Presidente della Regione no i vecchi, sì i nuovi - QdS

Presidente della Regione no i vecchi, sì i nuovi

Raffaella Pessina

Presidente della Regione no i vecchi, sì i nuovi

sabato 29 Agosto 2015

Mentre Cimino, segretario Pdr, ha imboccato la strada del separatismo. Dall’ex assessore Lucia Borsellino al leader dell’opposizione Nello Musumeci

PALERMO – Spesso in questi giorni si è parlato spesso di un rimpasto di giunta e si sono fatti molti nomi che potrebbero entrare a far parte dell’esecutivo di Crocetta, ma le voci di corridoio dei palazzi politici non si fermano a episodi che si risolvono a breve termine. Infatti già si parla di chi potrebbe essere il prossimo presidente della Regione nel dopo Crocetta.
E già si fanno ipotesi sull’ex assessore Lucia Borsellino, ma anche del leader dell’opposizione all’Ars e storico ‘capo’ della destra siciliana, Nello Musumeci, impegnato tra l’altro in queste settimane nella preparazione della tre giorni che il ‘suo’ movimento civico terrà al porto di Catania dal 10 al 12 settembre. Chi se la giocherà tutta alle prossime elezioni ed avrà anche possibilità di vincere, sarà secondo molti il Movimento Cinque Stelle. Chi invece ha imboccato la strada del separatismo è Michele Cimino, segretario del Pdr. “Rileggo le frasi del politologo Edward Luttwak  – ha scritto Cimino in una nota – e  mi rendo conto che senza la piena applicazione degli articoli 36 e 37 dello Statuto siciliano per l’Isola non c’è che l’alternativa della separazione dallo Stato nazionale.
Assistiamo ad uno scippo continuo delle risorse che la Costituzione invece assegna alla Sicilia, mentre i governi nazionali di turno promettono ciò di cui non hanno titolarità”. Cimino esprime rammarico perché il suo ddl è caduto nel dimenticatoio:  “Il mio rammarico lo esprimo anche per il mio ddl voto sugli articoli statutari che riguardano accise e fisco che giace a Roma in parlamento da lungo tempo. O arriva la svolta o meglio sarà lasciare questa Italia e magari lavorare ad una separazione che già nel 1943 era sentita fortemente come idea dalla maggioranza dei siciliani”.
L’opposizione intanto incalza contro il governatore. Il capogruppo di Forza Italia all’Ars Marco Falcone critica gli esiti dell’incontro romano tra Rosario Crocetta e il Ministro Graziano Delrio. “Come credere ad un governo nazionale – dichiara Falcone – che mentre promette investimenti miliardari in Sicilia ci sottrae al tempo stesso ogni possibile risorsa, attraverso scippi e tagli? L’incontro romano tra il governatore Crocetta e il ministro Delrio non illuda i siciliani, in quanto il rischio che anche questa volta ai rumorosi proclami non seguano i fatti è reale”. Falcone  prosegue: “Dove prenderebbe dunque Palazzo Chigi questi 28 miliardi da destinare alle grandi opere della nostra terra? Qualcuno ce lo spieghi in modo chiaro e convincente. Quel che è certo, è che sino ad oggi l’esecutivo Renzi non ha mosso un dito per sostenere il rilancio della Sicilia, mortificata dal record della disoccupazione e dalla crescente povertà”.
Falcone chiede al presidente della Regione che il 20 settembre, data fissata per il prossimo incontro ministero-regione, Crocetta presenti tre-quattro opere immediatamente cantierabili, utili al rilancio della Sicilia, al fine di mettere alla prova il Premier e non dare alcun alibi ad un governo che sino ad oggi ci ha dimostrato solamente inimicizia".

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