Il grande bluff su Termini Imerese - QdS

Il grande bluff su Termini Imerese

Rosario Battiato

Il grande bluff su Termini Imerese

martedì 15 Settembre 2015

Produzione auto: dopo Dr Motor e Grifa, sta per tramontare anche l’opzione Blutec, newco di Metec annunciata con le fanfare. Annullata la seconda riunione al Mise, a fine mese scade la cassa integrazione per 700 operai

PALERMO – Saltato anche l’incontro romano previsto per ieri sul futuro del polo automobilistico di Termini Imerese, dopo il rinvio dell’altro appuntamento previsto lo scorso 14 giugno, i dubbi sull’effettiva tenuta degli accordi di dicembre con Blutec si fanno più concreti. Preoccupazioni che si ispessiscono per almeno due ordini di problemi: mancano due settimane alla scadenza della cassa integrazione per gli oltre 700 operai di Termini Imerese, visto che il ministero del Lavoro prevede un rinnovo semestrale collegato all’esecutività del progetto, e persiste l’assenza di una reale alternativa effettivamente in grado di avviare il rilancio del polo.
Le ultime indiscrezioni trapelate fanno riferimento al tramonto dell’opzione Blutec, la newco di Metec. Sembra la riedizione di quanto già visto con la Dr Motor nel 2012, anche se questa volta le prospettive sembravano decisamente migliori. Di certo non c’è ancora nessuna ufficialità, ma l’annullamento della seconda riunione di fila, che avrebbe dovuto sancire la definizione dell’affiancamento di un socio all’impresa già individuata per compensare i ritardi sulle scadenze finanziarie e industriali, non può certamente illuminare il sentiero della speranza.
 
Il caso era stato portato in evidenza dal M5S che, in una interrogazione del 31 luglio, aveva evidenziato l’insufficienza del capitale sociale di Blutec spa visto che dei 24 milioni di euro promessi ancora “solo 6 milioni risultano essere realmente versati; inoltre, la società si era impegnata al momento della firma a dicembre ad aumentare il proprio capitale sociale sino a 100 milioni di euro entro 90 giorni ma ad oggi non ha versato un solo euro”.
Indizi preoccupanti per un’area che avrebbe ricevuto in dote, tra Stato e Regione, circa 290 milioni di euro. Investimenti previa garanzia da parte della nuova azienda che avrebbe dovuto manifestare quelle certezze finanziarie che evidentemente non sono ancora ancora arrivate. Anche perché l’accesso ai fondi statali è comunque vincolato alla presenza dei capitali privati dell’azienda che dovrà procedere all’attività di reindustrializzazione. Anche per Grifa spa, l’altro candidato dello scorso anno, si era verificata una situazione simile e proprio a quel punto era maturata la sostituzione in extremis a opera della Blutec.
I lavoratori sono ovviamente in agitazione, soprattutto per l’assenza di una nuova data. “Ma ci preoccupa il fatto che non sia stata comunicata la nuova data”, ha spiegato Roberto Mastrosimone, leader della Fiom Cgil regionale, “se la motivazione è solo tecnica, dovevano essere in grado di comunicarci un nuovo appuntamento. Non c’è quasi più tempo”. C’è chi sta persino peggio. I lavoratori dell’indotto non percepiscono indennità dal primo giugno “e non sanno – ha aggiunto Mastrosimone – se sono stati licenziati o se hanno diritto alla cassa integrazione”.
 
I sindacati si attendono una nuova convocazione entro la giornata di oggi, ma di certo l’autunno caldo della Regione siciliana, così come scrivevamo qualche giorno fa in riferimento alle dodici aree di crisi aperte in Sicilia e al vaglio della task force ministeriale guidata da Giampietro Castano, si appresta a divenire infuocato. E sarà ancora più difficile per i lavoratori dell’area che ormai da tre anni attendono risposte concrete.

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