Ars, taglio di 600 assessori e 1.300 consiglieri locali - QdS

Ars, taglio di 600 assessori e 1.300 consiglieri locali

Raffaella Pessina

Ars, taglio di 600 assessori e 1.300 consiglieri locali

sabato 20 Giugno 2015

Approvati i primi quattro articoli del Ddl su riduzione costi della politica. Ma a regime tra 5 anni. Ardizzone: “Via libera finale martedì”

PALERMO – Il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone non ha dubbi: il testo del disegno di legge sui tagli ai sindaci va approvato entro martedì prossimo. E con queste parole ha rinviato l’Aula al 23 giugno nel pomeriggio. Un testo travagliato questo, che ha visto contrapposte le forze politiche sin dal suo esame in commissione di merito, e poi in Aula.
Giovedì scorso sono stati approvati i primi 4 articoli di un ddl che ne contiene circa 10. Nel corso della seduta di martedì prossimo verrà anche ricordata la figura di Lino Leanza, morto recentemente per una grave malattia. La approvazione del secondo articolo del disegno di legge ha dato il via libera al taglio ai gettoni e ai compensi che scendono mediamente del 20%, ma non da subito come prevedeva la legge, ma, in base a un emendamento approvato, dal prossimo rinnovo dei consigli comunali.
Mercoledì invece è stato varato il  primo articolo che determina la riduzioni dei consigli comunali e delle giunte, con il conseguente taglio di 1300 consiglieri e di 600 assessori. Bocciato, invece, l’emendamento del M5S sul gettone unico giornaliero, ritenuto “un forte deterrente al fenomeno gettonopoli”. Prevedeva un unico compenso a prescindere del numero delle commissioni fatte in una giornata: “Si sarebbe messo fine a comportamenti non certo edificanti che hanno portato e portano tutt’ora al proliferare delle sedute al solo scopo di collezionare gettoni e gonfiare i portafogli dei consiglieri, a discapito della casse comunali”, concludono i pentastellati. Critico il commento di Marco Falcone, capogruppo di Forza Italia all’Ars, in merito soprattutto alle discussioni che hanno caratterizzato i lavori d’Aula a Palazzo dei Normanni.
”Prendiamo atto che dalle elezioni è uscita una maggioranza sempre più disgregata e litigiosa. Prova ne è che, i lavori d’Aula sono stati contraddistinti da linee legislative variegate e contraddittorie proprio in seno a quelle forze di maggioranza e allo stesso Pd. Ci chiediamo se il governatore abbia ancora una maggioranza e, a tal proposito, sarebbe opportuno che venisse in Aula per verificare il livello di fiducia nei suoi confronti dei deputati dei partiti che lo hanno sostenuto”.
Intanto il Consiglio di presidenza dell’Ars ha dato il via libera ai gruppi parlamentari che la scorsa settimana non avevano prodotto una documentazione sufficiente per provare le ragioni della loro sussistenza all’Ars.
Si tratta di Lista Musumeci, Il Megafono ed Mpa che, in mancanza di cinque componenti, numero minimo richiesto per la formazione di un gruppo parlamentare, hanno dimostrato di essere presenti nel territorio regionale. Il Pid – Cantiere popolare aveva ottenuto la deroga già la scorsa settimana.
Restano dunque 11 i gruppi presenti nell’Assemblea regionale, incluso il gruppo Misto. Infine il presidente della Regione Rosario Crocetta ha affidato alla stampa un suo sfogo sulle presunte polemiche tra lui e il premier Renzi. “è assolutamente falso che io abbia attaccato Renzi – ha detto Crocetta – Da presidente dei siciliani ho manifestato l’urgenza di intervenire sulle questioni sociali soprattutto nei confronti dei poveri, dei deboli, dei disoccupati, in linea con n quanto sta cercando di fare il Governo nazionale. Ma la specificita’ e la drammaticita’ dei problemi della Sicilia, le cui cause non sono da attribuire sicuramente ai governi attuali ma alle vicende storiche dell’Isola, richiedono una urgenza di provvedimenti immediati”.

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