Export, la Sicilia perde 1,5 miliardi di euro - QdS

Export, la Sicilia perde 1,5 miliardi di euro

Serena Giovanna Grasso

Export, la Sicilia perde 1,5 miliardi di euro

martedì 08 Settembre 2015

Confindustria: i settori economici più colpiti dalla contrazione delle esportazioni sono il tessile (-23,7%) e il metallurgico (-21,7%). Il grosso del decremento è da addebitarsi alla provincia di Siracusa che tra il 2013 e il 2014 ha perso 1 mld

PALERMO – Incidono per il 25% sul Prodotto interno lordo italiano. Parliamo proprio di quel comparto economico dal valore tutt’altro indifferente, ovvero le esportazioni. Se a livello nazionale la situazione appare tanto positiva, purtroppo non è possibile replicare uguali ottimismi con riferimento al Mezzogiorno. Infatti, nelle regioni meridionali le esportazioni incidono sul Pil appena per il 12% (valore in diminuzione rispetto al 12,8% del 2012). Lievemente superiore è l’incidenza dell’export sul Pil in Sicilia, nel 2013 pari al 13,7%, seppur in decisa diminuzione rispetto al 2012 (15,6%). Questo e molto altro ancora è quanto emerge dal rapporto Check – up Mezzogiorno pubblicato da Confindustria lo scorso 28 luglio.
Nel complesso, le regioni meridionali hanno esportato durante il corso dell’anno trascorso merci per 41,6 miliardi di euro, con un calo di circa 850 milioni di euro in valore assoluto rispetto al 2013 corrispondente ad una riduzione percentuale del 2% (contro una crescita del dato nazionale nello stesso periodo di +1,5%). In particolar modo, in riferimento all’anno 2014 confrontato con il 2013, è possibile rilevare un’abbastanza simmetrica opposizione tra regioni meridionali che hanno visto crescere la propria capacità di esportare e regioni che al contrario hanno assistito a vistose contrazioni: infatti, da una parte abbiamo la Basilicata (+15,4%), il Molise (+9,7%), l’Abruzzo (+2,9%) e la Puglia (+2,1%); mentre dall’altra parte abbiamo la Sardegna (-14,2%), la Sicilia (-13,2%), la Calabria (-7,8%) e la Campania (-1,5%).
In valori assoluti, le esportazioni in Sicilia sono passate dagli 11,1 miliardi di euro del 2013 ai 9,6 miliardi del 2014. Agrigento è la provincia con la maggior perdita in valori percentuali (-24,5% tra il 2013 e 2014), mentre se ci riferiamo esclusivamente ai valori assoluti è Siracusa la provincia con la maggior perdita (si è passati dai 7,4 miliardi del 2013 ai 6,4 miliardi del 2014). Palermo è l’unica provincia ad aver incrementato l’export, passando dai 257 milioni di euro del 2013 ai 273 milioni del 2014 (+6%).
Per quel che riguarda le altre province meridionali, perdite in valori percentuali ancor più disastrose vengono registrate da Catanzaro (-41,3%), provincia passata dai 99 milioni di euro del 2013 ai 58 milioni di euro del 2014 e da Nuoro (-21,4%).
Relativamente alle materie esportate, durante il settennio critico 2007/2014, solo i prodotti alimentari, bevande e tabacco (+46,2%) e i prodotti petroliferi raffinati (+8,9%) hanno fatto registrare degli incrementi, in termini monetari rispettivamente ammontanti a +1,4 miliardi di euro e +858 milioni di euro. Ingenti perdite hanno riguardato i prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-23,7%, corrispondenti ad una perdita economica di 696 milioni di euro)e il settore metallurgico (-21,7%, ossia -682 milioni di euro). Perdite più modeste hanno interessato il settore della meccanica (-10%, ossia -465 milioni di euro).
 

 
Francia, Germania e Spagna i paesi target dell’export del Sud
 
PALERMO – Nel 2014 e nel primo trimestre 2015 Francia, Germania, Regno Unito e Spagna restano i principali Paesi target dell’export meridionale, anche se rispetto al I trimestre 2014 si è assistito a un calo delle esportazioni verso alcune di queste aree. Per quanto riguarda i Paesi localizzati nell’area del Mediterraneo e che non sono inclusi nell’Unione Europea (Area Med), la Turchia rimane il target principale delle esportazioni meridionali (in aumento dello 0,9% tra il I trimestre 2015 e il I 2014): seguono Libia e Tunisia, aree verso cui l’export del Mezzogiorno nel primo trimestre 2015 è significativamente diminuito. In ogni caso, l’Area Med si conferma un’area geografica di estrema importanza in termini d’interscambio (import + export) con il Mezzogiorno: infatti, seppur in calo, la quota di interscambio commerciale con questi paesi sul totale del commercio estero meridionale nel I semestre 2014 (13,1%) è risultata ben superiore a quella registrata per le altre macro-aree italiane con gli stessi paesi.

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