Garanzia giovani, in Sicilia boom di adesioni, ma le cose non funzionano come dovrebbero - QdS

Garanzia giovani, in Sicilia boom di adesioni, ma le cose non funzionano come dovrebbero

Chiara Borzi

Garanzia giovani, in Sicilia boom di adesioni, ma le cose non funzionano come dovrebbero

martedì 28 Luglio 2015

A tu per tu con l’assessore regionale al Lavoro Bruno Caruso che racconta le difficoltà incontrate e le soluzioni trovate. I Centri per l’impiego sotto accusa. Poco dinamici e dotati di strumenti obsoleti

CATANIA -La Sicilia è la prima regione in Italia per adesione a Garanzia Giovani. Sono migliaia i neet che nel nostro territorio hanno fatto richiesta di adesione alla misura, meno sono coloro che sono riusciti a sostenere il primo colloquio al Centro per l’impiego, mentre sono ancor meno quanti sono riusciti ad attivare uno stage all’interno di un’azienda che concretizzi la possibilità di percepire gli agognati 500 euro mensili (retribuiti da Inps ogni due mesi) svolgendo dalle 30 alle 40 ore di tirocinio giornaliere. 
Sembra non ci siano regole certe, tra gli enti regna una sorta di rimbalzo delle responsabilità costante, per questo il confronto tra i giovani siciliani iscritti alla misura passa essenzialmente dal web, dove negli ultimi mesi il dibattito sulla validità di Garanzia Giovani è diventato costante e ininterrotto. 
Tra i partecipanti alle conversazioni è tanta, quasi completa, la disillusione nei confronti della misura. . Moltissimi giovani sono ancora alla ricerca di un’azienda che li ospiti, altre si dichiarano alle prese con l’inefficienza di alcuni Centri dell’impiego, pochissimi, invece, comunicano con soddisfazione di aver ricevuto i primi pagamenti mensili. Nel resto d’Italia Garanzia Giovani si è rivelata una misura fallimentare a causa della gestione fatta dalle regioni, l’Inps e i centri dell’impiego. Quest’ultimi enti si sono dimostrati ancora una volta poco dinamici e poco pronti ad accogliere simili sfide dai grandi numeri.
In Sicilia si è riscontrato lo stesso problema, online è stato denunciato perfino il caso di un tirocinante che ha scoperto di non essere in regola per via della mancata trasmissione dei moduli riguardanti il tirocinio ad Inps, da parte del Centro dell’impiego, dopo due mesi di apprendistato già svolto. Altro problema rilevante è quello delle ore richieste ai tirocinanti per svolgere i propri turni. Molti utenti hanno denunciato online più di 8 ore di lavoro, straordinari non pagati per turni extra per il sabato e la domenica. Quel che si evince dalle storie raccontate dai ragazzi iscritti a Garanzia è quella di un vero e proprio caos, che stenta ad essere regolato dagli stessi enti che hanno scelto di adottarlo. 
In Sicilia si è riscontrato lo stesso problema, online è stato denunciato perfino il caso di un tirocinante che, dopo due mesi d’impiego già svolto, ha scoperto di non essere in regola per via della mancata trasmissione dei moduli riguardanti il tirocinio ad Inps, da parte del Centro dell’impiego. Altro problema rilevante è quello delle ore richieste ai tirocinanti per svolgere i propri turni. Molti utenti hanno denunciato online più di 8 ore di lavoro, straordinari non pagati per turni extra per il sabato e la domenica. Quel che si evince dalle storie raccontate dai ragazzi iscritti a Garanzia è quella di un vero e proprio caos, che stenta ad essere regolato dalle stesse istituzioni che hanno scelto di adottarlo.  
Per fare chiarezza sui vari punti del caso abbiamo intervistato l’assessore regionale al Lavoro Bruno Caruso. “Per le violazioni formali delle regole del lavoro il controllo spetta agli ispettori dell’Inps oltre che quelli della Regione – ha dichiarato senza esitazione Caruso – se si tratta di un uso elusivo del tirocinio sono invece gli stessi Centri dell’impiego a dover denunciare i casi di eclatante utilizzo scorretto dello strumento”. Per questa fase, che per la Sicilia può essere definita iniziale, l’assessore chiede pazienza ai tirocinanti. “Dobbiamo essere molto ragionevoli e molto equilibrati. Bisogna capire quello che è un dato fisiologico della dilatazione della caratteristiche del tirocinio rispetto la sua funzione e quello che non lo è. Se questa dilatazione diventa patologica allora è chiaro interverremo. Siamo in una fase di inizio dell’esperienza. Il fatto che ci sia questa adesione di massa allarga i rischi, però dall’altra parte questa misura rimane una boccata di ossigeno e non possiamo sottrarre ossigeno ad un corpo malato”. 

Garanzia Giovani è, secondo quanto affermato da Bruno Caruso, una misura in fase di studio. “Possiamo assumere elementi per operare degli aggiustamenti mana mano che l’esperienza avanza. Questa misura non è considerata da noi come uno strumento dato una volta per tutte, la stiamo monitorando nei pro e nei contro, per operare continuamente degli aggiustamenti”. 

 


 

 

L’approfondimento / Un browser vecchio da ostacolo ai pagamenti 

Un ruolo determinante per il corretto funzionamento di Garanzia Giovani è svolto dai Centri per l’impiego. Recandosi in uno degli uffici regionali presenti sul territorio, è facile percepire la difficoltà con cui operano addetti e dirigenti, ritrovatosi nel giro di pochi mesi nell’atto di gestire un boom di pratiche che, in ogni caso, in una regione con oltre il 40 per cento di disoccupazione giovanile, non dovrebbe essere una novità. “Per la prima volta il Cpi hanno un ruolo proattivo – ha dichiarato sulla questione l’assessore regionale al Lavoro Bruno Caruso – alcune difficoltà rientrano in una situazione di quotidiana inefficienza che stiamo cercando di correggere. Altro problema a cui stiamo cercando di fare fronte e quello del ritardo dei pagamenti”. E’ lo stesso assessore Caruso ad affrontare la questione. “Eravamo regione con una percentuale bassissima di corrispondenza degli indennizzi, su 800 pagamenti da noi effettuati ne erano stati erogati solo 200. Abbiamo scoperto nel giro di tre giorni il problema, portando alla luce una situazione paradossale: i Cpi non avevano un browser internet aggiornato e per questo non erano in grado di agganciarsi al sistema. Siamo a questi livelli – ha ammesso l’assessore Bruno Caruso – grazie al monitoraggio quotidiano ora siamo passati a 700 pagamenti su 800”. (cb) 

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