La commissione Ambiente ha approvato il Ddl sul servizio idrico. Il presidente Crocetta ha espresso parere favorevole
PALERMO – La commissione Territorio e Ambiente dell’Assemblea regionale siciliana ha approvato ieri il Ddl sulla riorganizzazione del servizio idrico in Sicilia. Il testo ora approderà in Aula anche se l’assessore al ramo Vania Contrafatto ha espresso parere negativo. “Crocetta deve dire – invitano i deputati del Pd, promotori del documento – come la pensa, se è d’accordo con la maggioranza delle forze parlamentari e con il Pd, che ha fatto del ritorno all’acqua pubblica un punto centrale del programma di governo, o se invece la pensa come il suo assessore all’Energia che, probabilmente, tenta di applicare anche in Sicilia il modello nazionale basato sul gestore unico, come se i fallimenti di questi anni non avessero insegnato nulla. Per quel che ci riguarda – hanno proseguito i deputati Giovanni Panepinto e gli altri componenti della commissione appartenenti al Pd – ci batteremo contro questa impostazione, e se necessario chiederemo al Governo di aprire un contenzioso con Roma”.
Il ddl si trascina in commissione di merito dal mese di giugno 2013. Nel documento la Regione riconosce l’acqua come bene comune e quale patrimonio da tutelare, in quanto risorsa pubblica limitata, di alto valore ambientale, culturale, economico e sociale. Considera altresì l’accesso all’acqua un diritto umano, individuale e collettivo e indirizza prioritariamente la propria funzione alla salvaguardia dei diritti e delle aspettative delle generazioni future. Inoltre ne disciplina funzioni e compiti per il governo dell’acqua pubblica.
Un altro disegno di legge è stato presentato ieri ed è di iniziativa popolare, e riguarda le misure nei confronti dei soggetti a rischio povertà. Il primo articolo prevede l’istituzione dell’integrazione al reddito contro la povertà assoluta, descritta come una misura volta a fornire un aiuto economico pari alla differenza tra il reddito disponibile (Isee) del nucleo familiare e la soglia della povertà assoluta calcolata annualmente dall’Istat. Tale integrazione verrebbe erogata mediante il rilascio di apposita carta acquisti che potrà essere utilizzata per l’acquisto dei beni e servizi di prima necessità individuati da un regolamento attuativo. La ‘social card’, prevista dal testo, è alimentata mensilmente fino al raggiungimento della cifra prevista per l’integrazione al reddito.
L’eventuale credito residuo sarà spendibile nei mesi successivi. Saranno i patronati ad accogliere le richieste dei bisognosi e il suo rilascio prevede in cambio la sottoscrizione di un impegno ad lavorare per i servizi sociali. Altra condizione sarà quella di essere residenti da almeno un anno in Sicilia.
La copertura finanziaria dell’integrazione al reddito contro la povertà assoluta è assicurata dalle risorse regionali, nazionali e comunitarie utilizzabili a tale scopo, comprese le quote provenienti dal Fondo di sviluppo coesione. Il ddl è stato proposto da un insieme di associazioni e di sindacati ed il governatore Crocetta si è già espresso favorevolmente in merito, riproponendosi di far proprio il ddl “e definire un progetto di reddito di cittadinanza finalizzato a far adottare alla Regione siciliana, prima in Italia, misure da approvare in tempi urgenti che accompagnino con forme di sostegno al reddito l’inserimento nel mondo del lavoro dei disoccupati”.