Il carcere di San Giuliano a Trapani ridotto in rovina - QdS

Il carcere di San Giuliano a Trapani ridotto in rovina

Vincenza Grimaudo

Il carcere di San Giuliano a Trapani ridotto in rovina

venerdì 29 Maggio 2015

Un recente sopralluogo ha messo in evidenza le pessime condizioni dei reparti Tirreno, Egeo e Ionio

TRAPANI – Calcinacci caduti, muffa e infiltrazioni d’acqua piovana nelle pareti, porte e infissi aggrediti dalla ruggine, muri lesionati e a rischio crollo, apparecchiature per la videosorveglianza guaste, probabile presenza di coperture in amianto. Queste sono le condizioni in cui versa il carcere di Trapani, verificate e documentate nel corso di un sopralluogo di una delegazione della Uilpa penitenziari Trapani. A visitare la casa circondariale di San Giuliano, Gioacchino Veneziano, segretario generale Uilpa Trapani e coordinatore regionale Uilpa Penitenziari, Antonino Simone, coordinatore aggiunto Uilpa Penitenziari Trapani, e il componente la segreteria provinciale Uilpa Penitenziari Peppe Scaduto.
“Mentre il Piano carceri – ha affermato Veneziano – prevede la costruzione di un nuovo padiglione all’interno del carcere trapanese per 250 posti detentivi, parte del vecchio San Giuliano cade a pezzi. Abbiamo visto una struttura quasi in rovina, specialmente nei reparti denominati Tirreno, Egeo e Ionio, dove si trovano i detenuti delle sezioni per reati a sfondo sessuale, femminile e alta sicurezza”.
Veneziano ha sollecitato addirittura la chiusura immediata dei reparti: “Destano preoccupazione le situazioni di pericolo per la salute del personale di polizia, che opera nell’arco delle 24 ore all’interno della struttura. È davvero raccapricciante, peraltro, scoprire che ci potrebbe essere presenza di amianto, ragione per cui richiederemo subito l’intervento del Vigas (Servizio di vigilanza sull’igiene e la sicurezza dell’amministrazione della giustizia, nda), Nas e Azienda sanitaria provinciale trapanese”.
Visibili i punti in cui la struttura è giunta la collasso: ci sono, un po’ ovunque, ferri delle armature di cemento scoppiati, interventi di rattoppo che appaiono raffazzonati e comunque non risolutivi, parti intere di solai che non hanno più la copertura e le pignatte sono a vista. La muffa ha preso il sopravvento in gran parte delle pareti, anche alcune porte in ferro sono pericolosamente arrugginite, con il rischio che qualcuno possa ferirsi. Persino alcuni sanitari sono inutilizzabili, lesionati in alcune parti e quindi a rischio di cedere da un momento all’altro.
Forse appare anacronistico raccontare anche di illuminazione in alcune stanze senza nemmeno la protezione, quindi con i neon a vista: un problema certamente di minore entità rispetto ai tanti altri invece che appaiono urgenti.
“A questo punto – ha concluso Veneziano – è obbligatorio, a tutela di tutti i lavoratori e al fine di garantire un sistema di adeguata sicurezza operativa e funzionale del personale della polizia di Trapani, porre in essere tutte le iniziative affinché nell’agenda del direttore possa esserci lo stato dei luoghi, la loro funzionalità e quant’altro interessi la salubrità dei posti di lavoro. Fermo restando che relazioneremo agli organi competenti del ministero della Giustizia e del dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, tutte le incongruenze fotografate e, nelle parti di pertinenza, anche ad Asp, Visag e Nas”.
 Mentre sindacati, politica, movimenti e associazioni hanno sempre parlato di gravissime carenze d’organico e di sovraffollamento nelle carceri, il ministero della Giustizia è in possesso di altri numeri, ben diversi, che addirittura pongono gli istituti penitenziari del trapanese tra quelli con la migliore situazione in Sicilia. Spesso si è assistito anche a vere e proprie guerre di cifre: tra il ministero e i sindacati c’è una grandissima divergenza di opinioni e questo si consuma proprio mentre nelle carceri trapanesi ci sono quasi il doppio dei detenuti rispetto a quelli che potrebbero essere ospitati. E qui si innesca anche un problema di sicurezza intesa comunque in un altro senso rispetto a quella delle carenze strutturali: gli agenti rischiano anche fisicamente.
 


Problemi già segnalati al ministero della Giustizia
 
TRAPANI – Rispetto alla situazione di degrado la Direzione dell’Istituto penitenziario di San Giuliano ha immediatamente rappresentato le problematiche al competente ministero della Giustizia. Dal Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria della stessa Direzione della Casa circondariale si puntualizza però che in realtà i problemi sono “a macchia di leopardo”.
“A essere interessati dai crolli – hanno affermano dall’ufficio del Provveditorato per la Sicilia – alcuni reparti detentivi del San Giuliano, il Tirreno e l’Egeo. è stato inviato un tecnico per un sopralluogo, al fine di decidere quali provvedimenti adottare per salvaguardare l’incolumità dei detenuti e del personale di polizia penitenziaria e amministrativo che opera all’interno dell’istituto”.
Nei giorni scorsi la Direzione ha anche presentato ben quattro progetti per accedere ai finanziamenti previsti dalla Cassa delle Ammende, per interventi di manutenzione straordinaria da effettuarsi nell’edificio.
“La Direzione dell’Istituto – hanno precisato – è stata da sempre molto attenta alla tutela della salute sia dei detenuti che del personale che opera all’interno della Casa circondariale, effettuando nel tempo, nei limiti delle risorse finanziarie assegnate, interventi di manutenzione ordinaria, ma anche dei lavori per rendere vivibili i posti di lavoro del personale e più dignitosi gli spazi per i detenuti, così come prevede il dettato della sentenza Torreggiani”.
“Certamente – hanno concluso dalla Direzione – saranno portate avanti tutte le iniziative volte a salvaguardare l’incolumità dei detenuti e del personale che vi opera”.

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