Jobs act, il ministro Poletti: "La Riforma è completa" - QdS

Jobs act, il ministro Poletti: “La Riforma è completa”

redazione

Jobs act, il ministro Poletti: “La Riforma è completa”

sabato 05 Settembre 2015

Ieri la presentazione a Palazzo Chigi degli ultimi decreti attuativi

ROMA – Grande soddisfazione per un percorso lungo ma che, finalmente, si appresta ad arrivare alla fine. Questo lo stato d’animo del ministro del Lavoro del Governo Renzi, Giuliano Poletti, che nella giornata di ieri, con un’apposita conferenza stampa convocata a Palazzo Chigi, ha illustrato gli ultimi quattro decreti attuativi del Jobs act e la delega fiscale.
"Non posso che esprimere soddisfazione – ha affermato – per la conclusione di questa parte dell’iter, con cui abbiamo approvato il Jobs act e tutti i decreti previsti entro i sei mesi che la delega consegnava al governo. È un risultato importante”.
Poletti ha parlato dell’iter portato avanti non risparmiando dettagli, soffermandosi in particolare su uno dei punti maggiormente contestati dalle oppisizoni. “Per i controlli a distanza – ha detto – siamo intervenuti sull’articolo 4 dello Statuto dei lavoratori rispetto alla privacy, colmando un vuoto normativo. Oggi abbiamo una normativa complessiva con al centro due obiettivi: una norma chiara e definita e il rispetto della privacy”.
“Avevamo la vecchia normativa – ha precisato il ministro – che interessava solo gli impianti fissi e le telecamere che osservano un luogo o una linea. Per installare l’impianto serviva l’accordo del sindacato o l’autorizzazione degli uffici del ministero del Lavoro. Di fatto, se le immagini registrate potevano essere usate veniva rimesso al magistrato. Ora abbiamo fatto una norma complessiva e da una parte abbiamo una norma chiara e definita e dall’altra garantiamo il rispetto della privacy”.
Sempre rimanendo su questo tema, con particolare riferimento ai controlli su cellulari e tablet Poletti ha precisato come non possano “essere montati sugli strumenti di lavoro applicazioni o altro che abbiano come funzione il controllo”.
Superata la questione privacy, il ministro ha sottolineato come sia stato rimesso “al centro il contratto a tempo indeterminato: con il contratto a tutele crescenti, possiamo dire che centinaia di migliaia di lavoratori hanno un contratto stabile. I dati Istat mostrano un incremento di questi posti di lavoro”.
Altra novità è rappresentata dall’addio alle dimissioni in bianco. Per dimettersi occorrerà compilare un modulo online disponibile sul sito del ministero del Lavoro, così come prevede l’articolo 26 del Dlgs sulle semplificazioni in attuazione del Jobs Act. “Le dimissioni e la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro – si legge nel testo riportato dall’agenzia Askanews – sono fatte, a pena di inefficacia, esclusivamente con modalità telematiche su appositi moduli resi disponibili dal ministero del Lavoro e delle politiche sociali attraverso il sito www.lavoro.gov.it e trasmessi al datore di lavoro e alla Direzione territoriale del lavoro competente con le modalità individuate con il decreto del ministro del Lavoro e delle politiche sociali”.
Inoltre, “entro sette giorni dalla data di trasmissione del modulo” il lavoratore “ha la facoltà di revocare le dimissioni e la risoluzione consensuale con le medesime modalità”. Il datore di lavoro che alteri i moduli “è punito con la sanzione amministrativa da euro 5.000 ad euro 30.000. L’accertamento e l’irrogazione della sanzione sono di competenza delle Direzioni territoriali del lavoro”.

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