Sicilia addormentata, corpo senza testa - QdS

Sicilia addormentata, corpo senza testa

Carlo Alberto Tregua

Sicilia addormentata, corpo senza testa

mercoledì 09 Settembre 2015

Rischio di catalessi perenne

La Venere di Milo è un corpo senza braccia. La Sicilia è un corpo senza testa, quasi uno zombie che cammina per automatismi, senza nessuna guida. Con la conseguenza che inciampa in ogni momento, che non ha direzione né obiettivo, per cui può precipitare da un momento all’altro.
Non so quanti siciliani abbiano la sensazione del continuo declino della nostra economia e, ancor peggio, della disgregazione sociale dei siciliani, il cui numero di poveri aumenta di giorno in giorno.
Secondo uno studio dell’Unione europea un siciliano su tre è al di sotto della soglia di povertà, determinata nel reddito di circa novemila euro all’anno.
Di fronte a questa disastrosa situazione non c’è la testa che dovrebbe trovare le idonee soluzioni di carattere immediato e di medio periodo, per interrompere la caduta e cominciare – anche timidamente – a creare ricchezza ed occupazione, anziché pagare a vuoto tanti privilegiati che se ne infischiano dei siciliani.

Tuttavia, chi ha responsabilità istituzionali è sordo, muto e cieco. Bisogna far capire a queste scimmiette che non possono più continuare a rovinare la Sicilia, pur se sono irresponsabili.
Chi glielo deve fare capire? In primo luogo i quotidiani e le televisioni, non solo quelle regionali, ma anche le altre diffuse capillarmente in tutto il territorio.
I quotidiani rappresentano l’opinione pubblica e hanno il dovere di spiegare i motivi per cui la Sicilia sta morendo. Hanno anche il dovere di proporre soluzioni e di additare, con nome e cognome, tutti coloro che continuano ad alimentare i privilegiati, rovinando la gran parte dei siciliani, che dev’essere sostenuta con idonee iniziative, in modo da offrire non aiuti o soccorsi, ma creando opportunità per tutti.
È questo il punto di partenza di una ripresa: un progetto con tante gambe, una per ogni settore economico, che consenta a chi vuole lavorare di trovare sbocchi.
Ovviamente ci riferiamo al lavoro vero, non assistenziale e clientelare come quello pubblico, un lavoro vero che crei ricchezza e faccia aumentare il Pil della Sicilia, continuamente in discesa.
 

Di fronte alla sordità di chi ha responsabilità istituzionali, chi si deve attivare? La risposta è semplice. Tutte quelle parti della Classe dirigente siciliana che verrà travolta dal disastro generale di cui ha responsabilità.
La Classe dirigente, com’è noto, è fatta da professionisti, imprenditori, sindacalisti, dirigenti pubblici e privati, magistrati, professori universitari, insegnanti di scuola, nonché associazioni di consumatori, ambientaliste, di volontariato, che fanno molto ma non abbastanza per fare cambiare il comportamento della Classe politica e burocratica, regionale e locale.
Cosa dovrebbero fare, per esempio i commercialisti, per esempio i medici, per esempio gli agricoltori, per esempio gli imprenditori turistici? Smetterla di parlare ed attivarsi con proposte da indirizzare ai responsabili delle Istituzioni mediante i quotidiani, perché se le trasmettono senza un opportuno ed essenziale supporto della comunicazione, finiscono a binario morto, data l’insensibilità dei riceventi.

Ecco perché è necessario che ci si metta tutti insieme per ribaltare l’attuale situazione. Il QdS sta lavorando con grande forza in questo percorso. Ha aperto la Campagna Etica sin dal 2013, che continua a ricevere consenso concreto da parte di tanti pezzi della Classe dirigente. Stiamo lavorando per acquisire a supporto tante altre parti della Classe dirigente, quelle parti sensibili che hanno compreso come dal crollo dell’economia e dal depauperamento della società non si salva nessuno.
L’auspicio è che anche gli altri quotidiani regionali facciano rete con questa o analoghe iniziative, in modo da esercitare la massima pressione per fare ritornare l’udito ai sordi.
È inutile continare a usare i pannicelli caldi o servizi che non facciano nomi e cognomi dei responsabili e non indichino le soluzioni: tutto ciò non è efficace.
Insieme si vince: questo devono capire gli altri editori. Disuniti si perde. E con noi tutta la Sicilia. Non c’è più tempo: mai avremmo pensato di ridurci peggio della Grecia, altro che la Lombardia!

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017