Sono queste le principali proposte avanzate da Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil al delegato del prefetto di Palermo, Francesca Cannizzo, nel corso dell’incontro che si è svolto nella sede del palazzo di governo in via Cavour, a margine della manifestazione di protesta organizzata dalle sigle sindacali. “La crisi del settore edile – hanno commentato Angelo Gallo, Antonino Cirivello e Francesco Piastra, rispettivamente segretari generali di Feneal Uil Palermo, Filca Cisl Palermo Trapani e Fillea Cgil Palermo – non può più essere un alibi che giustifica l’aumento del lavoro nero e il drammatico incremento delle morti bianche. Le istituzioni hanno il dovere di passare dalle intenzioni ai fatti, con interventi mirati e puntuali, primo dei quali certamente è quello di intensificare i controlli degli organismi ispettivi, che devono essere dotati di personale e di strumenti per operare”. Richieste che in realtà sono arrivate da tutte le province siciliane dove i problemi sono pressocchè identici su questo fronte.
Tutto ciò si consuma mentre arrivano tristi conferme con la Sicilia che si conferma tra i primissimi posti in Italia in questo primo scorcio del 2015 per morti bianche. Nei primi cinque mesi del 2015 l’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre, sulla base di dati Inail, registra un drammatico incremento della mortalità pari all’11 per cento rispetto allo stesso periodo del 2014. L’Isola si piazza al sesto posto sul territorio nazionale con 21 morti bianche nei primi 5 mesi di quest’anno, con una media quindi di più di 4 decessi nei posti di lavoro al mese. “Una situazione che si aggrava giorno dopo giorno e che ancora non ottiene la giusta attenzione dal governo – commenta il presidente dell’Osservatorio, Mauro Rossato – né sul fronte di un efficace programma di diffusione della cultura della sicurezza sui luoghi di lavoro, né dal punto di vista dei controlli e delle sanzioni contro gli ‘evasori’ della sicurezza”.
Sul fronte, invece, dell’incidenza della mortalità rispetto alla popolazione lavorativa ancora una volta la Sicilia si trova ai vertici di questa poco edificante classifica: l’indice è pari al 15,9, e peggio hanno saputo fare soltanto altre 6 regioni. Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil hanno illustrato un’articolata piattaforma di proposte che, come dichiarano, “vengono dal basso, da chi nei cantieri opera da anni e dunque conosce a menadito le misure di sicurezza da rispettare e i modi perché ciò avvenga, le esigenze dei lavoratori e gli obblighi per le aziende”. “Siamo stanchi – concludono Gallo (Feneal Uil), Cirivello (Filca Cisl) e Piastra (Fillea Cgil) – di dover protestare per far valere diritti ovvi”.