Hiroshima e Suez una data da ricordare - QdS

Hiroshima e Suez una data da ricordare

Carlo Alberto Tregua

Hiroshima e Suez una data da ricordare

venerdì 07 Agosto 2015

Il Mondo risorge e cresce

Il 6 agosto del 1945, alle ore 8,15 del mattino, il generale Paul Tibbets sganciò con il suo B-29 denominato Enola Gay (era nome della madre di Tibbets) la bomba atomica sulla città giapponese di Hiroshima (all’epoca abitata da 255.000 persone).
Il presidente degli Stati Uniti, Harry Truman, prese la grave decisione perché non riusciva a far terminare nel Pacifico la Seconda Guerra mondiale, data la fortissima resistenza dei giapponesi. In Europa, invece, la Guerra era già terminata con la Pace di Jalta, il cui armistizio fu firmato nel febbraio del 1945.
Insieme all’altra atomica lanciata su Nagasaky (il 9 agosto 1945), quella di Hiroshima causò la morte di circa 230.000 giapponesi, ma ancor più grave, ha lasciato strascichi sulla popolazione per decine di anni in cui sono morti altre decine di migliaia di quei cittadini.
La ricorrenza è stata onorata nella rinata cittadina di Hiroshima proprio ieri, con la presenza di oltre cento rappresentanti di Nazioni, compreso quello degli Usa, lì per la prima volta.

Ieri, 6 agosto, va ricordato per un’altra ricorrenza, questa volta positiva, e cioè l’inaugurazione del raddoppio del Canale di Suez. Lo stesso fu costruito nel 1882 e per scavarlo morirono oltre 120 mila egiziani, fra l’altro malpagati.
Il 26 luglio del 1956 il presidente egiziano Gamal Abd el-Nasser, che aveva cacciato re Faruq, dichiarò nazionalizzato il Canale di Suez, facendolo diventare un centro motore dell’economia mediterranea. Infatti, attraverso i 193 km di acqua navigabile cominciarono a passare le navi provenienti dal Pacifico che avevano come meta il Mar Mediterraneo. Il Canale consentiva risparmi notevoli sui costi di trasporto marittimo ma anche ricavi ragguardevoli per la società egiziana che lo gestiva.
Dopo la cacciata di Hosni Mubarak e le elezioni del presidente islamico Mohamed Morsi, l’economia egiziana ha avuto una battuta d’arresto, fino a quando il generale Abd al-Fattah al-Sisi non lo ha deposto e incarcerato, con il che l’economia del Paese africano ha ricominciato a camminare. Al-Sisi ha promosso l’allargamento e l’allungamento del Canale di Suez, un’opera mastodontica realizzata in un tempo incredibilmente breve: meno di 12 mesi.

 
Il Canale ha consentito la creazione di un milione di posti di lavoro in 15 anni, ossigeno per gli egiziani disoccupati che arrivano al 40%. I proventi di 5,3 miliardi di dollari annuali sono previsti in crescita per il 2023 a 13,2 miliardi. Alla guida della società c’è Mohab Mamish, fedelissimo del presidente, che ha guidato con mano ferma sia l’opera di ristrutturazione che la gestione.
Sono stati realizzati 72 km di acqua navigabile in più, rimossi 250 milioni di metri cubi di deserto, spesi 8 miliardi di euro e ridotto il tempo di costruzione da tre a un anno.
Insieme alla Diga di Assuan, sul Nilo, che al-Sisi intende innalzare per aumentare la cubatura di acqua disponibile, il Canale costituisce un vero motore dell’economia, come è qualunque infrastruttura imponente.
E’ infatti noto che sono le infrastrutture a promuovere la crescita. Meno ce ne sono e meno crescita si realizza.
Hiroshima è stata la data della distruzione, ma da quelle ceneri è risorto vigorosamente il Giappone come un’araba fenice. Oggi quel Paese orientale, interamente ricostruito con norme antisismiche, ha sviluppato un’economia che produce 4.928 miliardi di dollari di Pil contro i 16.761 degli Stati Uniti, i 12.726 dell’Ue e i 9.317 della Cina (tutti dati al 2013).
Quando si verifica un terremoto in Giappone, anche di grado elevato (6 o 7 punti della Scala Richter) i palazzi oscillano ma nessuno rimane danneggiato o, peggio, cade.
L’attuale primo ministro, Shinzo Abe ha cambiato il modo di far funzionare l’economia giapponese, che ha nella sua Pubblica amministrazione precisa, professionale e puntuale il proprio motore più forte.
Due economie distanti circa 10 mila km, quella giapponese e quella egiziana, una orientale e una mediterranea, ma essenziali per la crescita economica del Mondo.
Una data, quella del 6 agosto, che ricorda un giorno tremendo in Giappone e un giorno radioso in Egitto.
Non dimentichiamo questi eventi e concateniamoli per capire meglio come sono andate (e come vanno) le cose.

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