eventi (feste del baratto, laboratori, serate a tema, escursioni, concorsi);  aderiamo all’Associazione nazionale delle Banche del Tempo e siamo parte attiva del coordinamento regionale BdT”.
Dalle lezioni di matematica a quelle di inglese, dalla consulenza finanziaria a quella legale e molto altro ancora. Quali sono le prestazioni più offerte e ricercate?
“Considerando che fra i nostri iscritti vi sono molti professionisti (psicologi, arteterapeuti, medici), insegnanti, imprenditori, impiegati e ancora pochi artigiani, gli scambi effettuati concernono maggiormente l’informatica, la preparazione di pietanze e dolci, consulenze (psicologiche, mediche, di arredo), bricolage, stiratura, giardinaggio, lezioni di studio (inglese, francese, matematica, chimica), hobby (pittura, danza, teatro);  poche, anche se molto richieste, le prestazioni artigianali (muratura, falegnameria, idraulica, ecc.)”. 
Studenti, lavoratori, giovani e meno giovani: chi utilizza di più la Banca del Tempo?
“Nella nostra associazione la fascia di età prevalente va dai 50 ai 70 anni; una decina dai 40 ai 50; poche unità dai 20 ai 30. Per quanto concerne la nostra esperienza, l’idea della Banca del Tempo affascina molto i trentenni e i quarantenni; si iscrivono con entusiasmo, però non riescono a impegnarsi perché sommersi dalle incombenze familiari e lavorative. Chi invece sta nell’età di prepensionamento o pensionamento vede in questo tipo di relazione sociale, basata sull’amicizia e sulla fiducia, la possibilità di esprimere se stesso al meglio, cimentandosi anche in attività nuove e sviluppando nuovi rapporti, diversi dagli abituali. Il nostro impegno per i prossimi anni sta nel coinvolgere i più giovani (i ventenni) perché sono idealisti, hanno molte energie e possono essere eccellenti fautori di cambiamento”.
Qual è l’iter da seguire per diventarne membro?
“Si sostiene un colloquio in segreteria; si sottoscrive una scheda che comprende le attività che si vogliono offrire e quelle che si vorrebbe ricevere; si versa un contributo di 20 euro annui come autofinanziamento per l’associazione; ci si impegna a pareggiare il conto debiti/crediti ad ogni fine anno”.
Progetti per il futuro?
“Intanto pensiamo di ripetere in forme nuove quelli già realizzati: collaborazioni con associazioni, concorso fotografico a carattere nazionale (la premiazione della seconda edizione avrà luogo alle Ciminiere il 6 e 7 giugno); feste del baratto che coinvolgano anche la cittadinanza. E poi abbiamo appena iniziato un’esperienza nuova: uno sportello nella sede di Sant’ Agata Li Battiati, concesso dal Comune; intorno ai due locali assegnati vi è anche una porzione di terreno dal quale abbiamo ricavato dieci orti sociali. è il nuovo assoluto per quest’anno: un servizio alla cittadinanza che, pur con tutto il lavoro che ne deriva, ci fa sentire una vera comunità d’intenti e ci rende felici”.

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