Rifiuti, la Regione è pronta a compiere tre passi nel delirio - QdS

Rifiuti, la Regione è pronta a compiere tre passi nel delirio

Rosario Battiato

Rifiuti, la Regione è pronta a compiere tre passi nel delirio

venerdì 04 Settembre 2015

Rischio commissariamento, indagini dell’Anticorruzione e relazione della Commissione d’inchiesta. Saranno mesi complicati per Crocetta: scadenze da rispettare o sarà la fine

PALERMO – Audizioni nella sede dell’Autorità nazionale anticorruzione, relazione della commissione d’Inchiesta e diffida del governo centrale con rischio commissariamento. Sono questi tre recenti passaggi ad aver allargato ulteriormente l’ampio cono d’ombra che giace sulla gestione dei rifiuti dell’Isola. Un passato inghiottito nel malaffare e nei debiti e un futuro che potrebbe portare, causa ritardi regionali, le redini della gestione direttamente a Roma.
Sarà pronto entro ottobre il “lavoro di approfondimento svolto dalla Commissione d’inchiesta sulla situazione di ‘emergenza’, concernente la gestione del ciclo dei rifiuti in Sicilia”. La relazione, che sarà presentata in Parlamento, è, infatti, in fase di ultimazione. Lo ha annunciato martedì scorso Alessandro Bratti, presidente della Commissione Parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, che ha inoltre richiesto di “acquisire gli atti relativi all’audizione dei rappresentanti dell’Anci Sicilia, Leoluca Orlando, Mario Emanuele Alvano e Salvatore Lo Biundo all’Anac, l’autorità nazionale Anticorruzione guidata dal prefetto Raffaele Cantone, con la quale da tempo abbiamo instaurato un rapporto di collaborazione”.
L’audizione presso l’Autorità nazionale, avvenuta appena qualche giorno fa, ha avuto tra i protagonisti assoluti proprio Orlando e Contrafatto che hanno evidenziato, come già accaduto in altre occasioni tra cui le audizioni alla Camera all’inizio di quest’anno, le criticità del sistema regionale. Una mano, in questo senso, l’aveva data anche la Corte dei Conti che nella delibera n. 207/2015 diffusa lo scorso 25 giugno aveva evidenziato il lascito del vecchio sistema Ato in 1,8 miliardi di euro passività grazie alla “somma dell’esposizione debitoria a titolo di anticipazione” e l’importo dei “debiti certificati dai commissari liquidatori e, successivamente, i debiti accumulati durante la fase dei commissari straordinari”.
Il quadro è pessimo e potrebbe presto vedere l’intervento diretto di Roma, così come accaduto per infrastrutture, prevenzione del rischio naturale e depurazione. Nel mirino ci sarebbero, come ha ribadito il sindaco del capoluogo e presidente dell’Anci, la mancata “attuazione della legge regionale 9 del 2010, la permanenza ad oggi del sistema di 27 Ato in liquidazione e taluni anche dichiarati falliti” e, soprattutto, l’assenza di un piano rifiuti aggiornato. Per il programma dell’impiantistica, altro tassello denunciato da Orlando, ci vorrà ancora del tempo visto che i primi impianti sono previsti, stando al quadro realizzato dalla Regione dell’ordinanza del 14 luglio, tra circa dieci mesi.
I tempi per evitare il commissariamento sono strettissimi. All’inizio di agosto li ha riportati, in un post su facebook, Davide Faraone: un mese per ridefinire la perimetrazione degli ambiti territoriali ottimali (Ato) e la loro riduzione a 5 (isole minori comprese), poi quattro mesi per rendere i nuovi ambiti operativi, due mesi per adeguare la legislazione regionale, e altri sessanta giorni per l’approvazione del piano di gestione dei rifiuti. Tutto a partire da agosto.
La figura del commissario incombe, anche se Crocetta minimizza, e non dimentichiamo nemmeno la possibilità del potere sostitutivo che Roma potrebbe esercitare sul fronte dei due impianti di valorizzazione energetica del rifiuto “rifiutati” al momento dal governatore.

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