Far west Sicilia, la sicurezza dei cittadini sempre più a rischio - QdS

Far west Sicilia, la sicurezza dei cittadini sempre più a rischio

Serena Giovanna Grasso

Far west Sicilia, la sicurezza dei cittadini sempre più a rischio

venerdì 29 Maggio 2015

Rapporto “Noi Italia 2015” dell’Istat: nell’Isola livelli di protezione tra i più bassi a livello nazionale. Il 22% delle famiglie percepisce un alto rischio criminalità, è corsa agli antifurti

PALERMO – Se nell’inchiesta “Mafia, una scusa per affossare la Sicilia” pubblicata ieri sulle nostre pagine salmone abbiamo rilevato il trasloco del fenomeno mafioso al Settentrione, in questa sede purtroppo ci tocca constatare l’incontrastata permanenza nel Mezzogiorno di reati che incidono sull’economia privata, quali furti e rapine, dunque, di portata assai più limitata rispetto a quelli esercitati dalla criminalità organizzata.
Questa tipologia di reati è perlopiù correlata alle scadenti condizioni socio-economiche. Per questa ragione si rileva una nettissima prevalenza proprio nelle regioni meridionali tradizionalmente più povere e svantaggiate. Secondo il rapporto “Noi Italia 2015” pubblicato dall’Istituto di statistica nazionale, nel 2013 l’Isola ha rilevato il secondo valore più elevato a livello nazionale in materia di rapine (91,4 ogni 100 mila residenti), succede solo alla Campania che registra un valore quasi doppio (173,3 ogni 100 mila abitanti). Si tratta di un dato altamente preoccupante, specie se raffrontato a quello dell’altra Isola (27,4 ogni 100 mila abitanti). Un reato di carattere predatorio che alla sottrazione fisica di un avere, aggiunge violenza e minaccia.
Ma purtroppo non si tratta dell’unica tipologia di reato particolarmente diffusa nella nostra regione. La lista è abbastanza lunga. Infatti, aggiungiamo subito anche il furto, subìto da 2.222 siciliani ogni 100 mila abitanti. Stavolta lo scenario si mostra molto più variegato, al punto da condurre in testa alla classifica regioni settentrionali come l’Emilia Romagna (3.500 ogni 100 mila abitanti) e la Lombardia (3.249 ogni 100 mila abitanti).
Purtroppo i dati pubblicati dall’Istituto nazionale di statistica si riferiscono solo agli eventi rilevati a seguito di denuncia. Quindi, la reale situazione potrebbe essere decisamente peggiore rispetto a quanto già non si prospetti.
Assolutamente in linea con quanto finora affermato è il dato relativo al numero di omicidi volontari consumati nel 2013. Infatti, ai primi tre posti si collocano tre regioni meridionali: rispettivamente la Calabria (2,44 omicidi ogni 100 mila abitanti), la Campania (1,32 ogni 100 mila residenti) e la Sicilia (1,21 ogni 100 mila abitanti).
Per quel che riguarda la mole complessiva di soggetti coinvolti nelle attività criminali, l’Isola conta 1.126 soggetti denunciati all’autorità giudiziaria ogni 100 mila abitanti, contro una media nazionale di 1.006 persone ogni 100 mila residenti. Anche se il primato assoluto spetta alla Calabria con 1.471 soggetti denunciati ogni 100 mila abitanti.
In base alla situazione appena descritta, non appare certamente strano che quasi una famiglia siciliana su cinque percepisca un elevato rischio di criminalità (22%). Anche in questo caso, nell’altra Isola va molto meglio, con un elevato rischio di criminalità percepito solo dal 16% delle famiglie. In conclusione, a sostegno di tale dato rileviamo in Sicilia un’esponenziale incremento nella vendita di telecamere ed antifurti (+30%).
 
Al fine di garantire un superiore livello di sicurezza, si sperimentano anche le soluzioni più innovative come il richiestissimo nebbiogeno, strumento che diffonde nell’ambiente una fitta nebbia che disorienta gli intrusi.  In tali strumenti si rintraccia l’efficacia deterrente che dissuade dal compiere il crimine,  mentre quando il reato è effettivamente portato a compimento, sarà possibile alle autorità giudiziarie provvedere all’identificazione e all’arresto.

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