Il dovere del potere, il potere del dovere - QdS

Il dovere del potere, il potere del dovere

Carlo Alberto Tregua

Il dovere del potere, il potere del dovere

giovedì 02 Luglio 2015
Chi ha responsabilità istituzionali, sia politiche che burocratiche, ha il dovere di prendere decisioni e operare per raggiungere i migliori risultati, sia per quanto riguarda la diffusione dell’equità fra i cittadini, che per la produzione di servizi di qualità, di cui maggiormente beneficiari sono quelli più bisognosi.
Ovviamente, per prendere decisioni eque e gestire servizi, politici e burocrati devono essere dotati di cultura, capacità e onestà, tre qualità non molto diffuse fra di loro.
Il possesso di tali qualità non è però sufficiente per agire in modo efficace. Occorrono norme diligenti, semplici, che ragguaglino i mezzi agli obiettivi e che prevedano premi o sanzioni per chi abbia l’onere di raggiungere tali obiettivi.
In altri termini, politici e burocrati devono avere il potere di decidere e operare in modo da soddisfare il dovere derivato dal mandato dei cittadini nei loro confronti e da questi ultimi nei confronti dei burocrati.

Il dovere del potere si può ribaltare nel potere del dovere. Apparentemente le due frasi sembra che abbiano il medesimo significato. In effetti, così non è, perché se il dovere scaturisce dal potere, bisogna chiedersi quale sia la regola etica che lo assegna a qualcuno. Infatti, il potere non può avere radice in qualcuno, ma esclusivamente nel dovere. Solo da esso può scaturire.
Nei secoli, sono noti tanti personaggi che hanno esercitato il potere prescindendo dal dovere. Caligola (12 d.C. – 41 d. C.) che nominò senatore il suo cavallo, è un esempio eclatante. Ma anche Agamennone, che fece la guerra a Troia per andarsi a riprendere Elena, è un altro esempio di esercizio del potere non emanato dal dovere.
In nome del potere, erroneamente identificato col Supremo creatore, la Santa Inquisizione, in oltre duecento anni, imperanti trentatré Papi, ammazzò due o trecentomila persone, in gran parte innocenti, in nomine Dei. Dittatori – come Nerone (37 d.C – 68 d.C.), che incendiò Roma, o come Adolf Hitler (1889–1945) che pensava di conquistare il mondo – sono finiti nella polvere.
Non bisogna mai dimenticare il detto dei frati trappisti: Ricordati, uomo, che polvere sei e polvere ritornerai. Però, questa verità si dimentica quasi sempre.
 

Ecco, dovremmo invece ricordarla e con essa la nostra pochezza ed impossibilità di cambiare i grandi eventi, anche se ci dobbiamo mettere sempre del nostro, anzi fare tutto il possibile, per dare un contributo alla direzione degli eventi.
Si dice Historia magistra vitae, ma sembra che non sia vero. Infatti, gli errori compiuti da tanti personaggi sono stati pedissequamente ripetuti da altri, che si sono succeduti.
La tomba di Napoleone Bonaparte (1769–1821) fu l’invasione della Russia (1812). La tomba di Hitler fu l’invasione della Russia (1941).
Chi ha il dovere di esercitare il potere, deve farlo senza indugio, senza remore e con la serenità interiore di chi ha l’obbligo di impartire disposizioni, di farle eseguire e di controllare che siano eseguite bene, premiando o sanzionando tutti i componenti della propria squadra.
L’esempio ci proviene dai coach di squadre sportive che, nella loro guida, hanno potere di vita o di morte, sportiva si intende.

È proprio il venir meno di questo dovere, cioé di esercitare eticamente il potere, la causa principale della disfunzione della burocrazia italiana, a livello centrale, regionale e comunale. è proprio il venir meno del dovere di esercitare il potere che ha creato il disastro delle diecimila partecipate pubbliche che producono venti miliardi di perdite, di cui nessuno risponde.
Non è così che si osservano le regole etiche. Nel settore privato, l’impresa che sbaglia paga e fallisce. In quello pubblico, la disfunzione cronica dei servizi, e quindi il riflesso negativo sui cittadini, non trova mai sanzioni.
Probabilmente, la mancanza di etica e di equità che obbliga la Classe politica a prendere decisioni, è la principale causa della grave crisi del nostro Paese e di quella molto più grave del Mezzogiorno.
Vi è un altro elemento che va sottolineato: la rapidità delle decisioni. Non solo esse debbono essere efficaci, ma prese in tempi brevi, perché producano effetti subito, ieri sera.
Anche con questo comportamento si manifesta l’osservanza del dovere e l’esercizio del potere ad esso conseguente e subordinato.

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