Crocetta ha inoltre ricordato a Zaia che la Sicilia continua a pagare la più alta quota di compartecipazione sanitaria d’Italia, il 49%, mentre le altre regioni pagano il 41%.
Sono ripresi intanto ieri i lavori a Palazzo dei Normanni con l’Aula che si è aperta puntualmente alle 16.00. In apertura di seduta il Presidente Ardizzone ha proclamato deputato regionale Davide Faraone, che avrebbe dovuto subentrare a Fabrizio Ferrandelli in quanto primo dei non eletti nelle Regionali del 2012. Il sottosegretario, però, ha rifiutato lo scranno di deputato all’Assemblea regionale siciliana attraverso una lettera inviata alla Presidenza dell’Ars. Faraone in quanto primo dei non eletti nella lista del Pd avrebbe dovuto subentrare a Fabrizio Ferrandelli che si è dimesso da deputato nei giorni scorsi in polemica con Rosario Crocetta. Il secondo dei non eletti è Riggio, indagato nello scandalo dell’ente di formazione
Nella mattinata la commissione Sanità ha esitato il ddl sul sistema educativo integrato per la prima infanzia che vuole regolamentare il settore dell’offerta educativa per la fascia prescolare. Il documento mira a regolare tutti i soggetti, pubblici e privati, che sul territorio offrono servizi, evitando offerta di bassa qualità e costi elevati.
Ieri, in un’Aula praticamente deserta è proseguito l’esame degli articoli della riforma delle province. Si è ripartiti dall’Articolo 4 che è stato approvato in tempo record, così come il 5. Presenti gli assessori all’economia Alessandro Baccei e alle Autonomie Locali Giovanni Pistorio.
Sul fronte politico, si è tenuto ieri un vertice tra il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta ed i leader di Udc e Pd, Gianpiero D’Alia e Fausto Raciti. In merito alla riunione sono insorti gli altri partiti che sostengono il presidente Crocetta, Sicilia democratica e Pdr, i cui capigruppo Totò Lentini e Giuseppe Picciolo in una nota hanno specificato come tale riunione abbia avuto “solo valore interlocutorio e informale in vista del vertice di maggioranza che definirà il percorso politico da attuare nei prossimi mesi”.
E ancora: “Dalla crisi di governo si esce con il consenso e l’accordo di tutti i partiti che, con coerenza e lealtà hanno sostenuto in questi anni il presidente Crocetta. Sicilia democratica e Pdr non sono i servi sciocchi del governo Crocetta e aspettano il vertice di maggioranza per condividere e fissare priorità e azioni. Il presidente Crocetta non può immaginare di definire il percorso solamente con il Pd e l’Udc; se pensa questo, allora siamo pronti ad uscire dalla maggioranza. Le decisioni che riguardano il Governo devono essere discusse e condivise con tutti”.