Tumori, si guarisce di più ma aumentano i malati - QdS

Tumori, si guarisce di più ma aumentano i malati

Serena Giovanna Grasso

Tumori, si guarisce di più ma aumentano i malati

giovedì 25 Giugno 2015

Le proiezioni Favo 2015 prospettano una crescita pari al 17% del tasso di sopravvivenza rispetto al 2012. Nel 2014 sono stati diagnosticate 365 mila nuove neoplasie, mille al giorno

PALERMO – Crescono le diagnosi di nuovi tumori, si pensi che nel 2014 ne sono stati diagnosticati 365 mila, praticamente mille al giorno. In tale contesto, una buona notizia attiene al fatto che al contempo cresca anche quella quota di popolazione che ad anni di distanza dalla malattia è ancora in vita. Risultati incoraggianti ci giungono dal rapporto 2014 di Airtum (Associazione italiana registri tumori) ed ancor di più dal settimo “Rapporto sulla condizione assistenziale dei malati oncologici” pubblicato lo scorso 14 maggio da Favo (Federazione italiana delle associazioni di volontariato in oncologia).
Secondo il rapporto Airtum nel 2012 erano 2.587.347 le persone che vivevano in Italia dopo una diagnosi di tumore, ossia il 4,4% della popolazione complessiva a livello nazionale (di cui il 45% maschi, ossia 1.154.289, e il 55% femmine, vale a dire 1.433.058). La percentuale di persone che vivevano dopo una diagnosi di tumore raggiungeva il 16% dell’intera popolazione della stessa età (uno su sette) negli ultra settantacinquenni, il 20% negli uomini e il 14% nelle donne. Raggiungeva l’11% della popolazione nella classe d’età 60-74, uguale per maschi e femmine. La percentuale diminuisce con l’età ed è pari al 3,8% tra 45 e 59 anni (2,6% nei maschi, 4,9% nelle donne) e 0,7% tra 0 e 44 anni (0,6% nei maschi e 0,8% nelle donne).
L’incidenza di popolazione che sopravvive ad una diagnosi di tumore nell’Italia settentrionale sale dal 4,4% al 5%, ossia un residente al Nord ogni venti è stato colpito da una forma tumorale ed è riuscito a sopravvivere. Si avvertono addirittura punte del 6% nelle città di Milano, Ferrara e Genova. In tutte le aree del Sud, invece, le proporzioni risultavano essere inferiori al 4%. Come specifica Airtum, una tale differenza percentuale è imputabile non alla minore sopravvivenza in seguito ad una diagnosi di tumore, quanto alla più alta incidenza di determinate forme tumorali al Settentrione.
In particolar modo, allargando l’obbiettivo della nostra fotografia sul contesto regionale rileviamo come in Sicilia nel 2012 si siano contati 168.727 “sopravvissuti”, circa il 6,5% della quota complessiva rilevata a livello nazionale. In Sicilia, così come a livello nazionale, la tipologia di tumore che conosce il più alto numero di “sopravvissuti” è quella alla mammella (35.744 i casi in Sicilia, 581.373 lungo tutto lo Stivale), rileviamo al contempo che si tratta anche della neoplasia più diffusa. A seguire troviamo il tumore al colon retto (21.303 in Sicilia) e quello alla prostata (14.825 nell’Isola). In generale, la Sicilia è l’ottava regione per numero di soggetti che continuano a vivere dopo una diagnosi di tumore.
Il dato complessivo anzidetto, tiene in considerazione i pazienti ancora in vita dopo due, cinque e dieci anni dalla diagnosi. Il 60% è composto dai pazienti che hanno ricevuto la diagnosi di tumore da cinque anni (ossia il 2,7% della popolazione italiana); mentre il 35% del totale aveva ricevuto la diagnosi da dieci anni.
 
Ad ogni modo, occorre specificare che la percentuale dei pazienti vivi dopo la diagnosi dipende in modo sensibile dall’età a cui il tumore è stato diagnosticato. Questo spiega, ad esempio nel caso del tumore della prostata che quasi sempre si manifesta in età avanzata, la bassa percentuale (14%) di persone vive a 10 anni dalla diagnosi, nonostante la buona prognosi di questa neoplasia. In queste persone spesso la causa di morte non è il tumore ma altre malattie.
Secondo le proiezioni effettuate da Favo, al primo gennaio 2015 erano vive oltre tre milioni di persone dopo una diagnosi di tumore, esattamente 3.036.741, dunque il 17% in più rispetto alle rilevazioni effettuate da Airtum relative all’anno 2012.
 
Dunque, oggi i pazienti e gli ex pazienti costituiscono il 4,9% dell’intera popolazione italiana. Favo ipotizza che poco più di mezzo milione di pazienti abbiano ricevuto la diagnosi da due anni, oltre 600  mila da due a cinque anni, mentre i due terzi del totale da più di cinque anni. Così, concludiamo rilevando che mentre da una parte continuano a crescere le nuove diagnosi di neoplasie, d’altra parte cresce anche la quota di guarigioni e di sopravvivenza più in generale.

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