Il festival del cane, in Cina lo mangiano - QdS

Il festival del cane, in Cina lo mangiano

Carlo Alberto Tregua

Il festival del cane, in Cina lo mangiano

mercoledì 08 Luglio 2015
In Cina, ogni 21 giugno (solstizio d’estate) si svolge il festival del cane, nel quale si festeggia l’animale domestico, anche a tavola.
Un’antica usanza di quel civilissimo popolo che ha una storia e una tradizione molto più antica di quella europea, che viene considerata la culla della nostra civiltà.
Gli animalisti occidentali si sono inorriditi di fronte ai banchetti e hanno cominciato ad elencare tutti i luoghi comuni in difesa del migliore amico dell’uomo.
Gli stessi animalisti si sentono poco di fronte alla macellazione di vitelli, maiali, conigli, volatili e persino gatti e non hanno mai spiegato perché il cane ha una dignità superiore a quella di tutti gli altri animali.
È ovvio che con chi non voglia ragionare non si può ragionare: una tautologia. Tuttavia non possiamo esimerci dal fare delle considerazioni sulla materia, anche se a molti sembreranno quantomeno antipatiche.
Se la verità punge non è colpa di chi la dice, ma della verità stessa. 

Si dice che il cane sia un animale intelligente, ma non risulta che nel suo cranio vi sia un cervello nel quale alberghi l’intelligenza. L’animale acquisisce per istinto gli insegnamenti che vanno ripetuti innumerevoli volte fino a quando non li avrà fatti propri.
Prendiamo un esempio nobile: i cani-guida per ciechi. Vi è un’Associazione internazionale di servizio che, in Lombardia, ha istituito da decenni un centro per l’addestramento di tali animali. Noi lo abbiamo visitato e ci hanno spiegato che, dopo un’accurata selezione delle bestie (perché tali rimangono), occorrono due anni per portarli a uno stadio di funzionalità, ovvero per essere utili ad un non vedente, guidandolo per strada, fermandolo agli ostacoli, indicando i gradini e così via.
Per addestrare i cani, gli istruttori fanno loro ripetere centinaia di volte gli esercizi, con pazienza fino a quando i cani non li avranno assimilati. Gli esercizi sono anche vocali, in modo da indirizzarli a fare certe cose, non tanto perché capiscono le parole, quanto perché capiscono i suoni, indipendentemente da esse.
Per addestrare un cane guida, la struttura spende fra i trenta e i quaranta mila euro. Soldi benedetti perché si aiuta chi non vede, facendogli migliorare la qualità della propria vita.
 

Vi sono film famosi che hanno avuto come protagonisti i cani, fra cui Lessie, Rin Tin Tin e Rex. Non tutti sanno che gli esemplari protagonisti erano, in effetti, diversi. Ognuno di essi sapeva fare ed era abituato a fare una certa cosa, non più cose. Cosicché, si dice che gli esemplari che hanno interpetrato la serie dei film con il protagonista Rex fossero da sei a dodici, per cui i compiti erano suddivisi, anche se la fiction poi faceva vedere un solo protagonista.
Il cane riconosce il padrone. Ma come fa? Riconosce il padrone perché è quello che gli dà da mangiare. Se un cane cambia padrone dopo un certo tempo lo riconosce, dimenticando quello precedente. Insomma, é una bestia come tante altre, dotata di maggiore sensibilità istintiva.
Nella mia vita ho avuto tanti cani cui ho voluto bene, ma trattandoli da cani. Da ragazzo ci giocavo, da adulto ci tenevamo compagnia a caccia, ho avuto un alano (il cane più buono del mondo), che ho denominato Attila, usato dalle mie figlie come cavalluccio.

Nessuno mi ha mai spiegato perché il cane sia diverso da altri animali, e dove si trovi la sua intelligenza. Nessuno mi ha mai spiegato perché esso debba essere trattato diversamente, seppure sia necessario avere rispetto per gli animali come per tutti gli altri esseri viventi, comprese le piante, perché ciascuno di essi, ha una precisa motivazione della propria esistenza. Nessuno è inutile o dannoso, ognuno ha una funzione attribuita dal Supremo Architetto.
Non vi è neanche alcuna giustificazione etica per distinguere il cane dagli altri animali, fermo restando la scelta individuale di affezionarsi ad uno di essi piuttosto che a un coniglio, a un volatile o a un maialino. Ciascuno deve essere libero delle proprie scelte, ma la propria libertà confina con quella altrui, cioé con chi la pensa diversamente.
Personalmente non sono né pro né contro i cinofili. Cerco di osservare con l’obiettività che mi è consentita il quadro generale ed esprimo libere opinioni delle quali, mi auguro, nessuno abbia a dolersene, rispettandole, come rispetto quelle altrui.

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