Si tratta di mansioni “extra” autorizzate dal Comune di riferimento, ma svolte dal dipendente in questione per un altro ente, sia esso pubblico o privato, che poi provvede a corrispondere la somma dovuta.
Tralasciando il fatto che il tempo speso per tali attività potrebbe in qualche modo sottrarre del lavoro utile alla collettività, ciò che è più grave è il fatto che tali voci siano nascoste su quattro siti istituzionali dell’Isola su nove (prendendo in esame i capoluoghi). C’è il numero dei dipendenti interessati, ma non la somma loro corrisposta.
Con buona pace delle norme contenute nel Dlgs 33/2013.