Appalti e centri storici, il giorno del giudizio - QdS

Appalti e centri storici, il giorno del giudizio

Rosario Battiato

Appalti e centri storici, il giorno del giudizio

martedì 07 Luglio 2015

Oggi è atteso il voto definitivo dell’Assemblea regionale siciliana sul recupero dei centri storici, proteste degli ambientalisti. Richiesta di Ance e associzioni di categoria: ddl di riforma prima dell’assestamento di bilancio

PALERMO – Palazzo dei Normanni avverte tutta la pressione del momento. Ormai da settimane le imprese del settore edilizio e del mondo delle attività produttive chiedono con urgenza l’approvazione in legge del ddl di riforma degli appalti all’esame dell’Ars. Ma non solo. Nel grande calderone delle leggi urbanistiche isolane, che ha visto nei giorni scorsi l’approvazione dell’articolato del ddl 602 “Norme per favorire il recupero del patrimonio edilizio dei centri storici”, in attesa di diventare legge proprio oggi, si attende anche l’approvazione del ddl edilizia, la legge di sistema isolana che recepirebbe il dpr 380/2001 e che da gennaio si trova in commissione Bilancio.
Andare a ripescare i numeri della crisi edilizia sembra ridondante data la mole di dati a disposizione e la certezza di un crollo verticale che al 2014 segnava 80mila occupati e 5mila imprese in meno negli ultimi quattro anni (oltre centomila licenziamenti complessivi). Una patologia che potrebbe trovare una prima cura all’interno di Sala d’Ercole, luogo che l’Ance e altre associazioni di categoria hanno additato come sede ideale della svolta.
L’attesa è concentrata sul disegno di legge di riforma degli appalti, che è stato formulato anche grazie al lavoro congiunto “delle 21 sigle fra sindacati, associazioni datoriali e dei tecnici professionisti – si legge in una nota dell’associazione dei costruttori – riuniti nella Consulta regionale delle costruzioni, blocca i fenomeni delle ‘cordate’ e dei ribassi eccessivi e rappresenta l’occasione per garantire finalmente l’accesso alle gare solo alle imprese sane che applicano le norme sulle forniture, che rispettano i diritti dei lavoratori e che investono sulla sicurezza nei cantieri”.
Una legge che potrebbe ricucire le profonde ferite del mondo dell’edilizia ed eliminare dal mercato quelle “imprese opache che risparmiano su tutto grazie alla mancanza di trasparenza e di controlli, alla corruzione, alla pressione della criminalità organizzata sulle procedure di affidamento dei lavori”. La norma, nel mirino del deputato democratico Antonello Cracolici che aveva sollevato dubbi di legittimità costituzionale, resta invece prioritaria per le sigle sindacali e le associazioni Ance Sicilia, Confapi Sicilia e Anaepa-Confartigianato, che alla fine della settimana scorsa si sono riuniti d’urgenza chiedendo l’approvazione entro oggi, cioè prima della finestra legislativa dedicata all’assestamento di bilancio.
Sempre per oggi è atteso un altro voto importante relativo al ddl sul recupero dei centri storici in Sicilia. Per il deputato Girolamo Fazio, che è stato il primo ad aver presentato il testo poi elaborato alla IV commissione, si è trattato di un grande successo. Il ddl consente, infatti, di intervenire sul patrimonio artistico delle città, eppure senza nessun pregio artistico, garantendo procedure più certe e veloci. Dopo l’approvazione della legge si procederà, infatti, alla classificazione degli edifici per capire come poter operare.
 
Negativo il parere degli ambientalisti, tra cui Leandro Janni di Italia Nostra, che si sono scagliati contro il provvedimento perché supererebbe, attraverso le semplificazioni, alcune regole necessarie per la conservazione e la tutela del patrimonio storico e artistico dell’Isola. In ogni caso c’è ancora tanto lavoro da compiere nel settore delle norme urbanistiche di Sicilia.

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