Prestiti, sempre in negativo -1,8% ma in ripresa rispetto al -2,4 % - QdS

Prestiti, sempre in negativo -1,8% ma in ripresa rispetto al -2,4 %

Serena Giovanna Grasso

Prestiti, sempre in negativo -1,8% ma in ripresa rispetto al -2,4 %

sabato 11 Luglio 2015

Rapporto “L’Economia della Sicilia 2014” della Banca d’Italia: contrazione dei finanziamenti bancari per minore richiesta. La maggioranza del credito erogato è destinata all’acquisto di un’abitazione (49,5%)

PALERMO – Timidi segnali di ripresa si scorgono all’orizzonte del settore creditizio. Secondo quanto emerge dal rapporto “Economie regionali – L’economia della Sicilia” pubblicato dalla Banca d’Italia nello scorso mese di giugno, nel 2014 in Sicilia i prestiti si sono ridotti dell’1,8%, valore in linea rispetto a quello conseguito nel corso dell’anno precedente e decisamente in ripresa a confronto con il -2,4% vigente al terzo trimestre.
Tale contrazione è da imputare al calo della domanda di finanziamenti, piuttosto che all’irrigidimento dell’offerta da parte degli intermediari bancari che al contrario si è allentata. Le richieste risultano in larga parte ridotte a causa della mancanza di investimenti, mentre permangono ancora i finanziamenti finalizzati alla ristrutturazione e al consolidamento delle posizioni debitorie. La riduzione più consistente ha riguardato le imprese medio – grandi (-3,7%). Mentre quella meno accentuata le famiglie consumatrici (-0,6%): infatti, dopo il forte ridimensionamento intervenuto nel triennio precedente, nel 2014 la domanda di finanziamenti delle famiglie è tornata progressivamente a crescere; le richieste hanno riguardato soprattutto i mutui destinati all’acquisto di abitazioni.
Le condizioni praticate sui prestiti bancari sono migliorate nel corso dell’anno: il livello medio dei tassi di interesse sulle operazioni a breve termine, ancora in crescita nel primo trimestre, è poi sceso fino al 7,4% a dicembre (era al 7,8% alla fine dell’anno precedente); il calo è stato ancora più accentuato per i tassi sui nuovi finanziamenti a medio e a lungo termine (3,9% nell’ultimo trimestre del 2014, a fronte del 4,8% nel corrispondente periodo dell’anno precedente).
Come precedentemente affermato, la maggioranza dei crediti concessi alle famiglie consumatrici è stato finalizzato all’acquisto di abitazioni (49,5%), mentre quasi un prestito su tre è riconducibile al credito al consumo (33,4%). Cali abbastanza consistenti hanno riguardato proprio il credito al consumo (3,4%), in particolar modo quello erogato dalle società finanziarie (-5%; rispetto al -1,6% erogato dalle banche). Mentre riduzioni più contenute ineriscono i prestiti per l’acquisto di abitazioni (-1,2%).
La quota dei mutui erogati alle fasce più giovani della popolazione è cresciuta di due punti percentuali rispetto all’anno precedente (31,5% nel 2014), mantenendosi tuttavia su un valore più basso di quello medio del Mezzogiorno e dell’Italia (rispettivamente, 33,7% e 33,6% nel 2014). Circa un terzo dei nuovi finanziamenti erogati in regione era di importo inferiore a 95 mila euro (un quarto in Italia).  Tra la fine del 2013 e la fine del 2014 il tasso di interesse annuo effettivo globale (Taeg) sui nuovi mutui si è ridotto dal 4% al 3,2%.
Un aspetto particolarmente critico e delicato ha a che vedere con l’indebitamento delle famiglie. Infatti, le famiglie siciliane risultano essere più indebitate rispetto agli anni scorsi e in generale nel contesto nazionale. Nel 2013 ben il 20,3% delle famiglie siciliane risultava indebitato per un mutuo o per credito al consumo (18,9% nel 2012). In parte quest’incremento è stato dovuto alla crescita delle famiglie con un mutuo (+9,8%). L’incidenza della rata del mutuo sul reddito delle famiglie indebitate nel 2012 (ultimo anno per il quale il dato è disponibile) era pari al 23,1 per cento, un valore superiore a quelli medi del Mezzogiorno e dell’Italia (rispettivamente 21,8 e 20,6%).
Le situazioni di potenziale vulnerabilità, sebbene contenute, risultavano in Sicilia superiori rispetto alle altre aree del Paese: le famiglie con un reddito inferiore al valore mediano e la cui rata del mutuo assorbiva almeno il 30 per cento del reddito erano il 2,8% del totale.
Infine, concludiamo rilevando una riduzione assai più contenuta dei prestiti complessivi nei confronti delle varie tipologie di clienti nel primo trimestre dell’anno in corso (-1,5%), ma certamente ancora è troppo presto per riuscire a tirare le somme.

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