Sicilia, treni completamente da rifare - QdS

Sicilia, treni completamente da rifare

Rosario Battiato

Sicilia, treni completamente da rifare

venerdì 12 Giugno 2015

Gli ultimi dati Legambiente con il contributo di Ansaldo Breda: nell’Isola età media del materiale rotabile superiore ai 22 anni. Fin qui sono pochissimi gli interventi per aumentare i passeggeri e la qualità del trasporto

PALERMO – I recenti potenziamenti apportati da Trenitalia al collegamento Catania-Palermo che dal 3 maggio è possibile percorrere in meno di tre ore con 14 corse (7 andata – 7 ritorno) non azzerano le criticità di un trasporto ferroviario che in Sicilia va riformato. Dalla innovazione tecnologica – l’alta velocità si vedrà nell’Isola soltanto dopo il 2020 – all’abbassamento dell’età dei treni in circolazione. L’ultimo aggiornamento in merito è arrivato da Legambiente nel rapporto “Nuovi treni per città più vivibili”, realizzato con il contributo di AnsaldoBreda.  
In tutta Italia ci sono 3.290 treni in servizio nelle Regioni. Di questo ammontare nazionale nell’Isola se ne registra una quota di 148, pari al 4,4%. Sembrano pochini e statisticamente irrilevanti rispetto a una regione che ha 5 milioni di abitanti e un’estensione da 25.711 kmq, in entrambi i casi circa il 9% del totale nazionale. E non è soltanto una questione di numerosità, ma anche di qualità. Di questi 148 treni ben 94 sono ancora a diesel (terzo dato italiano) e soltanto 53 elettrici. Si tratta dell’unica regione italiana a non avere una quota maggiore di treni a minore impatto ambientale.
Anche l’età media dei treni in circolazione in Italia sulla rete regionale, che è di 18,6 anni, evidenzia le consuete differenze. La Sicilia ha la quarta età media del materiale rotabile più elevata d’Italia (22,5 anni), superata in peggio soltanto da Puglia (22,9), Abruzzo (28,3) e Basilicata (23,7). In assoluto si tratta comunque del peggior risultato se ricalcoliamo la media delle regioni che ci precedono come se fossero “nuovi” i treni in cui sono stati realizzati interventi di revamping, termine che indica interventi di ristrutturazione generale su materiale rotabile.
Nell’Isola, inoltre, il 44% dei treni ha superato i venti anni, cioè il limite anagrafico per la sostituzione dei treni o per un intervento di revamping. Nel quadro nazionale ci sono realtà perfettamente in regola, come Bolzano (tutti i treni hanno meno di 20 anni) e la Toscana (solo il 18% ha più di vent’anni), mentre le altre si stanno organizzando: negli ultimi dieci anni la Lombardia è la Regione che ha acquistato più treni nuovi, per un totale di 125 (circa il 19% del totale nazionale), seguita dall’Emilia-Romagna con 72 treni tra revamping e nuovi, e quindi la Campania con 63 treni tra nuovi e completamente ristrutturati.
Un processo che non aiuta ad accrescere la popolazione ferroviaria che nell’Isola è tra le più risicate. Nel 2014 hanno preso il treno per spostarsi in Italia, in media, circa 2,7 milioni di persone al giorno. In Sicilia i passeggeri che quotidianamente usufruiscono del servizio ferroviario regionale e suburbano sono appena 37mila. Un dato che la piazza all’undicesimo posto, stracciata anche al sud da Campania (271mila) e Puglia (150mila). Al bilancio nazionale l’Isola contribuisce con una porzione limitatissima pari all’1,3% del totale, un dato che diventa ancora più misero se lo  consideriamo in rapporto alla popolazione siciliana di 5 milioni. In vetta alla classifica Lombardia (670mila), Lazio (oltre mezzo milione) e Toscana (237mila).
Tra i consigli dell’associazione del cigno c’è proprio un miglioramento del servizio delle Regioni meridionali, “perché oggi sono numerose le linee che collegano anche importanti centri urbani (la Jonica e la Tirrenica in Calabria, Palermo-Messina, Palermo-Catania, Trapani-Palermo in Sicilia per citarne alcune) che vedono transitare ogni giorno pochissimi convogli, e di conseguenza scoraggiando ed impedendo in alcuni casi l’uso del treno per motivi di pendolarismo tra i capoluoghi di Provincia”.

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