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Messina – Rifiuti, nuovo rischio-paralisi. 22 milioni di euro non sono sufficienti

Francesco Torre

Messina – Rifiuti, nuovo rischio-paralisi. 22 milioni di euro non sono sufficienti

sabato 31 Ottobre 2009

Due società gemelle per gestire lo stesso servizio, con risultati modesti e crisi continue. Messinambiente bussa all’Ato, che rilancia: riducete i costi, o vi paghi il Comune

MESSINA – MessinAmbiente chiama Ato3: abbiamo bisogno di soldi. Ato3 chiama Comune: abbiamo bisogno di soldi. Peppino Buzzanca scrive una lettera a Babbo Natale: “Per favore, mandami almeno 10 milioni di euro altrimenti la città verrà nuovamente invasa della spazzatura, e se ci riesci prova a chiudere i rubinetti dall’alto che qui moriamo tutti”.
“Con la somma di 22 milioni, 725 mila 382 e 72 centesimi, Iva inclusa, MessinAmbiente non è in condizione di garantire per il futuro alcun tipo di servizio e tale criticità non le può essere in alcun modo addebitata”.
Antonino Dalmazio, presidente della società di Via Dogali, annuncia rischio paralisi nel settore della raccolta dei rifiuti e si libera subito di ogni responsabilità. Il problema è dei soldi che mancano, l’abbiamo già detto. “L’impossibilità di pagare i carburanti, gli stipendi, le assicurazioni e i servizi essenziali, costringerà la società a ridurre sin dai prossimi giorni l’attività dell’inceneritore, e nel contempo quella di conferimento in discarica”. Un messaggio rivolto a chi, quello di Dalmazio? Alla città, innanzitutto, ma soprattutto al presidente dell’Ato3 Antonio Ruggeri. Il quale, invece che garantire 28 milioni di euro a MessinAmbiente, come da ultimo accordo di bilancio, ne avrebbe girati poco più di 5 in meno. E questo nonostante la convenzione stipulata nel ‘99 tra MessinAmbiente e Comune e l’arbitrato tra le due società per chiarire i rapporti e disciplinare i contributi.
Insomma, “se affonda la baracca non è certo per colpa mia”, sembra avvisare Dalmazio in questa lettera. Come pure fa Ruggeri nella nota inviata qualche giorno dopo al  dirigente omunale del Dipartimento rapporti con le aziende partecipate, agli assessori alle Finanze e all’Igiene Miloro e Amata e al Presidente del Consiglio Previti. “Qualora MessinAmbiente non accettasse la riduzione dei costi dei servizi, così come richiesto dal Comune, si invita e si diffida l’ente comunale a provvedere alla totale copertura del Piano industriale-finanziario relativo al 2009”. Che era di 47 milioni, 10 in più di quanti ricevuti effettivamente. C’è seriamente il rischio di un contenzioso tra Palazzo Zanca e le due società gemelle che pur se sdoppiate non sono mai state in grado di garantire un efficiente servizio di raccolta dei rifiuti, per non parlare della differenziata? E invece di fare un regalo di Natale a Dalmazio e Ruggeri, il sindaco non potrebbe fare un regalo alla città eliminando per sempre una delle due società mangiasoldi?
 

 
Messinambiente. Anziché chiudere si designano i membri del Cda
 
MessinA – Due Presidenti, due Consigli di Amministrazione, due strutture parallele per lo stesso obiettivo, peraltro mai raggiunto. Che una tra le due società in questione, MessinAmbiente e Ato3, vada smantellata e al più presto per mettere la parola fine a questo enorme spreco di denaro pubblico che può essere giustificato solo dalla sete di poltrone della classe politica e dalla possibilità di concedere opportunità di lavoro ai clientes, è ormai chiaro a tutti.
E in campagna elettorale anche il sindaco Buzzanca lo gridava a gran voce.
Ma i provvedimenti presi da Palazzo Zanca vanno in tutt’altro senso. Il primo cittadino ha infatti ordinato la designazione dei tre nuovi componenti in seno al CdA della società di Via Dogali, fissando nelle ore 12 del 28 ottobre i termini di presentazione delle candidature. Evviva la coerenza!

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