Incompiute, la Sicilia travolge l'Italia - QdS

Incompiute, la Sicilia travolge l’Italia

Rosario Battiato

Incompiute, la Sicilia travolge l’Italia

venerdì 18 Settembre 2015

Anche il ministero ha confermato i dati diffusi dal QdS all’inizio di settembre: sono 215 le opere da completare. Nell’Isola un quinto delle infrastrutture irrealizzate, presenti su tutto il suolo nazionale

PALERMO – Anche per quest’anno il ministero delle Infrastrutture ha pubblicato il dato definitivo relativo alla ricognizione delle opere incompiute di carattere nazionale aggiornato al 2014. Il dato isolano, che il QdS aveva comunicato già all’inizio di settembre (nell’inchiesta “La Sicilia delle eterne incompiute, un regalo non scartato da mezzo miliardo”), aggiunge 215 opere incompiute, portando il totale nazionale a 868.
Tutti gli elenchi aggiornati sono stati caricati dalle amministrazioni titolari dei procedimenti sull’apposito sito tramite il Sistema informatico di monitoraggio delle opere incompiute e sono pubblicati alla pagina del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (serviziocontrattipubblici.it/simoi.aspx). “L’Anagrafe – si legge nella nota del ministero – è stata prevista nel 2011, ma divenuta operativa nel 2013 con successivi decreti del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti”.
Tra il 2013 e il 2014, elenchi pubblicati rispettivamente nel 2014 e nel 2015, c’è una differenza sostanziale delle opere incompiute mappate. In Italia si passa da 692 a 868 e la maggiore variazione si registra proprio in Sicilia. Nella Regione, il dato relativo a due anni fa si era fermato a 67, terza postazione nazionale dopo Lazio (82) e Sardegna (68), e circa il doppio del dato medio nazionale (31,4), ottenuto distribuendo la quota italiana su tutti i soggetti che hanno verificato la mappatura (22 considerando anche il censimento del ministero delle Infrastrutture).
Il dato cambia completamente l’anno successivo con 215 opere incompiute isolane: un numero che da solo vale il 24% del totale italiano e che incide in maniera evidente sul computo nazionale visto che gli altri soggetti hanno mantenuto la quota dell’anno precedente oppure l’hanno ridotta in maniera considerevole (il Lazio ha avuto una contrazione di 28 opere). L’unico altro slancio in negativo è quello della Lombardia (+16), ma resta decisamente indietro rispetto alla variazione isolana (+149).
Una variazione così esagerata non può certo nascere dalla proliferazione incontrollata di opere in appena un anno, pertanto la motivazione va ricercata altrove e probabilmente in una più accurata ricerca dei dati. “Non esiste un limite temporale – si legge nella nota del ministero –, rientrano pertanto nell’elenco delle opere incompiute tutte quelle che risultano tali al 31 dicembre dell’ultima annualità conclusa”. E si considerano “incompiute” tutte le opere per la cui realizzazione siano decorsi i termini contrattuali, comprese le eventuali proroghe concesse e per i quali i lavori siano sospesi e comunque considerate “non completate” come le opere non fruibili dalla collettività. In ogni caso per essere considerata incompiuta deve anche essere avvenuta “consegna dei lavori” e deve essere stato sottoscritto un contratto per l’affidamento della realizzazione dell’intervento. Non basta la conclusione del iter progettuale.
Le undici pagine, che costituiscono l’elenco delle incompiute isolane, valgono quasi mezzo miliardo di spesa immobilizzata, e ne serviranno ancora 320 milioni per il completamento. Il quadro completo ne vede 84 già fruibili, anche se con un utilizzo ridimensionato in molti casi, 91 opere, che hanno un processo di completamento tra l’11 e il 49%, 57 tra 50 e 99%, e 32 che vagano tra l’anno zero e i dieci punti percentuali. Ce ne sono anche 8 completate al 100% eppure “non fruibili” perché non collaudati o in attesa degli ultimi passaggi burocratici.

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