Ars, dalla XVI legislatura nessuna legge sul turismo - QdS

Ars, dalla XVI legislatura nessuna legge sul turismo

Raffaella Pessina

Ars, dalla XVI legislatura nessuna legge sul turismo

martedì 25 Agosto 2015

Dei venti disegni di legge presentati, nemmeno uno approvato in tre anni. Dal riordino delle terme alla nautica da diporto ai beni culturali

PALERMO – I tre grandi settori che da sempre caratterizzano l’economia siciliana sono l’agricoltura, la cultura e il turismo. Quest’ultimo in particolare in questi ultimi tempi è rimasto trascurato dalla politica siciliana soprattutto per quanto concerne il suo aggiornamento ed adeguamento alle nuove tecnologie che pretendono che una regione metta in vetrina quanto può offrire al turista. Certamente la vetrina dell’Expo di Milano aiuterà se non altro a far conoscere ancora di più l’eccellente prodotto gastronomico in tutto il mondo, nonostante le problematiche dei primi giorni che hanno visto la delegazione siciliana sul punto di abbandonare la postazione perché non adeguata.
 
E’ di questi giorni l’annuncio che la Regione riceverà dall’Unione Europea poco meno di tre miliardi e mezzo dal Po-Fesr 2014/2020 e che il governo intende destinarne una parte al settore del turismo. Lo ha dichiarato Antonello Cracolici, presidente del gruppo Pd all’Ars che ha esortato la regione a prendere gli opportuni provvedimenti: “Adesso si attivino i bandi e ci si concentri, con gli attori locali dello sviluppo, per mettere in piedi un ‘grande patto’ per la rinascita della Sicilia".
Il settore del turismo ha rappresentato da sempre uno dei settori di maggiore importanza per l’economia dell’Isola, ma curiosamente dall’inizio della legislatura dei 20 disegni di legge presentati all’Ars relativi a questa materia, non uno è stato approvato.
I ddl riguardano le branche più disparate: dal riordino del settore termale (n. 10 del Pd e 83 dell’Udc), alle norme in materia delle guide turistiche (n. 22 del Pdl e n. 454 del Pd) e ancora vi sono documenti che porterebbero  sviluppo alla nautica da diporto e norme per la promozione del turismo culturale, delle attività turistico ricettive e anche del turismo naturista.
Tutti ddl fermi nelle commissioni legislative, sorpassati da altre urgenze e senza una calendarizzazione certa. Eppure, come si è visto, l’Unione Europea mette a disposizione fondi e risorse per creare nuove attività turistiche e potenziare le esistenti.
Purtroppo la concorrenza è tanta e è notizia recente che la Norvegia ha più turisti della Sicilia, nonostante non abbia certamente una vocazione maggiore per questo settore. Il motivo è facilmente reperibile nella superiorità da parte dei Norvegesi, di “sapersi vendere” meglio: il sito on line ufficiale della Norvegia è semplice, chiaro e soprattutto è tradotto in 16 lingue. Quello della Sicilia pti.regione.sicilia.it contempla solo l’italiano e l’inglese. Meglio il sito dell’Assemblea regionale siciliana che viene tradotto in cinque lingue: oltre all’italiano, ci sono il francese, lo spagnolo l’inglese e l’arabo.
La Norvegia ha la stessa popolazione della Sicilia (poco più di 5 milioni di abitanti), un territorio molto più grande, un patrimonio culturale molto più piccolo. Ma nel 2014 ha ricavato dal turismo, cinque miliardi di dollari. Poco meno di quanto incassa dagli stranieri l’intero Mezzogiorno. Quanto alla Sicilia, i visitatori esteri che rappresentano la metà circa dei propri ospiti, non arriva, compresi viaggi di lavoro, a racimolare un miliardo e mezzo di euro. Da qui la necessità di aggiornare la legge sul turismo ormai obsoleta con appositi ddl da approvare al più presto.

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