Pubblico impiego o pubblico arbitrio - QdS

Pubblico impiego o pubblico arbitrio

Carlo Alberto Tregua

Pubblico impiego o pubblico arbitrio

venerdì 10 Luglio 2015

Risultati da controlli, premi e sanzioni

La Regione è tecnicamente fallita. Nello scorso anno ha totalizzato 2,4 mld di debiti che fanno lievitare il complessivo indebitamento a 7,9 mld di euro.
Il ceto politico non intende levare il disturbo con deputati-consiglieri che costano oltre 20 mila euro al mese (vedi dettaglio interno), dirigenti che costano fino a 400 mila euro all’anno ed un complesso di ben 21.665 buste paga mensili (1.737 dirigenti, 17.325 dipendenti, 2.603 esterni, fonte Corte dei Conti).
Nonostante il bilancio 2015 non abbia destinato risorse alla spesa per investimenti (buona), perché tutte le entrate teoriche vengono assorbite dalla spesa corrente (cattiva), la copertura effettiva non c’è ancora.
Sembra probabile che entro il 15 luglio, cioè nei 60 giorni dalla pubblicazione in Gurs, ai sensi dell’articolo 127 della Costituzione, il Governo impugni la legge regionale relativa. Per evitare questo, l’assessore all’Economia Baccei ha inviato all’Ars un ddl che mette a posto i 26 rilievi  che il Governo ha fatto sulla legge incriminata.     
La parola passa all’Assemblea con il nodo scorsoio che le si stringe al collo giorno dopo giorno. Se non accoglie integralmente le 26 modifiche richieste dal Governo, la legge Finanziaria 2015 sarà impugnata e portata davanti alla Corte Costituzionale, con il definitivo blocco di tutte le attività della Regione e il possibile blocco dei trasferimenti da questa ai Comuni: un disastro generale.
Deputati-consiglieri e presidente della Regione sono bullonati alle loro poltrone mentre sarebbe un atto sensato sbullonarsi e ritornare a fare il loro mestiere, qualora lo avessero avuto prima di iniziare il percorso politico.
Il nucleo del disastro della Regione è la sua burocrazia, non solo per il costo enorme che fa gravare sui siciliani (4.042 euro per cittadino contro i 2.239 della Lombardia) ma perché è campione di inefficienza e di inconcludenza.
Ormai il pubblico impiego regionale è diventato il pubblico arbitrio regionale, perché ognuno fa quello che vuole, non ha controlli, non ha sanzioni. Per contro, però, i dirigenti, in barba a ogni regola etica di equità e organizzativa, hanno l’impudenza di prendersi i premi, complice la giunta regionale che glieli dà.
 
I pubblici dipendenti regionali ignorano, o hanno dimenticato, l’articolo 54 della Costituzione: I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina e onore (…).Vorremmo chiedere a ciascuno dei 21.665 percettori di stipendi regionali, se hanno svolto e stanno svolgendo il loro compito, appunto con disciplina e onore.  
Alla Regione non funziona più niente. Turnover incredibili di  assessori, turnover di dirigenti di ogni fascia, turnover di componenti di gabinetti assessoriali. Le uniche cose che non girano sono i fascicoli su cui i dirigenti dovrebbero emettere i provvedimenti, se avessero dignità, in non più di 30/60 giorni.
Il blocco dell’attività regionale causa a valle il blocco delle attività degli enti pubblici, anche locali, e quello delle imprese, che sono stracariche di imposte e di adempimenti senza avere d’altra parte, tempi ragionevoli per ottenere i provvedimenti cui hanno diritto, o vederseli negare. 

Fra Crocetta, i suoi assessori e i deputati-consiglieri della cosiddetta maggioranza, c’è il tutti contro tutti. Il caos è di casa, le guerre personali sono diventate un costume quotidiano, perché ognuno difende il suo giardinetto infischiandosene altamente dell’interesse generale. Il disastro è completo, l’incendio sta divorando le ultime risorse.
C’è urgenza del commissariamento della Regione, previsto dall’articolo 8 dello Statuto e dall’articolo 126 della Costituzione, per gravi violazioni di legge. C’è bisogno di uno o più commissari manager che abbiano facoltà legislative ed esecutive per bonificare le incrostazioni ed eliminare tutte le porcherie dentro la macchina amministrativa regionale, per rimetterla in sesto.
Per fare questo, serve quella parte di bravi dipendenti e dirigenti (che ci sono) ed esautorare l’altra parte di infingardi, incapaci, raccomandati e in qualche caso perfino corrotti.
La Sicilia è un’Isola meravigliosa. Non può più sopportare che qualche migliaio di cattivi siciliani pubblici la continui a rovinare e diffonda un’immagine anche internazionale così negativa. è importante ora che ci mettiamo tutti insieme con Risorgimento Sicilia.

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