De Luca vince la vittoria di Pirro - QdS

De Luca vince la vittoria di Pirro

Carlo Alberto Tregua

De Luca vince la vittoria di Pirro

martedì 02 Giugno 2015

Ma metà degli elettori non ha votato

Pirro, re d’Epiro (319 – 272 a.C), nella battaglia vinta di Eraclea, riportò talmente gravi perdite per cui disse che se avesse riportato una seconda vittoria uguale, sarebbe tornato in patria senza un soldato. 
Vincenzo De Luca è stato eletto presidente della Regione Campania (per favore, non chiamatelo governatore che è uno stupido americanismo) con uno scarto sul presidente uscente Stefano Caldoro di quasi 3 punti percentuali. Per raggiungere questo risultato, De Luca ha messo insieme una decina di liste civiche e una serie innumerevole di candidati, di cui, ben 11, oltre lui stesso, dichiarati impresentabili dalla commissione Antimafia.
Nonostante il retroscena, dobbiamo confermare che il comportamento di Rosy Bindi, presidente – da cui ci separano anni luce relativamente alla visione della democrazia – si è comportata in modo ineccepibile. La Commissione, infatti, ha preso atto dei carichi pendenti presso gli uffici giudiziari, li ha confrontati con il codice etico firmato da tutti i partiti, ed è pervenuta alla conclusione riportata dai media.

Se Renzi ha detto che si sia trattato di un regolamento interno dei conti, ha sbagliato, anche se questo fatto si può supporre. Ma noi crediamo che non lo abbia detto perché troppo intelligente nel non capire i fatti come sono.
La verità è che De Luca candidato, nonostante avesse vinto le primarie, non doveva ricevere l’avallo del Pd, che non lo ha dato per le stesse ragioni a Mirello Crisafulli, candidato a sindaco del capoluogo Enna.
Ormai la frittata è fatta, ma il guazzabuglio continua. Nei prossimi giorni vedremo se arriverà l’ordinanza di sospensione del prefetto, per applicare puntualmente la legge Severino. Se, invece, tarderà qualche settimana consentirà a De Luca di nominare giunta e vice presidente, cui andrà l’onere di governare non appena arrivi la sospensione. Ovviamente si metterà in moto un ricorso al Tribunale ordinario che dovrà valutare l’applicabilità della legge Severino. Campa cavallo…
La Campania ha bisogno di una giunta e di un presidente stabili perché ha problemi non inferiori a quelli della Sicilia. Peraltro dobbiamo ammettere che De Luca è stato un ottimo sindaco di Salerno.
 

Per il resto, le elezioni sono andate come previsto in Veneto, con una super vittoria di Luca Zaia che ha doppiato la candidata del Pd Alessandra Moretti. Stesso discorso in Toscana (confermato Enrico Rossi), Marche (Luca Ceriscioli, Pd) e Umbria (eletta Catiuscia Marini, Pd).
Giovanni Toti è stato eletto presidente della Liguria con una coalizione compatta di tutto il Centro-destra. Ha staccato la candidata Raffaella Paita di 7 punti, ma se Civati non avesse candidato Pastorino probabilmente avrebbe perso perché quest’ultimo le ha rubato 9 punti.
È un bene che dopo dieci anni di amministrazione di Centro-sinistra vi sia l’amministrazione di Centro-destra. La democrazia si fonda sull’alternanza. Ora i liguri, così attenti al soldo, potranno verificare se Toti è più capace di Burlando.
Cinque a due per il Pd è il risultato finale, ma dentro questo punteggio vi sono tante zone d’ombra che non hanno portato chiarezza, soprattutto se vi saranno conseguenze nello scenario politico nazionale.   

Il dato più preoccupante di questa tornata elettorale, alla quale erano chiamati 22 milioni di italiani, è che la metà di essi non è andata a votare, intendendo così dimostrare sdegno e indignazione per classe di politicanti e classe burocratica da essa mantenuta. Entrambe fanno solo i propri interessi, non già quelli dei cittadini. Tuttavia, non andare a votare è come il marito che per fare un dispetto alla moglie si taglia gli attributi.
La democrazia deve essere attiva e partecipata; sarebbe stato più logico che gli astenuti avessero votato per i due partiti di protesta e non di proposta, quali sono il Movimento 5 Stelle e la Lega Nord.
Sì, perché è indispensabile rompere le uova per fare la frittata, come sosteneva Lenin. Cioè mandare a casa una classe politica che ha rovinato l’Italia e che continua imperterrita nel mantenere privilegi inauditi, sorda alle istanze dei dieci milioni di poveri italiani, come afferma l’Istat.
Matteo Renzi sta tentando di dare una svolta al sistema. Auguriamoci che riesca a fare le riforme che taglino l’ossigeno ai parassiti.

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