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Catania – Stipendi arretrati e bilancio il Teatro Stabile è nel caos

Chiara Borzi

Catania – Stipendi arretrati e bilancio il Teatro Stabile è nel caos

giovedì 09 Luglio 2015

Il presidente Milazzo, sfiduciato dal Consiglio comunale e sostenuto da Enzo Bianco, potrebbe dimettersi. L’ente in difficoltà: a farne le spese i lavoratori e il mondo culturale della città

CATANIA – Estate calda per il Teatro Stabile di Catania, ancora al centro di una fortissima situazione di criticità. Le difficoltà colpiscono i lavoratori del noto teatro catanese, in particolare tecnici, impiegati e maschere che da mesi non percepiscono lo stipendio e con buone probabilità andranno in ferie senza aver ottenuto tutti gli arretrati. Le difficoltà partono dalla gestione amministrativa dell’ente, ancora una volta non nelle condizioni di approvare il bilancio e dunque darsi un orientamento. Il consiglio di amministrazione dello Stabile si è riunito almeno tre volte nell’ultimo periodo insieme al revisore dei conti, ma non è mai riuscito ad approvazione una programmazione. Il sospetto è che persistano delle irregolarità.
 
L’amministrazione catanese insieme al presidente Crocetta e all’assessore regionale allo Spettacolo Cleo Li Calzi hanno in questi mesi lavorato intensamente per permettere ai lavoratori dello Stabile di percepire almeno alcune parti degli stipendi arretrati; una sinergia che ha dato i suoi frutti, sebbene parziali, garantendo l’erogazione delle somme arretrare fino a marzo.
Sembra vicino a dare le proprie dimissioni il presidente del Teatro Stabile Nino Milazzo, sfiduciato a maggio dal Consiglio comunale di Catania, ma sostenuto personalmente dal sindaco Enzo Bianco. Nei giorni scorsi si erano susseguite voci di dimissioni imminenti, poi smentite dai più vicini all’ambiente. Milazzo potrebbe scegliere di dimettersi dopo l’approvazione del bilancio 2014, dunque presumibilmente alla fine del mese, ma se l’operazione dovesse avvenire prima Milazzo non aspetterebbe la fine di luglio. “Non so perché le voci di un dimissione immediata siano circolate – ci fanno sapere dal suo entourage – ma non c’è stata nessuna formalizzazione. Nino Milazzo si dimetterebbe dopo l’approvazione del bilancio, quindi non prima di fine mese”.
 
Al centro anch’egli di alcune polemiche, non sembra essere in procinto di rimettere il suo mandato il dirigente del Teatro Stabile Giuseppe Di Pasquale. La sua gestione è stata spesso contestata dai lavoratori, privi dello stipendio nello stesso periodo in cui lo stesso Di Pasquale scelse di portare la compagnia in tournée in Russia. “è un bene che il teatro vada all’estero – commentarono in quella occasione i lavoratori – ma con quali soldi vanno mentre noi siamo senza stipendio?”.
L’ente è in agonia e a farne le spese sono essenzialmente i lavoratori, oltre che l’intero mondo culturale catanese.  L’azione dei sindacati insieme alle pronte volontà dell’amministrazione comunale e del governo regionale hanno permesso all’inizio dell’estate un leggero miglioramento della situazione, ma le problematiche sono lontane dall’essere risorse. All’interno dello stesso consiglio di amministrazione uno dei componenti più importanti, cioè il Comune di Catania, vive una situazione di forte contraddizione nell’approccio alla questione dello Stabile. Come noto il Consiglio comunale ha sfiduciato a maggio il presidente Nino Milazzo, ma parallelamente il sindaco Enzo Bianco ha espresso apprezzamento per il lavoro da lui svolto. “Il Presidente non ha responsabilità gestionali – ha precisato il sindaco – e fra pochi mesi, a scadenza naturale, ci sarà un doveroso rinnovamento di alcune figure dirigenziali. Milazzo è tra coloro che sta provando con impegno a dare un cambio di passo necessario”.

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