Il tempo libero, un business ignorato al Sud - QdS

Il tempo libero, un business ignorato al Sud

Chiara Borzi

Il tempo libero, un business ignorato al Sud

mercoledì 16 Settembre 2015

In Lombardia 12 mila aziende del comparto per 22 mila posti di lavoro, in Sicilia, invece, sono 5 mila, con meno di 8.500 addetti. In base ai dati forniti da Infocamere, solo Palermo e Catania si distinguono per dati positivi

PALERMO – Tra le tante capacità d’indotto che una città nasconde, quello scaturito dalla vivibilità dei centri urbani sta sviluppando dei business interessanti. Prestare attenzione a sport e hobby, ma anche al verde e all’ambiente, genera impresa ma soprattutto guadagni che stanno diventando sempre più redditizi.
Se quest’occasione sembra essere stata presa al volo dalle Regioni e le economie delle città del Nord Italia e del Centro, a Sud e in Sicilia troviamo delle condizioni spesso diametralmente opposte.
Sono pochi i capoluoghi meridionali che possono dirsi veramente votati all’impresa del tempo libero e solo nei centri urbani più grandi si sono sviluppati rendimenti che permettono di fare la differenza a livello nazionale. Dati alla mano nei centri più piccoli sembra non esserci spazio per tipologie di economie diverse da quelle tradizionali.La nostra Regione vive questa tendenza.
I due capoluoghi più grandi e importanti, nonchè futuri centri metropolitani, Palermo e Catania, si distinguono per un congruo numero d’imprese che si occupano di sviluppare attività legate alla vivibilità e al tempo libero, mentre città meno sviluppate come Enna si piazzano addirittura nelle ultime posizioni delle classifica italiana elaborata da Infocamere.
Oltre che guadagno, il settore del tempo libero e lo svago crea indotto e quindi posti di lavoro, che potrebbero trasformarsi in buone opportunità, soprattuto in questo momento di crisi. Opportunità che, tra l’altro, hanno un valore doppio in territori come quelli del Sud, dove la disoccupazione costringe moltissimi giovani a migrare altrove.
Stando ai dati forniti da Infocamere, la Sicilia si scopre tutt’altro che pronta a dare ai propri disoccupati un posto di lavoro in aziende che lavorano nel tempo libero. Nella classifica relativa proprio all’indotto, si evidenzia come sono le città del Nord e del Centro ad impiegare il maggior numero di lavoratori, mentre a Sud si consolida il consueto quadro altalenante di eccellenze e ritardi.
In Sicilia solo Palermo e Catania si distinguono per dati positivi e le restanti città vivono ancora ai margini delle reali opportunità del settore.
“Un’impresa su sette – ha evidenziato il Centro Studi della Camera di Commercio di Milano – legate alla vivibilità e il tempo libero si trova in Lombardia. Sono 12mila le imprese lombarde su un totale nazionale di 77mila. Crescono del 3,3% in un anno, dato superiore a quello dell’Italia, 1,9%. Un settore che conta 22mila addetti in regione su 132mila nazionali”.
I numeri relativi alla Sicilia sono purtroppo di tutt’altra natura. Le aziende locali legate al tempo libero sono poco più di 5mila, mentre gli addetti al comparto sono meno di 8.500”.
 

 
Crescite minime. Trend negativo per le imprese operanti nello svago
 
CATANIA – Mentre le imprese del Nord e il Centro fanno affari e alimentano l’occupazione locale tramite le imprese dedicate al tempo libero, le aziende della Sicilia vivono un momento di stagnazione. Nel passaggio dal 2014 al 2015 si susseguono segnali negativi, sia per quanto riguarda il numero complessivo delle aziende, sia per l’indotto occupazionale che generano. Solo Palermo fa registrare stime positive. Le aziende del capoluogo sono cresciute di 198 unità, passando da 1.209 a 1.407.
Altri due dati positivi, ma contenuti, arrivano da Catania, Caltanissetta e Ragusa. Infocamere ha contato 5 aziende in più per Caltanissetta, 3 in più per Catania, una in più per Ragusa. Fioccano invece i dati con segno negativo. In circa un anno Trapani ha perso 25 aziende, Siracusa e Ragusa 17, Enna 11, Messina 9. Riguardo gli addetti nel capoluogo il settore ha visto l’ingresso di 380 nuovi occupati (4.489 totali), mentre per il resto delle Sicilia la discesa è netta: -272 addetti a Messina, -112 a Catania, -105 a Siracusa. Stabile solo Caltanissetta, con appena 171 assunti in azienda.

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