Nodo intercettazioni, pericolo legge bavaglio - QdS

Nodo intercettazioni, pericolo legge bavaglio

Patrizia Penna

Nodo intercettazioni, pericolo legge bavaglio

giovedì 17 Settembre 2015

Raffaele Lorusso (Fnsi): “A rischio il diritto di tutti i cittadini ad essere informati”

ROMA – La legge delega sulle intercettazioni, attualmente all’esame della Camera, continua ad infuocare il dibattito politico di questi giorni.
Al difficile bilanciamento tra diritto di cronaca e tutela della privacy, si è aggiunto il rischio paventato di una nuova legge bavaglio che potrebbe condizionare pesantemente i giornalisti nell’esercizio del diritto di cronaca.
L’unico vero argine al diritto di cronaca è rappresentato dalla tutela della dignità umana. Tale principio, facile nella sua enunciazione, molto più complesso nella sua attuazione, rappresenta uno degli aspetti salienti dell’eterno nodo delle intercettazioni.
Dopo la riforma del lavoro con il Jobs Act e la riforma della pubblica amministrazione con la legge Madia, anche per le intercettazioni la formula adottata è ancora una volta quella della legge delega, cui solitamente si ricorre per materie particolarmente complesse.
Il disegno di legge sulla riforma penale contiene la delega al governo per regolare la pubblicazione delle intercettazioni. La delega, da molti giudicata troppo generica ed evasiva, introduce significative novità sul fronte della pubblicazione di intercettazioni senza rilevanza penale. La tutela della riservatezza di persone occasionalmente coinvolte nelle indagini dovrebbe attuarsi grazie ad un’udienza filtro nel corso della quale l’avvocato della difesa, il pm e il giudice dell’udienza preliminare valuteranno quali siano le intercettazioni non rilevanti penalmente che finirebbero così “blindate” in una cassaforte sotto la responsabilità del magistrato.
“Non v’è dubbio che la delega sulle intercettazioni, attualmente all’esame della Camera, nasconda un pericolo per il diritto di cronaca”, ha affermato con una nota, Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi. “Nel mondo politico, in modo assolutamente trasversale, con parlamentari che si muovono alla luce del sole e altri che agiscono nell’ombra, grande è la voglia di imbavagliare i giornalisti”.
“Se l’emendamento dei deputati Ermini e Verini ha migliorato il testo all’esame della Camera, resta comunque inaccettabile il tentativo di introdurre sanzioni pecuniarie per chi pubblica notizie coperte da segreto perché in questo modo si introduce una forma di censura preventiva. A nessun giornale e a nessun giornalista – avverte Lorusso – potrà mai essere impedito di pubblicare una notizia che abbia rilevanza per l’opinione pubblica, anche se coperta da segreto. Si tratta di un principio basilare di tutte le democrazie, peraltro più volte ribadito dalla Corte europea dei diritti dell’Uomo. Il diritto di cronaca è insopprimibile perché esiste il diritto di tutti i cittadini ad essere correttamente informati”.

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