Regione, recepire ora la legge Madia - QdS

Regione, recepire ora la legge Madia

Carlo Alberto Tregua

Regione, recepire ora la legge Madia

martedì 25 Agosto 2015

Ridare efficienza alla Pa siciliana

E’ stata pubblicata sulla Guri del 13 agosto la legge delega 124/15 che riforma profondamente tutta la Pubblica amministrazione nazionale, ma non ha alcuna incidenza sulla scassata Pubblica amministrazione siciliana. Essa è basata sui privilegi degli addetti, sulla irresponsabilità generalizzata, sull’incapacità di produrre servizi efficienti e sul pagamento di stipendi e indennità che prescindono dai risultati indicati con gli obiettivi, quando vi sono.
La esaminiamo per i capi più rilevanti. In primo luogo, è stato inserito il principio del silenzio-assenso, secondo il quale i dirigenti che non si pronunziano negativamente entro trenta giorni, fanno presumere l’approvazione del provvedimento richiesto. Il limite è stato elevato a novanta giorni in materia di tutela ambientale, salvaguardia dei beni culturali e salute. è vero che l’amministrazione può interrompere il termine chiedendo altra documentazione, ma può farlo solo una volta.
La legge trasferisce l’archivio dell’Aci alla Motorizzazione per cui l’automobilista avrà un solo libretto e non più anche il certificato di proprietà dell’auto.

Il numero 112 servirà per tutte le emergenze prevedendo l’integrazione dei servizi cui i cittadini abbiano bisogno. Le Prefetture vengono drasticamente ridotte, quasi dimezzate e diverranno Ufficio territoriale del governo cui sono accentrate tutte le funzioni locali delegate.
Drastica riduzione delle Camere di Commercio e dei relativi organi: assemblee e giunte, oltre che del personale. Importante novità riguarda i dirigenti, perché gli incarichi diventano a scadenza fissa, salvo motivato rinnovo. La scelta dei dirigenti è effettuata in base a curricula dai quali deve emergere il merito per i risultati raggiunti in precedenti attività.
Vi è poi un’importante novità: il potere di surroga della Presidenza del Consiglio nei confronti dei Ministeri, che non emanino in tempi certi i decreti attuativi, o di altri enti che vadano fuori la tabella di marcia inserita nei successivi decreti legislativi. Il principio di surroga è sancito dall’articolo 95 della Costituzione che prevede come “il presidente del Consiglio dei ministri dirige la politica generale del Governo e ne è responsabile…”.
 

La riforma prevede il commissariamento di qualunque società partecipata in perdita e l’intervento in surroga anche nei confronti di Regioni ed Enti locali. Altra novità è la cancellazione delle piante organiche. Finalmente si arriva alla determinazione del personale occorrente non solo in base al fabbisogno per la produzione dei servizi, ma anche alla disponibilità del budget finanziario di ogni amministrazione. I fabbisogni debbono essere calcolati dai dirigenti responsabili, ovviamente in base ad un Piano aziendale, strumento principe della produzione e gestione dei servizi.
Il guaio della riforma è che la legge delega ha fissato principi generali, ma non vi sono le norme attuative, affidate a una quindicina di decreti legislativi che dovrebbero essere emanati entro un anno. Però, entro febbraio 2016, dovrà essere emanato il regolamento ai sensi della L. 400/88 che taglia del 50 per cento i tempi dei procedimenti relativi alle grandi opere.
Altra novità riguarda i dirigenti che verranno inseriti in un Ruolo unico nel quale dopo tre anni confluiranno i segretari comunali.

Dopo la rassegna a vol d’uccello, si pone l’esigenza da parte della Regione di recepire in toto tale riforma e i successivi decreti legislativi, senza cambiare una virgola, mediante un decreto presidenziale o un articolo unico di legge regionale.
Ma il ceto politico e burocratico della Regione da questo orecchio non ci sente. Già spuntano le dichiarazioni dell’assessore al ramo, del presidente dell’Assemblea, del presidente della Regione e del presidente dell’Udc, che cominciano il solito balletto intorno a questa riforma, dicendo che sarà approvata una legge regionale autonoma da essa, sottintendendo in maniera evidente la diversità, in modo da mantenere intatti i privilegi di dirigenti e dipendenti regionali, la loro inefficienza e la loro irresponsabilità.
Sulla riforma Madia, che questo ceto politico regionale non intende recepire, aspettiamo che si esprimano i Pentastellati, per ora in silenzio, e i gruppi di opposizione all’Ars. Non sappiamo se hanno capito che con essa si gioca il futuro della Sicilia. Senza burocrazia efficiente c’è sottosviluppo.

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