Meno sprechi per aiutare l’agricoltura siciliana - QdS

Meno sprechi per aiutare l’agricoltura siciliana

Francesco Sanfilippo

Meno sprechi per aiutare l’agricoltura siciliana

venerdì 17 Aprile 2009

Forum con Cosimo Gioia, dirigente generale dipartimento infrastrutture assessorato Agricoltura

Quando è diventato dirigente generale del Dipartimento Interventi Infrastrutturali?
“Sono diventato dirigente generale agli inizi di marzo di quest’anno, sostituendo Dario Cartabellotta, mio predecessore. Non sono stato ancora contrattualizzato come parecchi colleghi miei”.

Si tratta di una situazione diffusa?
“La burocrazia è il male peggiore che affligge la Regione siciliana. Quando uno si assume certe responsabilità e non è contrattualizzato, potrebbe risponderne in prima persona”.

Qual è la missione principale del dipartimento Interventi infrastrutturali?
“Il dipartimento ha diverse branche e si occupa principalmente di tutta l’assistenza tecnica delle 80 sezioni dell’assessorato, ma si occupa anche della vigilanza di alcuni enti sottoposti come l’Esa, l’Istituto Vite e Vino, dei consorzi universitari e dei consorzi di bonifica”.

Ci parli di questi ultimi.
“I consorzi di bonifica sono 11, ma si sta studiando una legge che ne prevede la riduzione a 4/5 al massimo. È fallita l’idea di realizzarli per provincia, mentre il presidente della Regione ha nominato il mio predecessore responsabile unico. Poi, il governatore ha inviato un commissario delegato, che è un funzionario dell’assessorato, in ogni consorzio. Le problematiche che questi ultimi presentano ora sono di mia competenza”.

I consorzi di bonifica servono a qualcosa o presentano solo costi?
“I consorzi di bonifica siciliani hanno una missione fondamentale: la gestione dei bacini idrici. Non si dovevano occupare solo d’irrigazione, ma avrebbero dovuto conservare tutte le competenze che riguardano la manutenzione delle strade interne, la sistemazione degli argini, la manutenzione della rete idrica. Queste competenze sono state rilevate dalle provincie, attuando una politica diversa da altre regioni come l’Emilia-Romagna e il Veneto dove i consorzi funzionano benissimo e si occupano oggi anche di energie rinnovabili. Invece in Sicilia, i consorzi presentano al momento solo costi, perché hanno subìto un lungo periodo di commissariamento e perché gli undici consorzi sono stati suddivisi male per aree provinciali non idonee, per cui il progetto di legge prevede di farli coincidere con i bacini idrografici”.

Tutti i consigli d’amministrazione, quindi, sono decaduti?
“Non ci sono mai stati consigli d’amministrazione negli ultimi dieci anni, ma ci sono stati amministratori che hanno lasciato in eredità un contenzioso enorme col personale. Non solo, ma ci sono anche decreti ingiuntivi per personale e per ditte, che vincolano le risorse al pagamento dei debiti. I consorzi, in realtà, dovevano essere degli enti autofinanziati con quote degli agricoltori, stabilite attraverso i piani di classifica e non essere dipendenti dal denaro pubblico.  Invece, costituiscono un dispendio di risorse non indifferente”.

Quanto costano i consorzi all’erario pubblico?
“Circa 100 milioni di euro, ma il contenzioso più grave riguarda il gran numero di persone che dovrebbero passare a tempo indeterminato grazie a contratti stipulati che prevedevano determinati periodi di attività, intervallati da periodi di fermo, ma questi termini non sono stati rispettati. Nessuno si sogna di levare il posto di lavoro, tuttavia è indispensabile regolare questa materia, ragion per cui ho accentrato nel mio dipartimento tutti i contenziosi per risolvere il problema. È chiaro che chi ha il diritto, deve passare, però è altrettanto chiaro che gli amministratori, che hanno fatto le assunzioni in modo indiscriminato, devono risponderne”.

Eppure, in Sicilia si è perseguita una politica tendente a dare lavoro attraverso il posto pubblico, mentre in altri Paesi del mondo si è seguita una strada diversa.
“Questo è accaduto perché lo sviluppo è stato frenato. Durante un incontro con il commissario dell’Agensud, ex cassa per il mezzogiorno, questi era preoccupato perché mancano i rendiconti per alcune opere realizzate dieci anni fa e che circa cinquanta milioni rischiano di andare perduti. Ho chiesto al presidente Lombardo di intervenire presso il ministro per l’Agricoltura per frenare questa emorragia e per impiegarli in opere strutturali indispensabili. Perciò invito tutti i parlamentari siciliani a intervenire per impedire questo spreco”.

Quali sono le infrastrutture di vostra competenza?
“Il dipartimento non si occupa d’infrastrutture in senso stretto, ma di promozione dell’agricoltura, per cui si dedica a progetti generali per lo sviluppo dell’agricoltura stessa. In particolare, ho intenzione di riordinare i consorzi universitari e la ricerca, puntando sull’agro-energia che è l’energia rinnovabile prodotta dalle bio-masse”.

L’assessore La Via ha sostenuto che l’energia delle bio-masse è inesistente in Sicilia perché manca la materia prima.
“In generale, la politica siciliana si è basata su indirizzi che non sono quelli degli agricoltori, mentre esistono problemi per questi ultimi che si devono risolvere”.

Per esempio?
“Il prezzo del grano. Che l’anno scorso ha avuto un’impennata anomala a causa di una riduzione delle provviste, poi rientrata. Oggi si coltiva il grano pur in perdita, perché la cultura dell’agricoltore suggerisce di non lasciare la terra incolta. In realtà, il mercato è dominato da quattro o cinque grossisti che gestiscono il mercato a svantaggio dei produttori. Perciò, sto cercando di indirizzare la politica di questo dipartimento per risolvere i problemi degli agricoltori. Si sta cercando di convenzionarci con i Nas e le Asl per permettere il controllo nei porti dei prodotti agricoli importati, in modo da conoscerne esattamente la provenienza e impedire fin dall’inizio eventuali pericoli igienicosanitari. Il problema è che il grano importato ha una resa superiore ma non è biologico come il nostro, di qualità superiore. Inoltre, sul grano estero ci sono trattamenti anti-muffa assai pesanti che lasciano residui chimici insalubri”.

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