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Messina – Rifiuti: peculato e corruzione a Mazzarà Sant’Andrea

redazione

Messina – Rifiuti: peculato e corruzione a Mazzarà Sant’Andrea

mercoledì 09 Settembre 2015

Arrestati il sindaco Bucolo e tre ad pro tempore di Tirreno Ambiente

MAZZARà SANT’ANDREA (ME) – I finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Messina hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto, per peculato e corruzione. I destinatari dell’ordinanza sono il  sindaco del Comune di Mazzarrà Sant’Andrea, Salvatore Bucolo e tre amministratori delegati pro-tempore della Tirreno Ambiente Spa, incaricata della gestione di una della più importanti discariche della Sicilia, Giuseppino Innocenti, Giuseppe Antonioli e Lorenzo Piccioni (quest’ultimo già senatore, eletto nella XVI legislatura, membro della Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse). La misura cautelare nei confronti di Innocenti e Bucolo prevede la detenzione in carcere, mentre Antonioli e Piccioni sono stati ristretti ai domiciliari.
Le strutturate investigazioni hanno consentito di far luce sui delicati rapporti tra la società a capitale misto pubblico-privato ed il Comune di Mazzarrà Sant’Andrea. In particolare l’attenzione è stata focalizzata sulle modalità di riscossione e gestione, nel corso di più anni, della “tariffa per opere di mitigazione ambientale” (equo indennizzo), che viene pagata dai Comuni conferitori dei rifiuti e riscossa dalla Tirrenoambiente Spa, che dovrebbe poi versarla entro trenta giorni al predetto Ente pubblico.
Nel complesso è stato però accertato che gli amministratori coinvolti hanno omesso di trasferire tali somme al Comune, facendo permanere illegittimamente nella disponibilità societaria più di 2,8 milioni di euro, di cui circa un 1,5 oggetto di un indebito accordo transattivo con il Comune.
 A partire dal marzo 2007, la società ha illegittimamente rideterminato la tariffa per opere di mitigazione ambientale, riducendola di quasi il cinquanta per cento, mantenendo tale nuovo importo sino al novembre 2014, e causando così un danno patrimoniale al Comune di oltre 12,5 milioni di euro, quali somme mai riscosse nei confronti degli altri Comuni conferitori.
Le indagini, realizzate anche mediante accertamenti bancari, attività tecniche, perquisizioni domiciliari e sequestri presso le abitazioni degli indagati ed il Comune, hanno permesso di individuare le condotte degli amministratori della società mista, che hanno elargito sponsorizzazioni e contributi ad associazioni sportive e culturali, anche al fine ottenere la connivenza dei soggetti pubblici che avrebbero dovuto vigilare sulla corretta gestione della Tirrenoambiente Spa.
Nel corso delle indagini i finanzieri hanno anche denunciato sei persone, tutti dipendenti pubblici o ex amministratori del Comune, per abuso ed omissione di atti d’ufficio.
I militari delle Fiamme Gialle hanno eseguito i provvedimenti di sequestro preventivo delle disponibilità finanziarie e dei beni mobili ed immobili degli arrestati e di un quinto soggetto, Antonio Crisafulli, altro amministratore delegato pro tempore della Tirrenoambiente Spa, indagato per peculato e corruzione. Il valore dei sequestri ammonta a 3.483.572 euro.
“Il settore dei rifiuti – ha affermato il capo della Procura di Barcellona Emanuele Crescenti – che spesso qui al Sud ma in generale anche in Italia e in ambito internazionale, è stato trasformato in un business per interventi illegali”.

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