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La Sicilia che ha fatto l’Europa: celebrati i 60 anni della Conferenza di Messina

Chiara Borzi

La Sicilia che ha fatto l’Europa: celebrati i 60 anni della Conferenza di Messina

martedì 02 Giugno 2015

Occasione per riflettere sullo stato dell’Europa. Gaetano Martino: “Oggi l’Ue è un meccanismo per creare impieghi inutili”. A Catania convegno dei Lions per ricordare i sessant’anni dallo storico accordo raggiunto nel ‘55

CATANIA – Esattamente 60° anni fa dalla Sicilia partiva una scintilla fondamentale per la formazione della moderna Comunità Europea.
Dal 1° al 3 giugno del 1955 i rappresentanti di Italia, Paesi Bassi, Francia, Lussemburgo, Germania e Belgio diedero vita alla Conferenza di Messina, preludio al Trattato di Roma e quindi alla nascita dell’Unione Europea. Anche nel 1955 era latente la sfiducia nei confronti di un progetto politico così grande, ma la lungimiranza dei sei rappresentanti di Stato che si riunirono a Messina ha lasciato una traccia determinante di controtendenza che oggi, per via delle evoluzioni storiche e la contraddizione che mostrano gli stessi stati membri verso l’Ue, rischia di essere offuscata.
I Lions Club Catania Host, Lions Club Messina Host, Lions Club Taormina, Lions Club Vallis Viridis hanno organizzato presso il Centro Direzione di Tremestieri Etneo (Ct) un appuntamento dedicato al ricordo alla Conferenza di Messina, portando a Catania esponenti politici dell’Europa contemporanea, convinti europeisti, studiosi, una testimonianza istituzionale strettamente legate alla storia della risoluzione messinese. è  stato così invitato a Catania Antonio Martino, ex ministro degli Affari Esteri del governo Berlusconi, ma soprattutto figlio di Gaetano Martino, ministro degli Esteri messinese che guidò i lavori della conferenza.
“L’accordo venne raggiunto la notte del 2 giugno ’55 all’Hotel San Domenico di Taormina – ricorda l’onorevole Martino, all’epoca dodicenne -. Festeggiare il sessantenario della Conferenza di Messina è giusto e doveroso per ricordare l’ispirazione originaria e chiederci se non sia stata tradita e screditata da quanto l’Unione Europea ha perpetrato in questi ultimi tempi. Io credo che i padri fondatori dell’Europa vedendo quello che è successo dopo inorridirebbero. L’Unione Europea è diventata soprattutto un meccanismo per creare impieghi perfettamente inutili”. Martino non lesina esempi di quanto sostenuto: “La signora Federica Mogherini occupa un posto che è assolutamente inutile. Ha una rete di ambasciate, ma siccome non esiste una politica estera europea, quanto tante politiche estere quanti sono gli stati membri, quel posto è inutile”.
C’è amarezza guardando a ciò che è oggi la Comunità Europea. “Accadimenti come la Conferenza di Messina devono farci riflettere per non rimanere ancorati al passato – ha dichiarato il Governatore del Distretto 108 Yb Salvatore Ingrassia –. L’Europa è composta da 28 paesi con 500-600 milioni di abitanti; una bella crescita quantitativa, ma qualitativamente non c’è una politica condivisa, non c’è una valorizzazione dei principi fondanti della Comunità Europea, direi che c’è soltanto un potere economico, le banche che disciplinano il mercato. Dobbiamo riappropriarci di una nostra essenza – ha dichiarato il Governatore – una Sicilia baricentro dell’Europa, ipotizzare un modello come quello esistente nel bacino euro Mediterraneo.
 

 
Pino Grimaldi: “Della Conferenza si doveva fare un uso diverso”
 
La Conferenza di Messina ha dato un impronta importante al futuro di una Comunità europea giovane come quella degli anni 50, ma non sembra rimasta da esempio nel nuovo assetto moderno del nostro organo sovranazionale. “Avremmo potuto fare un ottimo uso della Conferenza di Messina, ma il condizionale è d’obbligo – ha dichiarato il presidente internazionale emerito Lions, Giuseppe Grimaldi -. Ciò che era nella mente della Conferenza di Messina era intravedere un’Europa politica come punto di approdo alla formazione di quelli che possiamo chiamare Stati uniti europei. Una serie di avvenimenti hanno invece fatto sì che oggi abbiamo un Europa comunità finanziaria, con un Parlamento che sfortunatamente non è in grado di legiferare, e una struttura apicale che alcune volte funziona e altre non funziona. Noi vecchissimi europeisti siamo delusi, ma siamo confidenti che un giorno gli stati nazionali possano capire che non si può continuare ad andare per conto proprio, per poi ricordare di essere un continente”.

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