La Sicilia non esce dal tunnel: a marzo 19.000 occupati in meno - QdS

La Sicilia non esce dal tunnel: a marzo 19.000 occupati in meno

Michele Giuliano

La Sicilia non esce dal tunnel: a marzo 19.000 occupati in meno

martedì 09 Giugno 2015

Secondo le ultime rilevazioni dell’Istat nel primo trimestre di quest’anno ancora posti di lavoro in meno. Preoccupata la Cgil: “Nessuna inversione di tendenza, Stato e Regione assenti”

PALERMO – Una Sicilia non solo zeppa di disoccupati ma persino sfiduciata. Una vera e propria “depressione” per chi non ha lavoro. È il triste quadro che emerge analizzando il contesto prettamente siciliano e soprattutto mettendolo a confronto con il resto d’Italia.
 
Perché mentre a livello nazionale crescono gli occupati in Sicilia invece c’è l’effetto inverso. Quindi non chiamatela solo crisi, nell’isola c’è qualcosa di più. E non solo ci sono più disoccupati ma, dato che appare stridere, di contro ci sono anche meno persone che cercano un lavoro. Ma come è possibile? Si spiega con il fatto che cresce la sfiducia, oramai chi è disoccupato sa già che nel territorio non potrà trovare alternative e rimane praticamente a braccia conserte in attesa forse della provvidenza divina.
Intanto diminuisce la forza lavoro (popolazione che comprende le persone occupate e quelle in cerca di occupazione), che passa da un milione e 726 del I trimestre del 2014 a un milione 702 mila del I trimestre di quest’anno; trend negativo anche per l’occupazione: un milione e 329 se ne contavano di lavoratori attivi nei primi tre mesi del 2014, mentre nei primi tre mesi di quest’anno si è scesi a un milione e 310 mila.
 
“I 19 mila occupati in meno in Sicilia nel primo trimestre del 2015 rispetto allo stesso periodo del 2014 – afferma Michele Pagliaro, segretario generale della Cgil siciliana – confermano le difficoltà in cui l’isola si dibatte con una crisi che non riesce a trovare sbocco. è evidente che non c’è alcuna inversione di tendenza. C’è poco da restare confortati anche leggendo meglio l’aumento registrato sul piano nazionale. Questo infatti riguarda i giovani in misura inferiore rispetto ad altre fasce d’età, rivelando che ancora le prospettive per le giovani generazioni restano nebulose nel nostro Paese”.
Se da un lato Pagliaro è tornato a rimarcare “la disattenzione verso il Sud” da parte del governo Renzi che “non ha il Mezzogiorno nella sua agenda politica, come confermano il continuo scippo di risorse e gli incentivi alle assunzioni che vanno a vantaggio solo del Nord”, dall’altro è stato critico anche nei confronti del governo Crocetta, “intrappolato dentro i vecchi sistemi – ha specificato – come la vicenda del voto di scambio che ha investito esponenti dell’Ars conferma.
Vecchi sistemi che finiscono col bloccare un’azione politica che si sta rivelando di cambiamento solo nelle parole ma che nella realtà non riesce ad uscire, dopo più di anni dall’insediamento del governo, dalle secche dell’immobilismo”.
La Cgil ha portato come evidenza il blocco delle tante riforme da tempo in cantiere, che potrebbero comunque essere fonte di nuova occupazione: la formazione professionale, acqua, rifiuti e sistema dei trasporti. C’è poi da registrare l’assenza di infrastrutture “materiali e immateriali”: “Mancano investimenti nell’istruzione e nel welfare e per la ricostruzione dell’apparato produttivo – precisa il leader della Cgil -. Dal suo indebolimento sta derivando anche la caduta dei servizi, come i dati Istat di pochi giorni fa confermano con -23 mila occupati nei servizi”.
 


Il mercato del lavoro in leggera ripresa in Italia
 
Certamente a livello nazionale non è che il mercato del lavoro scoppi di salute ma mostra una crescita che in Sicilia non si vede neanche con il binocolo. Dopo il calo degli ultimi due mesi, ad aprile 2015 gli occupati aumentano dello 0,7 per cento (+159 mila) rispetto al mese precedente, tornando ai livelli registrati a fine 2012. Il tasso di occupazione, pari al 56,1 per cento, cresce nell’ultimo mese di 0,4 punti percentuali. Rispetto ad aprile 2014, l’occupazione è in aumento dell’1,2 per cento (+261 mila) e il tasso di occupazione di 0,7 punti. I disoccupati diminuiscono su base mensile dell’1,2 per cento (-40 mila). Dopo l’incremento degli ultimi due mesi, ad aprile il tasso di disoccupazione cala di 0,2 punti percentuali, arrivando al 12,4 per cento. Nei dodici mesi il numero di disoccupati è diminuito dello 0,5 per cento (-17 mila) e il tasso di disoccupazione di 0,2 punti. Il numero di individui inattivi tra i 15 e i 64 anni mostra nell’ultimo mese un calo dello 0,7 per cento (-104 mila). Il tasso di inattività diminuisce di 0,3 punti percentuali, attestandosi al 35,8 per cento, lo stesso valore di settembre 2014, il livello più basso dal 2004. Su base annua gli inattivi diminuiscono del 2,3 per cento (-328 mila) e il tasso di inattività di 0,7 punti.

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