Regione, superato il limite della decenza - QdS

Regione, superato il limite della decenza

Carlo Alberto Tregua

Regione, superato il limite della decenza

venerdì 29 Maggio 2015

Deputati arrestati, dirigenti nullafacenti

Arrestati due deputati-consiglieri in carica, Nino Dina e Roberto Clemente, oltre all’ex Franco Mineo, con l’accusa di voto di scambio. Cosicché, i deputati-consiglieri indagati, inquisiti e incarcerati raggiungono la trentina.
Nella Regione c’è il caos: un dirigente fa una circolare sulle coste e il presidente della Regione l’annulla.
La formazione è in alto mare. Il sottosegretario all’Istruzione, Davide Faraone, dice che ci sono le condizioni per il commissariamento, l’assessore Mariella Lo Bello dice che non ci sono le condizioni, ma Agatino Cariola su La Sicilia ha spiegato come e perché, invece, le condizioni vi siano tutte.
Oltre la metà dei depuratori non funziona, si perdono centinaia di milioni di Fondi Ue, coste e mare si inquinano sempre di più.
Gli Ato idrici sono falliti e non vi è un piano sostitutivo. Il Governo regionale propone alla Commissione dell’Ars un Ddl sulla regolamentazione dell’acqua, ma la Commissione ne approva uno di indirizzo opposto, del tutto demagogico.

La spazzatura sommerge quasi ogni angolo della Sicilia, ma Crocetta – anziché afferrare il toro per le corna, pubblicando il bando per l’insediamento di dieci impianti energetici con l’utilizzazione di Rsu per lo smaltimento dei 2,2 milioni di immondizia prodotti in Sicilia ogni anno – preferisce autorizzare l’ampliamento o nuove discariche, che inquinano ancora di più ambiente, terreno e sottosuolo.
Crocetta è brillante: pensa di mandare con nave o treno la spazzatura nel Nord Europa, ove la prendono se si porta in quei luoghi, con un costo per la Regione oscillante fra i 150 e i 200 euro per tonnellata.
Non vengono recepite le leggi per la riduzione dei consiglieri comunali e dei loro emolumenti, per continuare a mantenere inauditi privilegi.
Governo e Assemblea cincischiano sulla costituzione dei Liberi Consorzi e delle Città metropolitane,già funzionanti nel resto del Paese.
Non vengono bonificate le tre aree ad alto inquinamento ambientale, nonché il porto di Augusta, nonostante ben 700 milioni da spendere.
Il viadotto Himera, dal 16 marzo, non viene ripristinato, in un inutile ping pong fra Palermo e Roma e, ora, viene sequestrato dalla Procura di Caltanissetta.
 

Questo caos è piena responsabilità di Giunta, presidente e consiglieri-deputati regionali, che continuano a resistere nel non andarsene a casa, non prendendo atto del loro pieno fallimento, tutti attaccati alle loro poltrone e ai relativi ricchi emolumenti, che sono uno sfregio per il milione di poveri siciliani.
La decenza è superata da un pezzo, ma evidentemente tutti i succitati responsabili delle istituzioni non vogliono prenderne atto, anche se siamo convinti che ne siano consapevoli.
In questo scenario, manca ancora la forte indignazione dei siciliani, che però sta crescendo giorno dopo giorno, anche se, per protestare, seguono la via perdente dell’astensione nel momento del voto.
Ancora più grave è l’assenza di iniziative da parte della Classe dirigente siciliana, salvo alcune componenti che invece esprimono con chiarezza le loro critiche costruttive nei confronti delle istituzioni regionali, anche attraverso il QdS.

I circa 1.800 dirigenti regionali godono ottima salute di fronte alla grave malattia dei siciliani. Non è possibile che in una Regione ove il fuoco arde e distrugge pezzi d’economia vi siano tanti privilegiati che, con indifferenza e pervicacia, continuano a percepire regolarmente i loro ricchi emolumenti.
E poi vi sono gli altri privilegiati: i pensionati regionali, che costano oltre 600 milioni l’anno, percependo un assegno molto superiore ai contributi versati: un’altra indecenza.
L’Inps, nel suo sito, ha una sezione intitolata Inps a porte aperte e ha pubblicato che le pensioni liquidate con il metodo retributivo sono 14 mila e costano oltre 46 miliardi in più di quanto lo Stato dovrebbe pagare se erogasse pensioni esclusivamente proporzionate ai contributi versati.
In Sicilia, se si avesse la forza morale di ricalcolare le pensioni dei regionali col metodo oggettivo dei contributi versati, il costo si dimezzerebbe, con un risparmio di 300 milioni, e sarebbe ripristinata la regola etica dell’equità, secondo cui tutti i cittadini sono uguali e tutti i pensionati sono uguali.

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